Cronaca
Giustificazioni false per i servizi sociali e divieti di frequentazione con pregiudicati: cosa è accaduto

Arrestato nella notte Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma. L’ex primo cittadino si trova nel carcere di Rebibbia dopo essere stato raggiunto da un provvedimento di revoca dei servizi sociali che erano stati concessi dal tribunale di Sorveglianza. Alemanno è stato condannato in via definitiva a 1 anno e 10 mesi per l’accusa di traffico di influenze illecite in uno dei filoni della maxi inchiesta Mondo di Mezzo. La decisione del tribunale sarebbe legata, in base a quanto si apprende, a trasgressioni nel rispetto della pena alternativa.
Arrestato Alemanno, cosa è successo
Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha emesso nei confronti dell’ex sindaco Gianni Alemanno un provvedimento d’urgenza contestando di non avere rispettato le prescrizioni previste nell’affidamento ai servizi sociali. L’ex ministro, condannato in via definitiva a 1 anno e 10 mesi, doveva svolgere attività presso la struttura «Solidarietà e Speranza» che si occupa di famiglie in difficoltà e soggetti vittime di violenze. Tra i divieti previsti anche quello di non lasciare la propria abitazione prima delle 7 del mattino e rincasare entro le 21. Su istanza della difesa, che chiede il ripristino della misura alternativa, dovrà essere ora fissata un’udienza davanti alla Sorveglianza che si svolgerà nelle prossime settimane.
Le accuse
I giudici, in base a quanto si apprende, contestano alcuni episodi di violazione a cui Alemanno avrebbe fornito giustificazione poi risultate false. Il rischio è che Alemanno, che ha iniziato l’attività presso la struttura nel novembre del 2023, si veda revocato il «presofferto» e debba, quindi, scontare per intero la pena passata in giudicato. Tra le prescrizioni previste nell’affidamento ai servizi sociali per l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, c’è anche il divieto di frequentare soggetti pregiudicati così come avviene per tutti gli «affidati».
Cronaca
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La Richiesta di Confronto al Campidoglio
A Roma, le strade centrali sono da sempre un labirinto di auto e turisti, ma ora c’è una mossa che sta accendendo la curiosità. I rappresentanti locali hanno presentato una richiesta ufficiale al Campidoglio per un tavolo di confronto, lasciando tutti a chiedersi: quali cambiamenti sono in arrivo?
Cosa Si Nasconde Dietro le Strade Centrali
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La denuncia di Federica: l’iniezione che ha cambiato tutto

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La tentazione dei social e l’incontro con l’ignoto
Federica Funi, 34 anni di Roma, pensava di aver trovato l’offerta perfetta per rendere le sue labbra più affascinanti, ma il tentativo di risparmiare si è trasformato in un vero disastro. Ogni giorno, scorrendo i feed dei social, si imbatteva in post di dottoresse dell’Est Europa che promettevano risultati sorprendenti. Curiosa e attirata da prezzi apparentemente irresistibili, ha contattato una dottoressa bulgara via Instagram, usando il traduttore per superare la barriera linguistica. Ma quello che sembrava un appuntamento rapido si è rivelato un incubo: iniezioni eseguite in un appartamento affittato, senza verifiche o sterilizzazione adeguata.
I pericoli di procedure non regolamentate
Federica aveva già filler alle labbra, ma la dottoressa non ha esitato a iniettarne altro, ignorando ogni cautela. “Se fosse stata competente, mi avrebbe consigliato di sciogliere prima il vecchio filler”, racconta con rammarico. L’appuntamento, fissato con appuntamenti ogni 30 minuti, si è svolto in una casa di fronte al Colosseo, convertita temporaneamente in uno studio improvvisato. Strumenti non sterilizzati, comunicazioni a gesti e zero visite preliminarie: non c’era traccia di trasparenza o professionalità, alimentando subito i sospetti di Federica.Le conseguenze devastanti e i segni permanenti
Il filler utilizzato, chiamato Sardenya e non autorizzato, non si è riassorbito come promesso, lasciando labbra deformate con bozzi, grinze e un buco al centro. “Sembravo un mostro”, confida Federica, che ha dovuto sottoporsi a interventi dolorosi come l’ialuronidasi e persino piccoli fori per rimuovere il prodotto. Il risultato? Labbra che ora appaiono come un palloncino sgonfio, con effetti psicologici che l’hanno costretta a isolarsi. Tutto per un costo leggermente più basso, che alla fine non è valso nemmeno la promessa di una tecnica “Russian Lips” esclusiva.
Il business sommerso e il silenzio delle vittime
In un mondo di filler low cost e dottoresse itineranti, Federica non è l’unica a cadere in questa trappola. Operazioni a domicilio, senza regolamentazioni, attirano chi cerca shortcut per la bellezza, ma i rischi sono altissimi. Nonostante il trauma, Federica non ha denunciato la dottoressa, complice l’anonimato e il lavoro “a nero”. “Prima ci vai senza pensarci, poi ti chiedi come hai potuto”, ammette, evidenziando un fenomeno che continua a crescere nell’ombra.
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