Scoperto un indizio shock: il coltello del delitto nascosto in casa della vittima? #OmicidioFregene #MisteroIrrisolto #IndagineSegreta

La svolta nell’inchiesta

I carabinieri del Ris e della Compagnia e Gruppo Ostia potrebbero aver fatto un passo avanti nell’omicidio di Stefania Camboni, la 58enne brutalmente uccisa con 34 coltellate nella sua villa di via Santa Teresa di Gallura a Fregene la notte del 15 maggio. L’attenzione si concentra su un coltello da cucina che la coppia – formata dal figlio della vittima, Francesco Violoni, e dalla sua ex-compagna, l’unica indagata Giada Crescenzi – aveva portato con sé dopo un trasloco dal loro appartamento a Fiumicino. Si tratta di uno dei cinque elementi di un ceppo, ora al centro di un intrigante mistero: ne manca uno, e gli investigatori si chiedono se sia proprio l’arma usata per il delitto.

Il dettaglio che accende la curiosità

Durante un sopralluogo nella villa, i militari hanno sequestrato il ceppo di coltelli, trovandolo nel seminterrato insieme ad altri oggetti non ancora sistemati. Francesco Violoni, che ama cucinare, ha segnalato agli inquirenti che dal set originale mancano esattamente cinque coltelli, ma ne è stato rintracciato solo uno. È possibile che questo coltello mancante sia l’arma del crimine? Al momento non c’è certezza, ma l’ipotesi è affascinante e fa sorgere mille interrogativi su cosa possa essere accaduto quella fatidica notte.

Le accuse che tengono tutti con il fiato sospeso

L’avvocato Massimiliano Gabrielli, che rappresenta i figli e la sorella della vittima, ritiene che questo indizio rafforzi i sospetti contro Giada Crescenzi, suggerendo che potrebbe aver preso il coltello per commettere l’omicidio. “È più che verosimile, considerato che solo loro due ne erano a conoscenza”, ha dichiarato, alimentando un senso di suspense su una trama che sembra uscita da un thriller. L’alibi di Francesco Violoni appare solido, con prove che lo collocano al lavoro per tutta la notte, lasciando puntare ancora una volta i riflettori sulla Crescenzi.

La difesa getta benzina sul fuoco

Ma la difesa della donna, affidata all’avvocato Anna Maria Anselmi, ribatte con un colpo di scena: quel coltello era già in circolazione in casa da tempo, usato da Violoni per cucinare perché quelli della madre non tagliavano bene. “Non è stato tirato fuori all’ultimo momento”, spiega l’avvocato, insinuando che l’arma potrebbe essere stata accessibile a chiunque. Giada Crescenzi, interrogata di recente in carcere, ha scelto di non rispondere, lasciando gli inquirenti – e i lettori – a chiedersi se questa scelta nasconda ulteriori segreti. Intanto, altri elementi come l’auto della vittima, spostata a 150 metri dalla villa, e le videocamere di sorveglianza in via Agropoli, sono al vaglio per svelare se una terza persona potrebbe essere coinvolta in questo enigma.