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Uno smartphone non viene comprato, le foto del cliente e della madre sono pubblicate su siti d’incontri dal venditore.

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Uno smartphone non viene comprato, le foto del cliente e della madre sono pubblicate su siti d’incontri dal venditore.

Un caso di tentata estorsione aggravata è giunto alle aule di tribunale, coinvolgendo un ragazzo di 25 anni e un suo complice, accusati di aver ricattato un uomo che si era rifiutato di acquistare uno smartphone. La vicenda si è svolta in un periodo critico, quello del lockdown, evidenziando una problematica che unisce il mondo virtuale a conseguenze reali e tangibili.

L’accusa e l’episodio

Secondo le informazioni riportate, l’accusa riguarda il tentativo di estorcere denaro tramite ricatti infamanti. Dopo aver contattato il venditore per uno smartphone visto online e aver deciso di non procedere con l’acquisto, la vittima si è trovata al centro di una spirale ricattatoria. Il venditore avrebbe minacciato di pubblicare la sua foto sui social etichettandolo come pedofilo e di inserire la foto della madre su un sito di incontri, qualora non avesse ricevuto 250 euro.

La risposta della vittima

La situazione, resa ancor più complicata dal contesto di isolamento del periodo, ha spinto la vittima a reagire non cedendo al ricatto. Anziché versare la somma richiesta, ha deciso di denunciare l’accaduto, portando i due accusati davanti alla giustizia. Il caso ha messo in luce le modalità del ricatto e l’importanza della denuncia per contrastare atti di prepotenza e cyberbullismo.

Il procedimento giudiziario

Attualmente, la vicenda è al vaglio del tribunale con l’accusa di tentata estorsione aggravata. Il processo stabilirà le responsabilità e le conseguenze legali per gli accusati, che si trovano a rispondere in modo formale di quanto avvenuto. La vicenda sottolinea la necessità di vigilanza e protezione nel panorama digitale, in cui la sicurezza personale può essere minacciata con mezzi virtuali ma effetti molto concreti.

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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La misteriosa donna di Villa Pamphilj si spacciava per Stella Rexal Ford e inseguiva location per film prima della fine

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La misteriosa donna di Villa Pamphilj si spacciava per Stella Rexal Ford e inseguiva location per film prima della fine

Scopri il mistero inquietante di una donna scomparsa a Villa Pamphilj! 🕵️‍♀️ #MisteroVilla

Nel cuore di Roma, un enigma affascinante sta catturando l’attenzione di curiosi e appassionati di storie vere: una donna che si faceva chiamare Stella Rexal Ford e che sembrava alla ricerca di location perfette per un film. Immaginate di camminare tra i vialetti ombrosi di Villa Pamphilj, uno dei parchi più suggestivi della città, e di imbattervi in indizi che suggeriscono una vita avvolta nel mistero. Chi era davvero questa figura enigmatica, e cosa la legava a un progetto cinematografico che potrebbe nascondere colpi di scena inaspettati? L’immagine di una coppia nel parco, catturata in un momento sospeso, alimenta le speculazioni su ciò che potrebbe essere accaduto.

Un’identità avvolta nel velo del segreto

Stella Rexal Ford non era il suo vero nome, ma un alias che ha alimentato teorie su una vita doppia o su un passato nascosto. Fonti vicine alla storia parlano di una donna affascinante, sempre in cerca di ispirazione per produzioni cinematografiche, con Villa Pamphilj come sfondo ideale per scene drammatiche. I dettagli emergono piano, lasciando spazio a domande che tengono i lettori col fiato sospeso: era un’attrice in incognito o qualcosa di più?

Le location del destino

Tra i paesaggi iconici di Roma, la ricerca di location per film da parte di Stella ha preso una svolta intrigante, con Villa Pamphilj al centro di tutto. Immaginate le telecamere pronte a catturare l’essenza di questo luogo storico, ma con un twist che nessuno si aspettava. Cosa potrebbe aver scoperto durante le sue esplorazioni, e come ha influenzato il corso degli eventi? Questa caccia al tesoro cinematografico nasconde dettagli che potrebbero rivelare molto di più di quanto sembri, attirando l’interesse di detective improvvisati e amanti del cinema.

Il fascino di una storia irrisolta

Le indagini continuano a dipanare fili di una trama che mescola realtà e finzione, con Villa Pamphilj come testimone silenzioso. Restate sintonizzati per scoprire se questo mistero troverà una risposta, o se rimarrà un capitolo aperto nell’affascinante libro di Roma. 😲

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