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Cronaca

ROMA Tassa di soggiorno evasa: restituisce 2 milioni

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ROMA Tassa di soggiorno evasa: restituisce 2 milioni

ROMA Restituiti i due milioni di euro versati dai turisti per la tassa di soggiorno. Ora però chiede un accordo con la giustizia.

Si profila un patteggiamento a un anno, 2 mesi e 7 giorni di carcere (con sospensione della pena) per il proprietario dell’Hotel Plaza di via del Corso, Cesare Paladino, 77 anni, noto anche per essere il padre di Olivia, la fidanzata del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il pm Alberto Pioletti e il procuratore aggiunto Paolo Ielo, hanno contestato all’albergatore il reato di peculato per l’appropriazione dei due milioni di euro della tassa di soggiorno destinati alle casse del Campidoglio.

Tenuto conto della restituzione hanno concesso l’accordo giudiziario che dovrebbe essere avallato dal giudice per l’udienza preliminare. Resta aperta solo la questione interessi. Roma Capitale è decisa a richiedere anche i 300.000 euro di interessi maturati nei cinque anni dell’ammanco. Gruzzolo che potrebbe essere richiesto con un procedimento parallelo considerato che il patteggiamento esclude le parti civili.

GLI ACCERTAMENTI

Secondo gli accertamenti disposti dalla procura è emerso che Paladino avrebbe omesso i versamenti tra il 2014 e il 2018. Il regolamento attuativo della delibera approvata dal Campidoglio il 29 luglio 2010 prevede che ogni albergatore ha l’obbligo di girare al Comune i soldi pagati dai clienti per il contributo di soggiorno alla scadenza del sedicesimo giorno dalla fine di ciascun trimestre. Per l’accusa Paladino avrebbe ignorato le disposizioni «per trascuratezza», come avrebbero ventilato i difensori.

LE VIOLAZIONI

La lista delle violazioni a carico di Paladino è lunga. L’albergatore in qualità di amministratore unico della società Unione Esercizi Alberghieri di Lusso s.r.l., che gestisce la struttura ricettiva Grand Hotel Plaza, ha trattenuto nel 2014 i primi 301.649 euro; nel 2015, altri 545.273 euro. Anche nel 2016 è risultato inadempiente per altri 563.220 euro. Nel 2017 549.353 euro. Infine, l’ultimo addebito contestato dal pm è deò 2018: 88.712 euro. Per un totale di 2.047.677 euro. La stessa cifra che ora è stata restituita.

LA DELIBERA

Gli accertamenti affidati alla polizia municipale dal procuratore aggiunto Ielo miravano a verificare se proprietari e gestori delle strutture alberghiere versavano al Comune la tassa prevista. Una quarantina non sono risultati in regola e tra questi anche il gestore del Plaza. Sono privati ma una delibera approvata dal Campidoglio il 29 luglio 2010 li delega alla riscossione del tributo incaricandoli di un pubblico servizio. Motivo per cui ogni volta gli inquirenti fanno scattare il reato contestato di peculato. In un anno la procura ha chiesto e ottenuto il sequestro di 11 milioni di euro di tasse non versate. Per ora gli albergatori sotto inchiesta sono venticinque.

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Cronaca

Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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