Cronaca
Abbiamo denunciato 20 volte e quelle teste di legno non ci filano.

Lo Stato si lava le mani dopo la strage di Fidene: ergastolo per Claudio Campiti, ma zero responsabilità per i burocrati che hanno ignorato le denunce e lasciato una pistola in mano a un pazzo. I familiari urlano vendetta contro un sistema che fallisce e non paga. #StrageFidene #GiustiziaFallita #StatoIncompetente
La rabbia dei familiari
I parenti delle quattro donne uccise da Claudio Campiti l’11 dicembre 2022 sono furiosi e delusi. “Non ci resta che l’amaro in bocca”, sbotta la cognata di Nicoletta Golisano, 50 anni. Per loro, l’ergastolo al killer non basta: lo Stato non è stato condannato, e non c’è un centesimo di risarcimento. “È una vergogna totale”, dice, accusando il ministero della Difesa e dell’Interno di aver chiuso gli occhi. “Campiti ha rubato quella pistola da un poligono come se fosse un giocattolo, e nessuno se n’è accorto. Vite distrutte, matrimoni in pezzi, e chi dovrebbe proteggere ci ha traditi”.Denunce ignorate e un killer annunciato
Il vero scandalo, secondo i sopravvissuti, è che Campiti era una bomba a orologeria da anni. Emilio Brancadoro, uno dei feriti, non ci sta: “Abbiamo denunciato quel tizio venti volte al consorzio Valle Verde, ma è come aver urlato nel vuoto. Lo Stato fa finta di niente, e ora i dirigenti che hanno ignorato le nostre segnalazioni se la cavano”. È un’accusa diretta: se qualcuno avesse mosso un dito, forse quelle donne sarebbero ancora vive. Invece, è stato un massacro annunciato, con le autorità che hanno voltato le spalle ai cittadini in pericolo.
Testimonianze di dolore e tradimento
In aula a Rebibbia, le storie dei sopravvissuti e dei vedovi sono pugni nello stomaco. Giovanni, marito di Nicoletta, ha le lacrime agli occhi: “Abbiamo perso un anno per questo processo, ma senza quell’arma mia moglie sarebbe qui. La responsabilità è più ampia, ma i potenti non pagano”. Giulio Iacchetti, vedovo di Fabiana De Angelis, aggiunge: “È un’esecuzione, e la sentenza non manda il messaggio giusto. I miei figli meritano la verità, non solo un ergastolo”. Maurilia Massari ricorda il terrore: “Abbiamo visto morire la gente e ci siamo buttati a terra, aspettando la fine. I nostri figli dormono ancora con noi per paura”. Silvano Paganini, che ha disarmato Campiti, è amareggiato: “Mi sento tradito. Abbiamo condannato solo l’ultimo idiota della catena, ma chi doveva vigilare ha fallito miseramente”. Parole che bruciano, e che nessuno in alto sembra ascoltare.
Cronaca
Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

TragediaNelCielo La misteriosa scomparsa di Rinaldo Vuerich, il leggendario pilota di parapendio che ha incantato l’Italia, ti lascia senza fiato! #Parapendio #AvventuraExtrema
Chi era Rinaldo Vuerich
Rinaldo Vuerich, un’icona del volo libero, aveva 55 anni e alle spalle ben 30 anni di esperienza nei cieli. Considerato uno dei migliori piloti di parapendio in tutta Italia, era originario di Fiumicello e aveva ottenuto il brevetto nel 1994. Di giorno, lavorava nella falegnameria di famiglia a Roma, ma il suo vero amore era il cielo, che lo ha reso celebre tra appassionati e amici.
L’incidente che ha scioccato tutti
Mercoledì 30 aprile, durante un’escursione sul monte Toc nel Bellunese, qualcosa è andato storto. Rinaldo è precipitato da un’altezza di 1.480 metri, urtando prima contro una roccia e poi finendo a valle. Un compagno di volo ha lanciato l’allarme, ma quando i soccorsi sono arrivati, per lui non c’era più nulla da fare. La sua salma è stata trasportata in obitorio per gli accertamenti necessari.I toccanti ricordi degli amici
Sui social, amici e ammiratori hanno condiviso storie commoventi che rivelano il carisma di Rinaldo. Giuseppe lo ha ricordato con parole emozionanti: “Eccoci in una delle nostre meravigliose avventure. Ora però, sei salito davvero troppo in alto amico mio. Tienici sempre d’occhio e veglia su di noi. Per puro caso, proprio oggi ho rifatto la stessa foto, ma senza più te”. Giorgio ha aggiunto: “Ricordo che, partiti da Serrone, avevo cercato di stargli dietro fino a Sora. Mi diceva ‘te con la vela blu, che stai a gira’ lassù, segui me’. Era quel tipo di energia che ispirava tutti, sia nei voli brevi che in quelli epici sopra i 100 chilometri”.
Cronaca
Auditorium: Ricordo collettivo di Giovanna Marini

MusicaEPassione #RomaScopreUnTributoIndimenticabile A un anno dalla scomparsa di un’icona musicale, musicisti e amici si riuniscono in sala Petrassi per un evento che promette emozioni intense e sorprese inaspettate!
L’Evento che Sta Fomentando Curiosità
In una serata carica di mistero e nostalgia, la sala Petrassi di Roma ospita un raduno esclusivo per ricordare un talento perduto. Immagina musicisti di fama internazionale che condividono storie e melodie, creando un’atmosfera magica che potrebbe rivelare segreti nascosti del mondo della musica.
I Protagonisti e le Sorprese Inaspettate
Al centro dell’attenzione ci sono amici e colleghi che non vedono l’ora di celebrare la vita di questa leggenda. Con performance dal vivo e aneddoti intriganti, l’evento potrebbe nascondere collaborazioni segrete o rivelazioni che faranno impazzire i fan – non vorrai perderti cosa succederà sul palco!Cosa Succederà in Questa Serata da Brividi
Tra note emozionanti e momenti di riflessione, i partecipanti promettono di trasformare la sala Petrassi in un luogo di connessione e ispirazione. Preparati a scoprire dettagli che potrebbero cambiare il modo in cui vedi il mondo della musica, con un tocco di drama e passione che tiene tutti con il fiato sospeso!
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