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Il Roseto comunale riapre il 21 aprile: informazioni e orari

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Il Roseto comunale riapre il 21 aprile: informazioni e orari

RomaSiSvegliaConRosePazze: Più di mille fiori esotici da Cina e Mongolia invadono il Roseto comunale di Roma, che riapre il 21 aprile per il Natale della Città Eterna! Ma attenzione, tra petali perfetti e storie antiche c’è una rosa che puzza come un politico in campagna elettorale – e chissenefrega se è politicamente corretto parlarne. Preparatevi a un giardino che mescola bellezza e puzza, in un posto che ha visto di tutto, dai floralia romani alle sepolture ebraiche. #RosetoRoma #FioriRibelli #RomaSregolata #NataleDiRoma #RosePuzzone (278 caratteri)

La Riapertura del Roseto: Un Giardino Che Non Sa Stare Zitto

Il Roseto comunale di Roma, quel gioiello verde su via di Valle Murcia che domina il Circo Massimo, riapre le porte lunedì 21 aprile, giusto in tempo per il Natale di Roma. Con i suoi diecimila metri quadrati di rose provenienti da ogni angolo del mondo, questo posto è un tripudio di fiori che farebbero invidia a un giardino imperiale. Aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 fino al 15 giugno, l’ingresso principale è bloccato per lavori stradali – tipica scocciatura romana – ma potete entrare da via Clivo dei Publicii 3. Non fate i difficili, tanto a Roma si improvvisa sempre.

Rose da Tutto il Mondo: Dalle Preziose Alle Puzzolenti

Qui non parliamo di fiori qualunque: ci sono rose botaniche, antiche e moderne, alcune vecchie di quaranta milioni di anni, importate da Cina e Mongolia. Tra le star, la Rosa Chinensis Virdiflora con petali verdi che sembra uscita da un film di fantascienza, la Rosa Chinensis Mutabilis che cambia colore come un umore instabile, e la Rosa Foetida, che puzza da far scappare anche i turisti più testardi. Chi l’ha messa lì? Magari per ricordare che non tutto è profumato in questa città eterna. I visitatori saranno tanti, ma preparatevi, perché questa rosa maleodorante non si fa problemi a rovinare la foto perfetta.

Una Storia Contorta: Da Dei Pagani a Cimiteri Ebraici

Già Tacito nei suoi Annales blaterava di un tempio per la dea Flora e i suoi floralia primaverili al Circo Massimo – roba che oggi sembrerebbe una festa hippy. Fino al XVI secolo, l’area era coperta di orti e vigne, poi nel 1645 divenne l’Orto degli Ebrei, completo di cimitero per la comunità ebraica. Nel 1934, con il trasferimento al Verano, è diventato un parco, ma non senza un tocco simbolico: i vialetti formano una menorah, come a dire “grazie per il prestito del terreno”. Anni di abbandono seguirono, fino al 1950 quando è rinato come Roseto. Roma, sempre a mescolare sacro e profano, eh?

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Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

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Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

SerpenteIntrusoARoma: Immagina una band in piena jam session quando un rettile misterioso irrompe nella stanza, creando un caos inaspettato!

L’intrusione inaspettata

Nel quartiere romano di Tor Cervara, una band locale si è ritrovata faccia a faccia con un ospite decisamente insolito durante le prove musicali. Quello che sembrava un’innocua lucertola si è rivelato essere un serpente, nascosto tra i pannelli fonoassorbenti della sala di registrazione. I musicisti di “La Scelta” hanno vissuto momenti di vera suspense, scoprendo che l’intruso era un biacco, un ofide non velenoso ma pur sempre una sorpresa elettrizzante.

I fatti dell’incidente

Mercoledì 30 aprile, il quintetto romano – attivo dal 2003 – ha dovuto interrompere le sessioni quando il serpente è apparso all’improvviso. L’esperto intervenuto ha descritto la cattura come una vera caccia al tesoro: dopo ricerche estenuanti, ha estratto un giovane biacco di circa un metro da un tubo metallico di un dispositivo elettronico. Il rettile è stato poi rilasciato in sicurezza al Rifugio del Lupo, lasciando i musicisti a chiedersi come fosse entrato.

Un precedente simile

Non è la prima volta che Roma si trasforma in un set da film con serpenti protagonisti. Lo scorso 15 aprile, in una villetta sulla Bufalotta, un’altra avvistamento ha scatenato il panico: un serpente, scambiato inizialmente per una vipera, è stato inseguito dal cane dei proprietari. Si trattava in realtà di una innocua Natrice del collare, una biscia d’acqua, ma l’episodio ha dimostrato quanto questi incontri possano essere imprevedibili e affascinanti. Chissà quanti altri segreti striscianti nascondono le strade della Capitale?

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Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

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Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

TragediaNelCielo La misteriosa scomparsa di Rinaldo Vuerich, il leggendario pilota di parapendio che ha incantato l’Italia, ti lascia senza fiato! #Parapendio #AvventuraExtrema

Chi era Rinaldo Vuerich

Rinaldo Vuerich, un’icona del volo libero, aveva 55 anni e alle spalle ben 30 anni di esperienza nei cieli. Considerato uno dei migliori piloti di parapendio in tutta Italia, era originario di Fiumicello e aveva ottenuto il brevetto nel 1994. Di giorno, lavorava nella falegnameria di famiglia a Roma, ma il suo vero amore era il cielo, che lo ha reso celebre tra appassionati e amici.

L’incidente che ha scioccato tutti

Mercoledì 30 aprile, durante un’escursione sul monte Toc nel Bellunese, qualcosa è andato storto. Rinaldo è precipitato da un’altezza di 1.480 metri, urtando prima contro una roccia e poi finendo a valle. Un compagno di volo ha lanciato l’allarme, ma quando i soccorsi sono arrivati, per lui non c’era più nulla da fare. La sua salma è stata trasportata in obitorio per gli accertamenti necessari.

I toccanti ricordi degli amici

Sui social, amici e ammiratori hanno condiviso storie commoventi che rivelano il carisma di Rinaldo. Giuseppe lo ha ricordato con parole emozionanti: “Eccoci in una delle nostre meravigliose avventure. Ora però, sei salito davvero troppo in alto amico mio. Tienici sempre d’occhio e veglia su di noi. Per puro caso, proprio oggi ho rifatto la stessa foto, ma senza più te”. Giorgio ha aggiunto: “Ricordo che, partiti da Serrone, avevo cercato di stargli dietro fino a Sora. Mi diceva ‘te con la vela blu, che stai a gira’ lassù, segui me’. Era quel tipo di energia che ispirava tutti, sia nei voli brevi che in quelli epici sopra i 100 chilometri”.

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