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Ucciso da carabiniere contromano sul GRA: la sentenza fa infuriare i parenti

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Ucciso da carabiniere contromano sul GRA: la sentenza fa infuriare i parenti

Ucciso da carabiniere contromano sul GRA: la sentenza fa infuriare i parenti – L’uomo infatti si mise alla guida ubriaco

Il carabiniere che uccise un uomo di 35 anni guidando ubriaco in contromano sul GRA il 20 marzo del 2018, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di carcere. Agostino Filippo Rifici, 59 anni passerà i prossimi 4 anni in carcere con l’accusa di omicidio stradale per aver provocato la morte di Giuseppe Petraroli. Il Gup ha pronunciato la sentenza nella giornata di ieri dopo il rito abbreviato. Però gli amici e i parenti del ragazzo, non sono d’accordo con il verdetto e hanno protestato.
In aula c’era la famiglia, la fidanzata Giordana, ma anche gli amici laziali della Curva Nord che hanno urlato e protestato contro il carabiniere per aver ucciso il ragazzo e di non aver rispetto i valori della divisa che indossava guidando ubriaco. Altri invece, si sono scagliati contro il gup perché non ha accolto le richieste dalla procura per salvare il militare. Dopo la lettura della sentenza sono dovute intervenire le forze dell’ordine per allontanare amici e parenti della vittima. Sulle mura della casa della fidanzata di Giuseppe Petraroli, alla periferia di Frascati, campeggia da giorni una scritta “Peppe sempre con noi”.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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