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CORONAVIRUS Arcuri: “Sta per arrivare il vaccino per gli italiani”

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CORONAVIRUS Arcuri: “Sta per arrivare il vaccino per gli italiani”

CORONAVIRUS Arcuri – Il commissario per l’emergenza, ha parlato del vaccino che presto arriverà in Italia e a chi verrà somministrato nel giro di poco tempo

CORONAVIRUS Arcuri – Il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri ha parlato così del nuovo vaccino che sta per arrivare: “Crediamo e speriamo di poter effettuare il vaccino a fine gennaio ai primi italiani, per un milioni e 700 cittadini. E’ dalla giornata di ieri che, tutti insieme stiamo trovando un modo per organizzare la distribuzione e la logistica che al momento, è molto complicata. Non solo, risulta difficile anche la conservazione delle prime dosi che stanno per arrivare, ancora non lo abbiamo, sta arrivando ma non sarà disponibile né oggi né domani per tutti.”.

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“Non credo sia un miraggio pensare che riusciremo ad avere delle dosi di vaccino per tutti quanti. Gli italiani verranno vaccinati in base alla loro fragilità e della loro potenziale esposizione al vaccino. Sicuramente lo riceveranno subito le persone che lavorano in ospedale così come gli anziani che ne hanno più bisogno, sono più fragili rispetto ai giovani. La distribuzione sarà centralizzata, faremo tutto il accordo con le Regioni”.

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Fugge dalla polizia e muore schiantandosi, in auto trovati 25 kg di cocaina

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Fugge dalla polizia e muore schiantandosi, in auto trovati 25 kg di cocaina

Un 38enne albanese al volante di un’auto è morto dopo essersi schiantato contro un palo mentre fuggiva dalla polizia. E’ accaduto ieri sera in località Tre Cancelli a Nettuno, Roma. Nel veicolo ritrovato un borsone contenente circa 25 chili di cocaina.

L’inseguimento e lo schianto

Secondo una prima ricostruzione della polizia, ieri sera intorno alle 20.30, due auto sono passate a forte velocità davanti a due pattuglie di agenti in borghese. Una pattuglia si è dunque messa all’inseguimento della prima auto, fermata poco dopo con a bordo un 26enne italiano. La seconda pattuglia ha invece inseguito la seconda auto, una Cinquecento, che è scappata fino a imboccare una strada dissestata e sterrata. A quel punto, secondo la ricostruzione della polizia, si è alzato un polverone e la pattuglia ha rallentato a causa della scarsa visibilità. L’auto ha proseguito la corsa, è andata poi sbattere contro un palo del telefono e si è ribaltata.

I 25 kg di cocaina nell’auto

Dalla vettura, come emerso dagli accertamenti della polizia, è uscito un borsone nel quale sono stati trovati 23 panetti per 25 kg di cocaina. I poliziotti si sono avvicinati per prestare soccorso ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare ed è morto. La salma è stata portata al Policlinico Tor Vergata; il 26enne è stato arrestato per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacenti in concorso e la misura è in attesa della convalida.

Fonte Verificata

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Il silenzio assordante: la politica di fronte alla guerra a Gaza

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Il silenzio assordante: la politica di fronte alla guerra a Gaza

C’è qualcosa di profondamente ingiusto nel silenzio che circonda la guerra a Gaza. Ogni giorno arrivano notizie di bombardamenti, morti, bambini sotto le macerie e ospedali distrutti. Ogni giorno vediamo immagini che dovrebbero scuotere il mondo. 

È invece? La politica resta quasi muta, come se tutto questo fosse inevitabile, lontano, oppure troppo complicato per essere affrontato davvero.
Ma cosa c’è di complicato nella morte di civili innocenti? Cosa c’è da giustificare quando interi quartieri vengono rasi al suolo e mancano di cibo, acqua, medicine? La politica internazionale fa grandi discorsi sulla pace e sui diritti umani, ma quando si tratta di Gaza spesso sceglie di guardare altrove. Si usano parole vaghe, si rimanda tutto a un “contesto”, si parla di “difesa” e di “equilibri”, ma intanto la gente continua a morire. Non prendere posizione in questi casi non è neutralità: è complicità. Non dire niente vuol dire accettare che accada ancora, ancora, e ancora.

Ci sono voci che si alzano, certo: cittadini, giornalisti, volontari epersone comuni che non riescono più a stare zitte. Ma chi ha davvero il potere di fermare tutto questo? I governi, le istituzioni internazionali. Ed è lì che il silenzio fa più male. È lì che manca il coraggio. Restare in silenzio davanti all’ingiustizia non è mai una scelta neutrale. È sempre una forma di abbandono. Oggi, più che mai, serve una politica che abbia il coraggio di guardare la verità, anche quando è scomoda. Perché il silenzio non salverà Gaza. Ma potrebbe condannare la nostra coscienza.

E noi, da che parte vogliamo stare?

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