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Incendio in un appartamento alla Balduina: evacuate quattro persone.

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Incendio in un appartamento alla Balduina: evacuate quattro persone.

Paura nel quartiere della Balduina a Roma, dove è scoppiato un incendio in un appartamento: sul posto sono subito arrivati i vigili del fuoco.

L’intervento dei vigili del fuoco

Paura alla Balduina dove nel primo pomeriggio di oggi è andato a fuoco un appartamento. Le fiamme sono partite subito dopo l’ora di pranzo e in breve tempo si sono sviluppate nell’intera abitazione. L’allarme è scattato immediatamente e, dopo la chiamata di segnalazione del rogo, la sala operativa del comando di Roma ha inviato i pompieri sul luogo.

I vigili del fuoco sono arrivati nel luogo della segnalazione non appena inviata la segnalazione. Alle 14.40 hanno raggiunto il civico 26 di via Aladino Govoni per l’incendio che si è sviluppato all’interno di un appartamento al secondo piano di una palazzina di cinque. In particolare, sul posto sono andate due squadre di vigili del fuoco, la 8/A Monte Mario e la 9/A Prati con al seguito il Carro autoprotettori, l’Autoscala, una autobotte, il Carro teli ed il capo turno provinciale per il coordinamento delle attività di soccorso.

Paura per l’incendio in appartamento: evacuate 4 persone

Non appena arrivati sul posto, i vigili del fuoco sono entrati nell’appartamento in fiamme per raggiungere le persone rimaste intrappolate al suo interno. Per prima cosa i pompieri hanno provveduto ad evacuare quattro persone, poi, una volta tratte in salvo loro, hanno iniziato a svolgere le operazioni di spegnimento del rogo all’interno dell’appartamento. Al termine del loro intervento, compreso quello di messa in sicurezza dell’abitazione, i pompieri hanno dichiarato l’appartamento inagibile.

Oltre a loro, nel frattempo, sono arrivate anche le forze dell’ordine e gli operatori del personale sanitario del 118 che hanno immediatamente preso in cura le quattro persone evacuate, fortunatamente non si sono registrati feriti.

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

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La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.

È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.

Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.

Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.

Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.

In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.

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