Cronaca
STADIO DELLA ROMA L’ultimatum del Campidoglio

STADIO DELLA ROMA Arriva l’ennesimo ultimatum. Il Campidoglio non arretra di un passo sui paletti fissati nella delibera 32 sull’interesse pubblico per la realizzazione dello Stadio della Roma.
Posizione ribadita nel tavolo tecnico riunitosi all’Eur: “O si fa come diciamo noi o salta tutto”, l’ennesimo ultimatum del Comune. A puntellare la linea dura del Campidoglio, oltre le inchieste sull’ex presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito e sull’ex numero uno di Acea Luca Lanzalone, adesso sono anche l’addio di Francesco Totti e lo strappo tra i tifosi. Pronti a rinunciare al nuovo impianto giallorosso in polemica con società e vertici di Trigoria. Il nodo da sciogliere per lo stadio è sempre lo stesso, la «contestualità» ovvero il sincronismo tra l’apertura dell’impianto e la realizzazione delle opere pubbliche.
SITUAZIONE CATASTROFICA
Senza di queste, come evidenziato dallo studio commissionato dalla Sindaca Raggi al Politecnico di Torino, la situazione sarebbe «catastrofica» per viabilità e trasporti. Le parti non sembrano aver trovato la quadra sulla tempistica. Ieri circolavano rumors sul fatto che i proponenti volessero sottoporre la questione al parere di un arbitro terzo. Ipotesi subito bocciata dall’amministrazione che non ritiene sia un passaggio necessario: “Il Comune sa quello che ha deliberato e cosa voleva in quel momento. Se Eurnova ha cambiato idea è un problema suo”.
STRADA SEGNATA
Per i Cinque stelle la strada è segnata, salvo mettere una pietra tombale sul progetto: “Le opere devono essere realizzate tutte contestualmente allo stadio. Tutto concorre all’interesse pubblico che l’assemblea capitolina ha valutato e approvato con la delibera 32. La Roma non può cambiare gli impegni presi dalla pubblica amministrazione altrimenti viene meno l’interesse pubblico». Finora il club giallorosso ha cercato di legare l’apertura dell’impianto alla realizzazione dei lavori di sua competenza. Oltre ai parcheggi c’è il rifacimento della stazione di Tor di Valle e l’acquisto di tre convogli della Roma-Lido con investimenti per 45 milioni.
CLIMA CAMBIATO
Soluzione minimalista rispetto al “tutto o niente” del Campidoglio che permetterebbe di accorciare i tempi. Non fosse che dopo il flop alle Europee a opporsi non sono più soltanto i consiglieri duri e puri da sempre contrari all’intervento urbanistico. Adesso anche Virginia Raggi e la giunta sembrano voler mollare il progetto rassicurati dal crollo di popolarità tra i tifosi giallorossi. Ciò prova che il clima è cambiato. Parole taglienti, quelle del capogruppo Cinque stelle in Regione Roberta Lombardi: “Il business regna anche laddove manca il beneficio per tutti gli altri: i tifosi, i cittadini, la squadra, la città. Ai quali, secondo me, serve ora porgere delle scuse”.
LA PROTESTA
Mentre monta la protesta contro James Pallotta, dopo la rottura con Totti, è Mauro Baldissoni a confermare che per i vertici societari lo stadio rimane un punto cruciale: “Se alla lunga non gli verrà concesso di fare questo investimento è evidente che (Pallotta, ndr) potrà cambiare idea, ma non lascerà nulla di intentato”. Le ultime vicende non lascerebbero presagire svolte sostanziali. Le parti hanno concordato di rivedersi tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima.
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Il motivo per non arrendersi
Eppure, i giallorossi non possono gettare la spugna. Proprio quando tutto sembra perduto, emergono ragioni cruciali per continuare a combattere: dal riscatto personale dei giocatori alle ambizioni del club. Quali sono le storie nascoste dietro questa lotta? Segui le prossime mosse per scoprire se la Roma riuscirà a ribaltare il destino in extremis!
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