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Crisi Stellantis, il futuro a Cassino scade tra 12 mesi: “Lavoratori a chiamata siamo diventati”

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Crisi Stellantis, il futuro a Cassino scade tra 12 mesi: “Lavoratori a chiamata siamo diventati”

Le difficoltà del settore automotive si riflettono pesantemente sullo storico stabilimento ex Fiat di Cassino, in provincia di Frosinone. Il calo dei dipendenti è significativo: da 4500 a 2460 in meno di cinque anni.

Nel cuore della crisi del settore, la situazione degli operai è gravosa. “Il contratto di solidarietà è stato prorogato fino al 25 aprile 2025. Dopodiché saranno terminati tutti gli ammortizzatori sociali”, ha dichiarato Andrea Di Traglia, segretario generale Fiom-Cgil di Frosinone e Latina. La mancanza di certezze rappresenta una fonte di grande preoccupazione per molti.

Grazia, un’operaia di quarantacinque anni che lavora nello stabilimento da venti, ha condiviso la sua esperienza: “Sono entrata che ero piccola. Avevo tanti sogni e la certezza di aver trovato un posto di lavoro sicuro. Oggi non è più così. Ci ritroviamo in una tempesta”. Accanto a lei, Roberto, con trentuno anni di servizio nel reparto stampaggio lamiera, ha sottolineato l’attuale drammatica situazione lavorativa: “Stiamo vivendo una situazione a dir poco critica. Abbiamo fatto negli anni passati cassa integrazione, ma adesso è veramente drammatico”. La frustrazione degli operai è palpabile e gli effetti sul salario sono gravi. “Bisogna fare tante rinunce. E quando queste toccano i figli, per un padre è davvero difficile”, ha aggiunto.

Il contesto all’esterno dello stabilimento è desolante. “Al momento lo stabilimento non produce. Siamo in un periodo di stop, poi ci sarà la fermata per la chiusura natalizia. Il rientro, si spera, sarà il 7 di gennaio”, ha spiegato Di Traglia. Nel 2019, il sito dava lavoro a 4500 dipendenti, un numero ora drasticamente ridotto.

La crisi che colpisce il settore automotive europeo ha avuto ripercussioni anche in Italia. L’azienda Trasnova, monocommittente di Stellantis con sede a Cassino, ha affrontato situazioni difficili. “C’è stata una forte battaglia che ha scongiurato i 249 licenziamenti complessivi in tutti i piazzali d’Italia. Il 10 dicembre si è tenuto un tavolo al Ministero del Made in Italy dove si è sancita la proroga di altri dodici mesi per queste famiglie”, ha riferito il segretario Fiom-Cgil.

Il futuro dello stabilimento di Cassino resta incerto. “Il 17 dicembre si terrà il tavolo sull’automotive”, ha specificato Di Traglia, evidenziando l’importanza di quell’incontro per determinare il destino degli stabilimenti italiani. Al momento, a Cassino si producono tre modelli: Alfa Romeo Giulia, Alfa Romeo Stelvio e Maserati Grecale. Tuttavia, la produzione attuale non è sufficiente. “Qui prima veniva prodotta l’Alfa Romeo Giulietta, un’auto di segmento C. Ora è diventato uno stabilimento premium, si producono macchine che costano più di 60 mila euro”, ha affermato Luigi, che ha recentemente festeggiato 36 anni di lavoro in questa struttura.

Secondo Di Traglia, l’introduzione di un modello di segmento inferiore potrebbe rappresentare una soluzione. “Nel sito di Cassino abbiamo delle piattaforme modulari. Oltre alle vetture premium, ne potremmo produrre anche di segmento inferiore per il mercato di massa”. Resta da vedere quali misure verranno adottate nel prossimo futuro per affrontare questa crisi e garantire la sostenibilità del lavoro nell’area.

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Ex dg Atac Rettighieri fa causa a Cotral per un risarcimento da 200mila euro

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Ex dg Atac Rettighieri fa causa a Cotral per un risarcimento da 200mila euro

CausaMiliardariaRoma #RicorsoAtac Scopri la battaglia legale che sta scuotendo il mondo dei trasporti italiani, con un ex dirigente che chiede un risarcimento da capogiro!

In un colpo di scena che sta attirando l’attenzione di tutti gli appassionati di economia e trasporti, l’ex direttore generale di Atac, Rettighieri, ha presentato un ricorso contro Cotral, l’azienda di trasporti regionale. Si tratta di una mossa audace che potrebbe rivelare retroscena sorprendenti sul settore pubblico italiano, lasciando molti a chiedersi quali segreti emergeranno dalle aule di tribunale.

I dettagli del contendere

Al centro della disputa ci sono accuse che puntano dritto al cuore delle operazioni di Cotral, con Rettighieri che reclama un risarcimento di ben 200mila euro. Fonti vicine al caso parlano di presunte irregolarità e conflitti interni, alimentando la curiosità su come si evolverà questa storia.

Le possibili ripercussioni

Questa causa potrebbe aprire un vaso di Pandora per il settore dei trasporti, influenzando non solo Atac e Cotral, ma anche l’intero panorama italiano. Esperti si interrogano su cosa significherà per i pendolari e le aziende coinvolte, in una vicenda che promette sviluppi inaspettati.

Man mano che il caso procede, gli occhi di Roma e del Paese intero sono puntati su questa intrigante battaglia legale, pronta a riservare colpi di scena che nessuno si aspetterebbe.

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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