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Un registratore viene messo nello zaino della figlia e si scoprono i maltrattamenti delle maestre: “L’hanno umiliata”

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Un registratore viene messo nello zaino della figlia e si scoprono i maltrattamenti delle maestre: “L’hanno umiliata”

Un papà ha denunciato le insegnanti della figlia di 10 anni per abuso dei mezzi di correzione e disciplina, dopo aver nascosto un registratore nello zaino della ragazza per documentare le interazioni con le maestre. L’episodio è avvenuto in un comune della provincia di Roma.

Il 12 febbraio, Francesca (nome di fantasia) torna a casa da scuola “con la faccia viola, aveva dei segni sull’occhio, dei graffi sul naso e i segni di un morso al polso”. Dopo essere stata medicata al pronto soccorso dell’ospedale Bambino Gesù, la bambina racconta che “la mia compagna di classe mi ha dato uno schiaffo alle 10 del mattino, io volevo tornare a casa, ma le maestre non ti hanno chiamato”. Questo ha spinto il padre a registrare le conversazioni, dicendo alla figlia che il dispositivo era un ciondolo portafortuna.

Il 18 febbraio, il registratore cattura le parole di una maestra, che dice: “Il mio modo di stare qui è quello di farvi fare pace, a volte ci sono delle reazioni che diventano incontrollabili…”. La maestra invita poi la bambina a restituire delle penne, nonostante lei affermi: “Me le hanno regalate loro l’anno scorso”. Inoltre, la maestra le dice di non chiedere più in prestito “né il materiale scolastico, né la merenda”. Nella denuncia, il padre afferma che, “ascoltando le registrazioni, abbiamo appreso che nostra figlia era stata pubblicamente umiliata da tre insegnanti di fronte a tutta la classe”. Prima di contattare le forze dell’ordine, il padre ha cercato di discutere con la preside, ma ha percepito un tentativo di “insabbiare l’accaduto e di giustificare le insegnanti”. Ha aggiunto che “mi hanno accusato di aver violato la privacy, ma la registrazione è stata fatta solo per tutelare nostra figlia. Non è mai stata divulgata”.

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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La misteriosa donna di Villa Pamphilj si spacciava per Stella Rexal Ford e inseguiva location per film prima della fine

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La misteriosa donna di Villa Pamphilj si spacciava per Stella Rexal Ford e inseguiva location per film prima della fine

Scopri il mistero inquietante di una donna scomparsa a Villa Pamphilj! 🕵️‍♀️ #MisteroVilla

Nel cuore di Roma, un enigma affascinante sta catturando l’attenzione di curiosi e appassionati di storie vere: una donna che si faceva chiamare Stella Rexal Ford e che sembrava alla ricerca di location perfette per un film. Immaginate di camminare tra i vialetti ombrosi di Villa Pamphilj, uno dei parchi più suggestivi della città, e di imbattervi in indizi che suggeriscono una vita avvolta nel mistero. Chi era davvero questa figura enigmatica, e cosa la legava a un progetto cinematografico che potrebbe nascondere colpi di scena inaspettati? L’immagine di una coppia nel parco, catturata in un momento sospeso, alimenta le speculazioni su ciò che potrebbe essere accaduto.

Un’identità avvolta nel velo del segreto

Stella Rexal Ford non era il suo vero nome, ma un alias che ha alimentato teorie su una vita doppia o su un passato nascosto. Fonti vicine alla storia parlano di una donna affascinante, sempre in cerca di ispirazione per produzioni cinematografiche, con Villa Pamphilj come sfondo ideale per scene drammatiche. I dettagli emergono piano, lasciando spazio a domande che tengono i lettori col fiato sospeso: era un’attrice in incognito o qualcosa di più?

Le location del destino

Tra i paesaggi iconici di Roma, la ricerca di location per film da parte di Stella ha preso una svolta intrigante, con Villa Pamphilj al centro di tutto. Immaginate le telecamere pronte a catturare l’essenza di questo luogo storico, ma con un twist che nessuno si aspettava. Cosa potrebbe aver scoperto durante le sue esplorazioni, e come ha influenzato il corso degli eventi? Questa caccia al tesoro cinematografico nasconde dettagli che potrebbero rivelare molto di più di quanto sembri, attirando l’interesse di detective improvvisati e amanti del cinema.

Il fascino di una storia irrisolta

Le indagini continuano a dipanare fili di una trama che mescola realtà e finzione, con Villa Pamphilj come testimone silenzioso. Restate sintonizzati per scoprire se questo mistero troverà una risposta, o se rimarrà un capitolo aperto nell’affascinante libro di Roma. 😲

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