Cronaca
Smaltimento illecito di rifiuti, maxi confisca a famiglia romana di imprenditori
Smaltimento illecito di rifiuti ma non solo tra le accuse rivolte agli indagati

Smaltimento illecito di rifiuti. Questo il reato alla base della confisca di 10 milioni di euro operata dalla Polizia della divisione anticrimine della Questura di Roma e del servizio centrale anticrimine. I beni sequestrati sarebbero riconducibili ad una famiglia di imprenditori capitolini: marito, moglie e un figlio, di rispettivamente 79 e 45 anni.
Nell’elenco, riporta Roma Today, ci sarebbero le quote e il patrimonio di tre società attive nel trattamento dei rifiuti e nel commercio di materiali ferrosi, oltre che nell’immobiliare. Presenti inoltre 22 fabbricati, 10 terreni, un veicolo e disponibilità finanziarie per circa 500 mila euro.
SMALTIMENTO ILLECITO DI RIFIUTI, COINVOLTI GIA’ NEL MIRINO
Sulla famiglia Polizia e DdA di Roma avevano già indagato nel 2017 nell’ambito della operazione cosiddetta ‘Dark Side’. In quell’occasione, fu accertata l’esistenza di un sodalizio criminale dedito allo smaltimento illecito di rifiuti anche tossici. I quali venivano sversati più volte generando ingenti guadagni.
A conferire il materiale fu anche un’azienda di Ardea di proprietà del nucleo familiare. Che avrebbe gestito notevoli quantità di rifiuti speciali, portandoli in una discarica abusiva ad Aprilia. Una condotta che è costata ai tre una condanna in primo grado da parte del Tribunale di Roma.
I guadagni illeciti sarebbero serviti in primis a finanziare la stessa società. In questo modo, se ne nascondeva la genesi operando attività di autoriciclaggio e intestazione fittizia. Con essi inoltre gli indagati acquisivano ulteriori utilità, che venivano poi nascoste dietro altri incastri di società.
Cronaca
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L’Avvistamento Sconvolgente
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Il Video che Sta Impazzendo sul Web
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Minacce estreme e un arresto per estorsione a Roma

MinacceChocInFamiglia: Imprenditore romano terrorizzato dal cognato per mesi!
Le terrificanti minacce quotidiane
Roberto Pompi, il famoso imprenditore della pasticceria romana, ha subito per mesi un’ondata di minacce agghiaccianti dal suo cognato, ora finito in manette. Frasi come “Ti taglio la testa col coltello del pane” o “Ti do 30 coltellate in faccia” hanno trasformato la sua vita in un vero incubo, lasciando tutti a chiedersi come possa arrivare a tanto un membro della famiglia.
Il quadro di violenze e ricatti
Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, rivelano un’escalation di estorsioni e soprusi. Il 41enne, già noto alle forze dell’ordine per reati come resistenza, lesioni e porto abusivo di armi, ha approfittato dei legami familiari per pretendere soldi. Minacce come “È vero che mi faccio la galera, ma io ti sfregio a vita” o “Voglio tutti i soldi” si sono susseguite senza sosta, mentre lui continuava a vivere di indennità di disoccupazione dall’Inps.
La dipendenza e i tentativi falliti
Dipendente da alcol e droghe fin da giovane, l’uomo era stato aiutato più volte da Pompi e sua moglie, che lo avevano persino assunto nell’azienda familiare. Ma tutti gli sforzi sono andati in fumo: i 30mila euro forniti per avviare un’attività sono stati sperperati, e lui non ha rispettato alcuna regola. Le richieste di denaro si sono intensificate, trasformando ogni rifiuto in una nuova minaccia.
L’esplosione del terrore
A gennaio, il rifiuto di Pompi di usare il marchio familiare per un locale a Ostia ha scatenato l’inferno. Il cognato ha evocato “personaggi di elevata caratura criminale”, costringendolo a versare 25mila euro. Le pretese non si sono fermate: in un incontro sotto il negozio a San Giovanni, sono scoppiate grida e insulti, con richieste di altri 70mila euro e la minaccia di mandare complici per estorcere 200mila euro in più. Che incubo – come è potuto arrivare a tanto?
La fine dell’incubo grazie alle indagini
L’ordinanza del gip di Velletri descrive un uomo “privo di freni inibitori” e “senza scrupoli”, che ha aggredito anche la sorella, moglie di Pompi. Solo la denuncia della coppia ha interrotto questa spirale di violenza, portando all’arresto e ponendo fine a un calvario che ha lasciato tutti senza parole.
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