Attualità
Aerei militari nei cieli di Roma: sono le prove delle Frecce Tricolori per lo show del primo novembre

Sono in molti a chiedersi come mai aerei militari stanno sorvolando su Roma: la risposta è che si tratta delle esercitazioni delle Frecce Tricolori in vista dello show di domani.
“Come mai ci sono così tanti aerei che passano di continuo?”. È la domanda che molti romani si stanno facendo in queste ultime ore dato il gran numero di velivoli che in questo momento sta attraversando a bassa quota i cieli della capitale. Non si tratta di un pericolo incombente, ma delle prove delle Frecce Tricolori, che domani voleranno ufficialmente tra Circo Massimo e il centro di Roma per lo spettacolo in programma per il primo novembre.
Di questo si tratta, delle esercitazioni dei velivoli militari che si preparano per la cerimonia di celebrazione della Giornata dell’Unità nazionale e delle forze armate del 4 novembre. I festeggiamenti, che cominceranno domani mattina, dureranno quattro giorni e prevedono – come di consueto – anche il passaggio delle Frecce Tricolori.
Domani inaugurato il Villaggio della Difesa
Ed è a Circo Massimo che sarà allestito il ‘Villaggio della difesa’, che avrà la durata di quattro giorni. Da domani a lunedì 4 novembre sarà possibile partecipare a eventi e iniziative dedicate alle Forze Armate. Circa 60mila metri quadrati con cinquanta stand, e la presenza di Esercito, Marina Militare, Aeronautica, Carabinieri e la Guardia di finanza. L’ingresso e la partecipazione agli eventi, sono gratuiti.
Attualità
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Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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