Cronaca
EX ILVA Lo scudo penale è una scusa?
Secondo i pm di Milano lo scudo penale sarebbe solo una scusa per il recesso dal contratto.

Secondo i pm di Milano lo scudo penale sarebbe solo una scusa per il recesso dal contratto.
EX ILVA Lo scudo penale è una scusa? L’abbandono degli impianti di Taranto da parte di ArcelorMittal sarebbe dovuto alla crisi d’impresa del colosso stesso e non al venir meno dello scudo penale, che dunque sarebbe solo un pretesto per il recesso dal contratto.
Questo è quanto sostenuto dai pm di Milano che nella giornata odierna hanno depositato un proprio atto di intervento in previsione del procedimento civile fissato per il 27 novembre, e che vedrà contrapposti i commissari ex Ilva e il gruppo franco-indiano.
Secondo la Procura di Milano “la vera causa della disdetta” del contratto sarebbe “riconducibile alla crisi d’impresa” e il “venir meno del cosiddetto scudo ambientale abrogato” sarebbe stato utilizzato come motivo “pretestuosamente”.
Resta ora da vedere quale sarà la prossima mossa di ArcelorMittal.
Cronaca
Sexgate alla Roma, inchiesta fallimentare: “Il calciatore che ha rubato il materiale è fuggito all’estero”

#ScandaloNelCalcio: Un video intimo rubato da un giovane giocatore fa crollare un’indagine in un mistero senza precedenti!
Lo Scandalo che Ha Scioccato il Mondo del Calcio
Immaginate un giovane talento del calcio, un giocatore della Primavera, coinvolto in un caso che ha fatto tremare le mura di Trigoria. Stiamo parlando di un video intimo sottratto a una dipendente del centro sportivo, un episodio che ha acceso i riflettori su segreti nascosti e comportamenti inaccettabili. Ma cosa è successo davvero dietro le quinte? Le voci si rincorrono, e i fan si chiedono: è solo la punta dell’iceberg?
L’Indagine che È Finita nel Vuoto
Le autorità hanno provato a fare luce su questa storia, convocando più volte il giocatore per ottenere risposte. Eppure, ogni tentativo è caduto nel silenzio: “Lo abbiamo convocato più volte e non ci ha mai risposto”, hanno rivelato fonti interne. Un vero colpo di scena che lascia tutti a bocca aperta – come ha fatto un giovane atleta a sfuggire a un’inchiesta del genere? Le domande si accumulano, e l’aria di mistero rende questa vicenda ancora più intrigante.
Cronaca
Un testimone ha cambiato tutto

#Svelati i dettagli agghiaccianti della confessione di Mark Samson: un omicidio che nasconde un testimone segreto e colpi di scena inaspettati? #CrimineMisterioso #ConfessioneChoc #IlariaSula
La confessione a puntate
Mark Samson, il 23enne accusato dell’omicidio della sua ex fidanzata Ilaria Sula, sta rivelando nuovi dettagli in una serie di lettere dal carcere di Regina Coeli. Dopo aver indicato il nascondiglio del cellulare della vittima sotto il materasso dei suoi genitori, ha inviato una seconda lettera ai pm della Procura di Roma. Questa volta, il giovane ha ricostruito meticolosamente le fasi del delitto, focalizzandosi su come si è disfatto del corpo prima di abbandonarlo in un dirupo nella campagna di Capranica Prenestina. Con l’obiettivo di dimostrare di aver agito da solo, Samson spera di scagionare la madre, indagata per occultamento di cadavere, e di allontanare i sospetti dal padre.
IL TESTIMONE
Nella lettera al sostituto procuratore Maria Perna, Samson ha fatto una rivelazione che potrebbe cambiare tutto: c’è un testimone che l’ha visto trasportare il trolley contenente il corpo di Ilaria, con le gambe che spuntavano dalla cerniera. Chi potrebbe essere questo osservatore misterioso – un vicino, un commerciante o un passante casuale? Qualcuno che ha assistito alla scena e forse ha persino parlato con lui, ma che finora è rimasto in silenzio. Gli investigatori della Squadra mobile di Roma sono già all’opera per rintracciarlo, soprattutto dopo l’enorme eco mediatica del caso. Immaginate: in un momento del genere, come fa un testimone a non collegare i puntini?
LA PROVA DELLA VALIGIA
Samson insiste di aver gestito tutto da solo, dal momento in cui ha avvolto il corpo di Ilaria in sacchi – dalla testa al bacino e dai piedi al bacino – fino a chiuderlo nella valigia. Abitando in un seminterrato, ha dovuto salire sette scalini portando il trolley, che pesava oltre 50 chili, fino alla sua auto parcheggiata poco distante. Per dimostrare la sua forza, si è offerto di sottoporsi a un test sotto sforzo. Ma è davvero possibile? Le descrizioni del giovane dipingono un quadro inquietante: da un lato, un ragazzo remissivo e geloso; dall’altro, qualcuno capace di mentire, uccidere e coprire le tracce con freddezza calcolata. Che altro nasconde questa confessione?
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