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Nuova opera ‘Stop Genocide’ dell’artista di strada Laika a Roma

Nuova opera ‘Stop Genocide’ dell’artista di strada Laika a Roma

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Nuova opera ‘Stop Genocide’ dell’artista di strada Laika a Roma

Oggi, in centro a Roma nei pressi del Ponte Palatino, ha fatto la sua comparsa l’ultima creazione della street artist Laika.

Si tratta di un grande banner, delle dimensioni di 5 metri per 3, sospeso direttamente dal ponte, che mostra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu mangiare una fetta di anguria insanguinata, rappresentazione simbolica del popolo palestinese. Il frutto, che riporta i colori della bandiera palestinese, è stato utilizzato sin dagli anni ’80 per aggirare i divieti imposti dal governo israeliano di esporre la bandiera.

Laika, con il suo murales, protesta contro la violenza che in poco meno di cinque mesi ha visto l’esercito israeliano uccidere 30.000 palestinesi, ben 11.500 dei quali erano bambini. Secondo l’artista, queste azioni sono lontane dal rappresentare un ‘diritto di autodifesa’, e definisce la situazione come un genocidio. Si unisce così a numerose voci della comunità internazionale che chiedono si ponga fine al massacro.

L’artista, infine, ricorda che la comunità mondiale, che ha emesso un mandato di arresto per Putin e ha rinchiuso Milosevic nel carcere dell’Aja, non può ignorare la strage in corso. Evidenza, inoltre, l’ipocrisia di condannare il massacro di Hamas del 7 ottobre, per poi girare la testa alla situazione attuale. Citando il presidente Mattarella, Laika conclude che chiunque abbia sperimentato il tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra non può negare a un altro popolo il diritto a uno stato, e sottolinea l’urgente bisogno di pace.

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Riprese video identificano i responsabili

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Chef Rubio Sporge Denuncia

Chef Rubio ha sporto denuncia dopo il pestaggio avvenuto mercoledì scorso. Sul caso indagano Digos e Scientifica. E nel frattempo su X fa riferimento alle videocamere: “Se visionate, porteranno ai mandanti”.

L’Aggressione Subita

Ha sporto denuncia Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, dopo il pestaggio avvenuto nella sera di mercoledì scorso, 15 maggio 2024. “Mi hanno massacrato di botte, erano in cinque. Terroristi ebrei sionisti”, aveva scritto su X allegando un video in cui si mostrava sanguinante e con il volto tumefatto.

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Indagini in Corso

Aperte le indagini: a lavorare sul caso gli agenti della Scientifica e della Digos. Spetta a loro chiarire come sia avvenuto il pestaggio e rintracciare gli autori dell’aggressione. Nel frattempo, in un nuovo post su X, Rubio fa riferimento alle telecamere: “Se visionate, porteranno ai mandanti”, ha scritto.

Reazioni e Solidarietà

Il giorno dopo il pestaggio, Chef Rubio ha commentato: “Dopo la coraggiosa spedizione punitiva voi sionisti mi fate ancora più schifo”. Molte persone hanno espresso la loro solidarietà all’ex rugbista e cuoco televisivo, e numerose sono state anche le reazioni dal mondo della politica.

Dichiarazioni di Lollobrigida

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha dichiarato: “L’aggressione a Chef Rubio? Non conosco nessuno che si chiami così e che possa essere abbinato a validi ristoratori. Se invece parla di un esponente politico che aggredisce puntualmente Israele con parole di ferma violenza, mi dispiace umanamente l’aggressione. Ma per me la violenza politica è sempre un elemento sconfortante, anche quando vengono aggrediti coloro che hanno incitato alla violenza”.

Reazione di Riccardo Pacifici

Riccardo Pacifici, ex presidente della comunità ebraica, ha commentato: “Possiamo aspettarci di tutto da Chef Rubio: risponderà nelle sedi opportune delle accuse gravissime che ha mosso nei confronti della comunità ebraica. È istigazione all’odio”.

Circola un Video di Pacifici

Ha iniziato a circolare un video che mostra lo stesso Pacifici durante una fiaccolata risalente allo scorso 10 ottobre: “A chi fa post antisemiti e istigano alla violenza: vi veniamo a prendere”, aveva dichiarato. A distanza di circa sette mesi ha risposto: “Questa è diffamazione: quel discorso va contestualizzato, è chiaro che mi riferissi a un’azione nell’ambito della legalità”.

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Esplosione cisterna alla pompa di benzina sulla Salaria, testimone: “Colasanti poteva salvarsi”

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Dichiarazioni dei Testimoni sull’Incidente

“Se fossimo stati di più, se avessimo avuto una pompa più grande, forse Stefano Colasanti si sarebbe potuto salvare”, questa è la convinzione di un collega pompiere chiamato a testimoniare a processo.

Stefano Colasanti a sinistra e l’esplosione nella pompa di benzina a destra.

L’Udienza sull’Esplosione della Cisterna

“Stefano Colasanti si sarebbe potuto salvare”. È quanto affermato da un testimone durante l’udienza per la cisterna di carburante del distributore Ip esplosa lungo la via Salaria il 5 dicembre del 2018, che ha provocato due vittime: il vigile del fuoco Stefano Colasanti e un automobilista di passaggio, Andrea Maggi, investito da una fiammata.

Le Conseguenze dell’Esplosione

Oltre a loro, tante persone sono rimaste ferite e ustionate, soprattutto fra i vigili del fuoco di Poggio Mirteto e del distaccamento di Montelibretti. La cisterna è esplosa nel territorio del Reatino. Lo scorso anno, a cinque anni dall’accaduto, è iniziato il processo.

La Testimonianza: “Poteva Salvarsi”

Nel corso dell’ultima udienza, uno dei testimoni ha dichiarato che il vigile del fuoco rimasto ucciso, Stefano Colasanti, si sarebbe potuto salvare. “Eravamo solo noi, all’inizio. Premeva l’acceleratore del mezzo antincendio per far salire la pressione necessaria per far salire l’acqua. Abbiamo usato i primi lanci per raffreddare il container – ha dichiarato il testimone – Poi non l’ho più visto, deve essere sceso dal mezzo. È stato un attimo. È arrivata la squadra di Montelibretti, e c’è stata l’esplosione”.

Le Parole del Collega Pompiere

Secondo lui, il collega pompiere si sarebbe potuto salvare: “Se fossimo stati di più, se avessimo avuto una pompa più grande. Invece siamo rimasti con la macchinetta, un piccolo tubo flessibile. E poi la cisterna è esplosa”.

L’Incidente alla Pompa di Benzina

È successo nel dicembre del 2018. Il processo è iniziato soltanto l’anno scorso. I due proprietari dell’impianto in cui si trovava la cisterna, moglie e marito, sono entrambi imputati per omicidio colposo e disastro colposo. Ciò che stanno cercando di capire i loro legali è se i mezzi e il numero dei vigili presenti fossero sufficienti per l’incendio. Se siano state adottate tutte le misure per la sicurezza necessarie per fronteggiare un rogo di quella portata, come scrive il Messaggero nell’edizione locale.

Chiarimenti Sulla Tragedia

Proprio per chiarire la situazione, è stata avviata una consulenza del perito di ufficio, oltre ad aver raccolto la testimonianza di una persona presente al momento dell’esplosione. È lui che ha dichiarato: “Ero al bar per un caffè, guardando verso la pompa di benzina ho visto che era attaccato un solo tubo”. Una testimonianza, però, presto smentita dal fratello del proprietario dell’impianto: “Dal bar è impossibile vedere la cisterna, coperta dall’impianto di lavaggio delle auto”. Per fare chiarezza non si esclude che possa presto essere richiesta una nuova perizia, dopo che saranno depositate le consulenze delle parti.

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27 anni a Del Grosso: nuovi processi per Pirino, De Propris e Kylemnyk

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Omicidio Luca Sacchi ucciso a Roma

16 Maggio 2024
19:43

Sentenza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 27 anni di carcere per Valerio Del Grosso e ha disposto un nuovo processo d’appello per Paolo Pirino, Marcello De Propris e Anastasiya Kylemnyk, quest’ultima imputata per droga.

Condanna Definitiva di Valerio Del Grosso

Valerio Del Grosso, il ragazzo responsabile dell’uccisione di Luca Sacchi il 24 ottobre 2019, è stato condannato in via definitiva a 27 anni di carcere. Luca Sacchi, un personal trainer di 24 anni, fu colpito alla testa con un colpo di pistola mentre tentava di difendere la fidanzata Anastasiya Kylemnyk da un tentativo di rapina. È stato ordinato un nuovo processo per il ricalcolo della pena per Paolo Pirino e Marcello De Propris. Anche Anastasiya Kylemnyk, condannata in appello a tre anni per droga, affronterà un nuovo processo.

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Le Richieste della Procura

La sostituta procuratrice Giuseppina Casella aveva chiesto la conferma della condanna a 27 anni di carcere per Valerio Del Grosso e un nuovo processo bis per Paolo Pirino e Marcello De Propris per valutare lo sconto di pena accordato nel primo processo di appello. In primo grado, Pirino e De Propris erano stati condannati a 25 anni per concorso in omicidio; la pena era stata poi ridotta a 14 anni e 8 mesi dai giudici della seconda Corte. La procuratrice aveva inoltre chiesto la conferma della condanna a tre anni di carcere per Anastasiya Kylemnyk, per violazione della legge sulla droga.

Del Grosso Voleva Uccidere

“Valerio Del Grosso ha sparato a Luca Sacchi mirando con braccio teso alla testa; è evidente la volontà di provocare la morte della vittima”, ha dichiarato la sostituta procuratrice in aula. “De Propris ha fornito l’arma, Pirino sapeva sin dall’inizio che Del Grosso aveva con sé la pistola ed è rimasto indifferente alla morte della vittima. C’è stata quindi un’azione coordinata e collettiva con un obiettivo comune”.

L’Omicidio di Luca Sacchi

L’omicidio di Luca Sacchi è avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019 davanti a un pub nella zona di Colli Albani a Roma. Si era inizialmente parlato di un tentativo di rapina finito male, con due balordi che volevano rubare la borsa di Kylemnyk. Sacchi intervenne per difenderla e fu colpito. Questa versione non ha mai convinto gli inquirenti.

Svolta nelle Indagini

Le indagini hanno avuto una svolta con l’arrivo di due testimoni: Valerio Rispoli e Simone Piromalli. Entrambi hanno riferito ai carabinieri che quella sera era prevista una compravendita di droga: quindici chili di marijuana in cambio di 70mila euro. La droga doveva essere fornita da Marcello De Propris mentre Del Grosso e Pirino avrebbero dovuto consegnarla al gruppo di Luca Sacchi in cambio di 15mila euro. Il denaro era nello zainetto rosa di Anastasiya Kylemnyk. Tuttavia, Del Grosso e Pirino, secondo le intercettazioni telefoniche, avevano deciso di rapinarli, prendere i soldi e non dare la droga. Da qui la decisione di prendere la pistola da De Propris per minacciare e spaventare Sacchi e il suo gruppo.

La Tragedia

Il tragico epilogo è noto: quando Pirino si è avventato su Anastasiya con un bastone, Del Grosso ha alzato il braccio con la pistola e ha sparato, colpendo fatalmente Luca Sacchi. Il ragazzo è morto poche ore dopo in ospedale. Né la fidanzata né gli amici di Sacchi hanno mai dichiarato cosa fosse realmente accaduto quella sera. Giovanni Princi, poi condannato a quattro anni e quattro mesi di carcere per droga, fuggì dalla scena del crimine e fu arrestato mesi dopo. Anastasiya parlò di una generica rapina e dichiarò di non conoscere i ragazzi coinvolti.

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Marco Mottola mi chiese di tagliargli i capelli prima del suo funerale

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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

16 Maggio 2024 – 18:11

La Testimonianza di Ramon Iommi, Il Barbiere di Marco Mottola

È una testimonianza importante quella di Ramon Iommi, il barbiere di Marco Mottola. Carmine Belli ha sempre dichiarato di aver visto Serena Mollicone litigare con un ragazzo biondo il giorno della sua scomparsa.

Marco Mottola al funerale di Serena Mollicone

Marco Mottola al funerale di Serena Mollicone

Il Racconto di Iommi

“Nel 2001 feci le meches a Marco Mottola, lui aveva i capelli biondo scuro. Sono certo perché gli misi la carta stagnola in testa e poi andai a fare la barba a un’altra persona. Poteva essere aprile o maggio. Dopo il ritrovamento del corpo di Serena, non ricordo il giorno esatto, ma comunque prima del funerale Marco venne a casa mia e mi chiese se gli potevo tagliare i capelli. ‘Ma già te li tagli?’ dissi io. Mi rispose che a casa si erano arrabbiati perché non volevano le meches. Così glieli tagliai in bagno, rasati sotto e sopra un po’ più lunghetti”.

L’Importanza della Testimonianza

Questa è la testimonianza resa oggi in aula da Ramon Iommi, barbiere di Marco Mottola, uno degli imputati nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone, uccisa nel 2001. Iommi è stato ammesso al processo di secondo grado su richiesta della Procura, dopo che aveva commentato un post di Carmelo Lavorino, criminologo del pool difensivo della famiglia Mottola. Per Lavorino, il ragazzo al funerale di Serena aveva le meches. “Quando ho letto quel post ho detto, fallo dire a chi i capelli glieli ha tagliati”, ha dichiarato Lommi, che la mattina del primo giugno ha anche visto Serena. “Aveva uno stivaletto nero, un fuseaux nero e una magliettina a sfondo rosso. Mi ricordo che io ero alla fermata dell’autobus e Serena scendeva verso il bar Calderoni”.

La Testimonianza di Carmine Belli

Perché è importante la testimonianza di Ramon Iommi? Perché Carmine Belli, il carrozziere arrestato ingiustamente per l’omicidio di Serena Mollicone e assolto poi in tutti i gradi di giudizio, ha sempre sostenuto di aver visto la ragazza litigare con un giovane con i capelli biondi.

Omicidio Mollicone, il Carrozziere: “L’ho vista quella mattina, litigava con un ragazzo biondo”

“Il primo giugno vidi litigare due persone, una ragazza e un ragazzo biondo di fronte al bar Chioppetelle, vicino al paletto che indica la fermata del bus Cotral – ha dichiarato Belli oggi in aula -. Credo fosse Serena. I due erano rivolti verso la strada, di fianco a me, lui la teneva per un braccio come se lei volesse attraversare la strada ma lui la stesse bloccando. Non avevo focalizzato l’altezza, ma mi erano sembrati più o meno della stessa statura. Tornai anche sul posto per vedere se per caso ci fosse un dislivello sulla strada, perché in giro si diceva che lui fosse più alto”. Secondo l’accusa, quel giovane era proprio Marco Mottola. La litigata, quindi, potrebbe essere il movente per l’omicidio, avvenuto quel giorno stesso. Il ragazzo, imputato insieme alla sua famiglia, ha sempre negato di essere stato lui a discutere con Serena quel giorno.

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Le violazioni dei diritti umani devono essere sempre condannate

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Conflitto Israelo-Palestinese

# Il Presidente Mattarella Risponde agli Studenti

Il 16 maggio 2024, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha risposto agli studenti che lo hanno interrogato, tramite una lettera, su quanto sta accadendo a Gaza.

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# Il Contesto della Lettera

“Una lettera che è stata pubblicata mi ha sollecitato a non rinchiudermi in quella che è stata definita la torre d’avorio del rettorato ed entrando un cartello mi chiedeva cosa penso di quello che sta avvenendo a Gaza: non voglio lasciare questa domanda senza risposta”. Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invitato a intervenire all’Università di Roma La Sapienza per la ‘Giornata del laureato‘. Gli studenti mobilitati per la Palestina gli avevano inviato una lettera in cui lo invitavano a raggiungerli al presidio delle tende, per discutere di quanto sta avvenendo a Gaza e all’interno delle università.

# Dichiarazioni del Presidente

“Quello che penso di quel che avviene a Gaza l’ho detto pubblicamente e non in circostanze fortuite o informali ma in occasioni significative come l’intervento che ho fatto all’assemblea Generale dell’ONU o nella lettera inviata al presidente della Repubblica israeliano anche reiterando la richiesta di un immediato cessate il fuoco”, ha dichiarato il presidente.

“La condizione e la questione della pace in Medio Oriente, del diritto all’esistenza in sicurezza di Israele, dei diritti del popolo palestinese, e tra questi diritti quello di avere uno Stato in cui riconoscersi, è una questione che la comunità internazionale avverte con grande preoccupazione e non da oggi. E non soltanto da quando l’assassinio di tante persone inermi ad opera di Hamas ha innescato una spirale di spaventosa violenza. Tutto quel che riguarda la dignità delle persone, di ogni persona, la loro libertà, l’esigenza di rispettare il diritto umanitario, è indicato nella nostra Costituzione ed è quindi doveroso per la Repubblica italiana. Questo vale in ogni direzione. Questo criterio vale per le popolazioni civili, tra cui bambini, anziani, come per Gaza, come per il popolo palestinese, con migliaia di vittime, con molti orfani, con un gran numero di persone senza casa.”

# L’ONU Avverte

“A Gaza la catastrofe umanitaria è imminente, rischio carestia mai così grande.”

# Solidarietà Universale

“Vale per i ragazzi e le ragazze uccise e stuprate mentre ascoltavano musica in un rave il 7 ottobre dell’anno passato in Israele. Vale pensando anche ai bambini sgozzati in quel giorno. Vale per il rapper condannato all’impiccagione perché ha diffuso una canzone sgradita al regime del suo Paese, l’Iran. Vale per Mahsa Amini e per tante ragazze iraniane che dopo di lei sono state incarcerate, torturate, sovente uccise, per il rifiuto di indossare il velo o perché non lo indossavano bene. Vale per le ragazze cui è proibito di frequentare l’università e addirittura la scuola come avviene in Afghanistan.”

“Per la nostra Repubblica tutte le violazioni dei diritti umani vanno denunciate e contrastate. Tutte. Ovunque. Sempre. Perché la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati, a seconda delle relazioni internazionali tra parti politiche o movimenti.”

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Scomparsa di Emanuela non collegata a Mirella

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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

16 Maggio 2024

18:41

Chiamati dalla Commissione Bicamerale d’Inchiesta

I giornalisti Gianni Sarrocco e Fabrizio Peronaci sono stati chiamati dalla commissione bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Hanno presentato elementi nuovi, condiviso le loro piste, documenti e punti di vista, talvolta opposti.

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Sarrocco: I casi non sono collegati

Gianni Sarrocco del Tempo, che si è occupato del caso per due anni durante la direzione di Gianni Letta, ha dichiarato: “Non credo che i due casi di scomparsa siano collegati”. Chiamato in audizione, ha riferito questa mattina sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

Un elemento nuovo: L’agente segreto Gangi

Sarrocco ha rivelato un nuovo dettaglio: l’agente segreto Gangi era stato alla scuola di musica prima di lui. “L’ho visto firmando il registro delle presenze; lui era alla riga sopra. Ho fatto una foto, ma è andata persa. Lavorava al Sisde ed era fidanzato con la cugina di Emanuela Orlandi”.

La visione di Fabrizio Peronaci

Fabrizio Peronaci de *il Corriere della Sera* ha una visione diversa. Secondo lui, entrambe le ragazze potrebbero essere state prese per un “ricatto”, uno rivolto allo Stato italiano e l’altro al Vaticano.

Caso Orlandi, le chat del 2014

“Dossier su Emanuela deve sparire, non si può distruggere il Vaticano”

L’agente Gangi alla scuola di musica

Sarrocco ha spiegato: “Giulio Gangi, oltre ad essere agente del Sisde, era il fidanzato di una cugina di Emanuela Orlandi. Quando sono andato alla scuola di musica, ho notato il suo nome nel registro delle visite con la dicitura ‘Servizi Segreti’ e ho fatto una foto, mai pubblicata. Potrebbe essere rimasta negli armadi del giornale”.

Gangi morì due anni fa a 63 anni. Aveva seguito il caso dalla scomparsa fino al suo allontanamento dai servizi segreti dieci anni dopo, per indagini considerate inopportune.

L’audizione di Sarrocco

Sarrocco ha ribadito di non credere in un collegamento tra i due casi di scomparsa: “Credo piuttosto che si sia trattato di un adescamento”. Ha citato il coinvolgimento della sorella di Gregori, ma non ha mai pensato che i due casi fossero collegati.

L’audizione del giornalista Fabrizio Peronaci

Peronaci ha consegnato una memoria e 28 documenti allegati, una parte dei quali è stata secretata. Sostiene che la vicenda di Emanuela sia legata a quella di Gregori e alle tensioni politiche dell’epoca, includendo la pista internazionale e la Guerra Fredda.

Secondo lui, entrambe le scomparse potrebbero essere legate a un ricatto politico ed economico. Ha escluso la pista sessuale, ritenendo che Orlandi non fosse la prima scelta e riferendosi a pedinamenti di altre ragazze.

Audizione secretata per Peronaci

Nel corso dell’audizione, Peronaci ha menzionato un messaggio audio inviato da Boston al giornalista Cbs Richard Roth il 6 giugno 1983. Altri riferimenti riguardavano Marco Accetti, autodefinitosi coinvolto nel rapimento di Emanuela, ma considerato “esibizionista” da una perizia psichiatrica. Una perizia fonica recente mostra “una corrispondenza media della voce di Accetti con quella dei telefonisti del caso Orlandi pari all’86%”.

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Diciannovenne perde il controllo dello scooter e finisce in un canale: gravissimo

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Trasporto in Eliambulanza a Roma

Il ragazzo è stato trasportato in condizioni gravissime con l’eliambulanza a Roma. Sul posto sono arrivati gli agenti della Polizia Locale e il 118.

Grave Incidente a Latina

![Immagine di repertorio](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/28/2023/10/eliambulanza–1200×675.jpg)
Immagine di repertorio

Grave incidente questa mattina a Latina. Un ragazzo stava percorrendo via Sabotino a bordo del suo scooter quando, per cause ancora da accertare, ha sbandato, finendo fuori strada. Il 19enne è finito in un canale tra gli occhi atterriti degli automobilisti di passaggio, che hanno dato immediatamente l’allarme. Sul posto sono arrivati gli agenti della Polizia Locale, oltre agli operatori del 118. Date le condizioni gravissime del giovane, i soccorritori hanno fatto atterrare in strada l’eliambulanza, in modo da portarlo in ospedale nel più breve tempo possibile. Il 19enne è ora ricoverato a Roma in codice rosso. Non è noto se sia in pericolo di vita o meno.

Chiusura della Strada e Investigazioni della Polizia Locale

La strada è stata temporaneamente chiusa per il tempo necessario ai soccorsi e per permettere l’atterraggio dell’elicottero. La Polizia Locale sta lavorando per capire cosa è successo e come mai il ragazzo abbia perso il controllo dello scooter, finendo fuori strada. Dalle prime informazioni, sembra che si sia trattato di un incidente autonomo. Non ci sarebbero quindi altri mezzi coinvolti nel sinistro.

Ripercussioni sul Traffico

L’incidente ha inevitabilmente causato ripercussioni sul traffico stradale, con la chiusura della strada e lunghe code che si sono create in tutta la zona.

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Meloni: aumento del costo biglietto bus a Roma è colpa della città

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Bocciatura della Mozione del Partito Democratico

Il centrodestra ha bocciato alla Camera una mozione presentata dal Partito Democratico, che chiedeva al Governo lo stanziamento di 1,7 miliardi di euro per il Fondo nazionale trasporti per risolvere la crisi del Trasporto pubblico locale. Il primo firmatario, Andrea Casu, ha commentato: “Salvini e Meloni pensano di poter scaricare questo fallimento sugli attuali sindaci delle grandi città come Roma”.

Impatto del Provvedimento su Roma e Lazio

Un provvedimento che, per quanto riguarda Roma e Lazio, avrebbe certamente aiutato Regione e Campidoglio ad evitare l’aumento del costo del biglietto per bus e metropolitane nella Capitale. Andrea Casu, primo firmatario della mozione, evidenzia come la mozione sia il frutto del lavoro svolto in Commissione Trasporti, dove sono state raccolte le voci di tutto il settore, attualmente in fortissima crisi.

Intervista a Andrea Casu

# Casu: Sul Significato della Mozione

“Abbiamo portato in aula il lavoro svolto negli ultimi mesi in Commissione Trasporti, dove abbiamo ascoltato tutte le voci del Trasporto pubblico locale e abbiamo raccolto il grido di dolore di tutto il settore, che è in fortissima crisi. Sul tema si sono attivati tutti, dal presidente della Conferenza delle Regioni, il leghista Fedriga, che a novembre ha scritto a Salvini a tutti i sindacati che hanno chiesto il rinnovo dei contratti. Ma c’è stata anche l’iniziativa dei sindaci delle grandi città, ma anche dei piccoli comuni, delle comunità montane, delle aree interne e delle isole. Tutto il Trasporto pubblico locale non ce la fa e i problemi principali sono due: uno è legato all’aumento dei costi, dovuto anche agli investimenti. Per esempio, se grazie al Pnrr arrivano a Roma i nuovi bus elettrici è chiaro che ci saranno costi ulteriori da affrontare, per depositi e cambiamenti tecnologici. Il secondo problema è legato al rinnovo dei contratti. E quindi abbiamo individuato una cifra che era di 1,7 miliardi di euro, almeno 800 milioni per l’adeguamento dei costi e 900 milioni per il rinnovo dei contratti.”

# Reazione della Maggioranza

Il centrodestra ha riconosciuto di dover intervenire sulla riforma dei criteri di assegnazione, ma ha bocciato la mozione del Partito Democratico. “Il centrodestra ha riconosciuto di dover intervenire sulla riforma dei criteri di assegnazione. Tema certamente giusto, ma intervenire sui criteri senza dare rassicurazioni sul potenziamento delle risorse, significa alimentare una guerra tra poveri tra Regioni e Comuni. Significa in altre parole mettere in seria difficoltà l’intero settore. L’unico punto della mozione su cui la maggioranza ha votato a favore è la richiesta che abbiamo fatto sulla sicurezza dei lavoratori, sempre più oggetto di aggressioni, e cioè di rendere operativo l’accordo approvato dal precedente Governo. Di fatto Meloni e Salvini stanno voltando le spalle alla crisi del Trasporto pubblico locale. La crisi del Tpl è evidente ed è toccata con mano da qualsiasi cittadino che vuole muoversi da un’area interna fino alla città, o all’interno della stessa città tra centro e periferie. Queste difficoltà stanno di fatto dividendo i cittadini italiani in cittadini di serie A e di serie B.”

Strategie del Centrodestra

# Significato Politico del Voto

“La cosa più grave riguarda le motivazioni con cui hanno bocciato questa mozione. L’esponente di Fratelli d’Italia ha detto, testuali parole: ‘Provate a chiedere ai cittadini di Milano, di Roma, di Napoli o di Torino che giudizio hanno del loro trasporto pubblico locale. Io da milanese dico: negativo, come negativo immagino sia quello delle altre città. Ma chi governa queste città?’. La conseguenza logica di queste affermazioni è che si sta scegliendo di non intervenire di fronte al grido di dolore complessivo del Trasporto pubblico locale perché si pensa di poter scaricare questo fallimento sugli attuali sindaci delle grandi città come Roma. Ma se si ferma il Tpl, si ferma il Paese e la responsabilità sarebbe in prima battuta di questo Governo.”

# Trasporto Pubblico Locale: Una Questione Nazionale

“Si chiama Trasporto pubblico locale, ma è una grande questione nazionale. Ma questo i cittadini non lo percepiscono: se aspetti l’autobus, se sei fermo nel traffico, non attribuisci la responsabilità al Governo ma al sindaco della tua città. Ma a questi amministratori il centrodestra sceglie scientificamente di non dare in mano gli strumenti per rafforzare i trasporti, un settore che sta andando a picco in assenza di investimenti. In uno scenario di questo tipo l’effetto è che una parte politica può avere un vantaggio elettorale, ma da un punto di vista generale e dell’interesse dei cittadini è un vero disastro. Salvini e Meloni sospendano per qualche minuto le loro attività dedite alla campagna elettorale e alla propaganda per le Europee per concentrarsi sulla crisi del Trasporto pubblico e fare quello che gli chiedono anche esponenti dei loro stessi partiti, che sono sindaci e presidenti di Regione.”

Aumento del Costo del Biglietto a Roma

Manca il finanziamento da parte del Governo, mettendo in difficoltà Regione Lazio e Campidoglio. “Roma e Lazio hanno problemi legati a tanti fattori, come la ripartenza del turismo, che è positiva ma che certamente impatta sul Tpl, e la crisi climatica. Roma è certamente la città che più a bisogno di riequilibrare il finanziamento del Fondo nazionale trasporti. Basta un dato: Roma per far tornare i conti del Trasporto pubblico mette ogni anno 600 milioni di euro. È chiaro che al sindaco di Roma non si può chiedere di investire ulteriori risorse. E quindi, di fatto, non rafforzare questi finanziamenti significa, in altre parole, cercare di spingere le amministrazioni locali ad aumentare il costo del biglietto per bus e metropolitane, perché alla fine i conti in qualche modo devono tornare. Mentre l’Europa e il mondo vanno verso il cosiddetto biglietto climatico, come in Germania, per consentire alle persone di beneficiare del diritto alla mobilità accessibile e sostenibile per tutti e per tutte, noi rischiamo di andare nella direzione opposta facendo pagare di più il biglietto per servizi che oltretutto non migliorano.”

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Arrestato stalker 60enne a Vitinia per aver lanciato molotov contro l’auto dell’ex compagna

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Arresto per Stalking e Ricettazione

Un uomo è stato arrestato per stalking e ricettazione. Messaggi intimidatori, offese e minacce: il culmine si è raggiunto quando ha lanciato molotov nell’auto della ex.

![Foto Archivio](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/28/2023/01/molotov-4-2-2-3-1674994653697-1200×675.jpg)

Foto Archivio

Persecuzione e Aggressione

Perseguita e aggredisce la ex compagna, poi le lancia tre molotov nell’automobile: queste le accuse per cui un uomo di 60 anni è finito in carcere. È successo a Vitinia, una frazione a sud ovest di Roma, intorno metà aprile.

Violenza e Minacce Continue

Una vicenda, quella che ha portato all’arresto del sessantenne, segnata da molti episodi di violenze nei confronti della donna, che dopo una serie di liti furibonde ha deciso di lasciarlo. Nonostante la fine della relazione, gli episodi di violenza, le offese e le minacce erano ben lontane dall’essere terminate.

Tre Molotov Contro l’Auto dell’Ex a Vitinia

I fatti sono accaduti a metà aprile a Vitinia, una frazione della periferia sud ovest del comune di Roma, come riportato da *la Repubblica*. L’uomo la mattina del 12 aprile ha messo in atto il blitz delle molotov. Nel tentativo di non farsi scoprire e riconoscere dall’ex compagna, ha comprato una Smart rubata e si è affiancato così all’automobile dell’ex, parcheggiata sotto la casa della donna. Ha rotto i vetri dell’auto e ha lanciato i tre ordigni nella macchina. Fortunatamente le bottiglie incendiarie non sono esplose e non hanno causato danni a persone o cose, neanche alla macchina.

Minaccia la Compagna

Minaccia la compagna, lei si rifugia con la bimba dai vicini: lui la insegue e viene arrestato.

L’Intervento delle Forze dell’Ordine

Dopo il lancio delle bottiglie, i carabinieri si sono messi sulle tracce del responsabile. Poche ore dopo l’accaduto, i militari dell’Arma hanno bussato a casa dell’uomo e trovato all’interno dell’appartamento una tanica di benzina, un imbuto e delle bottiglie simili a quelle che il sessantenne voleva far esplodere nell’auto dell’ex compagna. La prova del nove è arrivata, infine, con il suo riconoscimento da parte del titolare di una macelleria che aveva assistito alla scena e osservato tutto.

Arresto e Accuse

I carabinieri della stazione di Vitinia hanno chiamato la proprietaria dell’auto e il negoziante ha descritto l’uomo, che combaciava perfettamente alla descrizione della donna, minacciata da tempo. L’uomo è stato così arrestato in flagranza differita e l’automobile usata per il piano delle bottiglie è risultata rubata. Il sessantenne ora è in carcere per stalking, danneggiamento e ricettazione dopo un’indagine da parte della pubblico ministero Daniela Cento.

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Chef Rubio aggredito vicino casa: dettagli sull’accaduto e sul pestaggio

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Le dichiarazioni di Chef Rubio dopo l’aggressione

“Dopo quella coraggiosa spedizione punitiva voi sionisti mi fate ancora più schifo”, ha dichiarato Chef Rubio all’indomani dell’aggressione subita sotto casa. Intanto, dal mondo della politica arrivano le prime reazioni.

![Chef Rubio il giorno dopo l’aggressione, foto da X.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/28/2024/05/chef-rubio-violenza-1200×675.jpg)

La reazione di Chef Rubio sui social

In un nuovo post su X, pubblicato il giorno dopo il pestaggio, Chef Rubio si mostra con una maglietta raffigurante la bandiera della Palestina, facendo il segno della vittoria con le dita e un sorriso sul volto. “Ebrei sionisti, terroristi”, ha scritto Rubio.

Dettagli dell’aggressione

“Alla fine punti in testa dove mi hanno dato la martellata, tagli ed escoriazioni dove mi hanno preso a mattonate, frattura dell’orbita facciale dove sono finiti i 60 pugni mirati, e si ricomincia. Un abbraccio alla comunità ebraica”, ha scritto Chef Rubio dopo essere stato curato al pronto soccorso. La testa è ancora fasciata e l’occhio molto gonfio. Nonostante tutto, non ha ancora sporto denuncia. La Digos sta investigando sul caso, diventato virale in breve tempo.

![Chef Rubio al pronto soccorso dopo l’aggressione.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/28/2024/05/chef-rubio-ospedale.jpg)

La ricostruzione dell’aggressione da parte di Chef Rubio

“Il giorno dopo, il sionismo fa ancora più schifo – scrive in un nuovo post su X Rubini – Grazie alle comunità ebraiche che permettono tutto ciò, grazie alla coraggiosa spedizione punitiva dei 6 sionisti che armati come il 25 Aprile di martello hanno provato in farmi la pelle”, condividendo le foto dell’automobile con i finestrini frantumati.

![I vetri dei finestrini frantumati e gli schizzi di sangue in auto pubblicati da Chef Rubio su X.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/28/2024/05/sangue-martello-rubio.jpg)

Chef Rubio: da Unti e Bisunti alla Palestina

“Zionism = Mafia, Genocide, Ethnic Cleansing, Colonialism, Terrorism, Racism, Fascism, Supremacism”. Questo è il modo in cui Chef Rubio si presenta nella biografia su X. Conosciuto come rugbista e in seguito come personaggio televisivo nei suoi programmi di cucina, come Unti e Bisunti, Chef Rubio ha iniziato la sua carriera come cuoco in Nuova Zelanda, completando la sua formazione in Italia come Chef Internazionale di Cucina italiana.

L’impegno per i diritti umani e le controversie nel conflitto a Gaza

Dopo essere stato testimonial di Amnesty International, ruolo terminato nel 2018, Chef Rubio si è spesso trovato al centro di discussioni riguardanti il conflitto Israelo-Palestinese. Nel 2019, definì “esseri abominevoli” gli abitanti di Israele, portando a una denuncia da parte della comunità ebraica di Treviso. Le dichiarazioni controverse non sono finite qui.

![Chef Rubio il giorno dopo l’aggressione con una maglietta dei colori della bandiera della Palestina, foto da X.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/28/2024/05/Screenshot-2024-05-16-at-12.52.47.jpg)

Le dichiarazioni contro Liliana Segre

Nel 2022 Chef Rubio ha indirizzato un post su X alla senatrice Liliana Segre, definendo “vergognoso” il suo “silenzio sistematico” riguardo alla “pulizia etnica” dei palestinesi in Israele. Questo post ha portato a una denuncia per messaggi diffamatori.

Le reazioni dei politici: da Furfaro a Bonelli, fino a Lollobrigida

Non sono mancate le reazioni politiche all’aggressione. Marco Furfaro del Partito Democratico ha condannato fermamente l’accaduto su X. Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi e Sinistra ha chiesto al ministro Piantedosi di attivarsi per individuare i colpevoli. Alfredo Antoniozzi di Fratelli d’Italia ha espresso solidarietà a Rubio, pur criticando le sue parole contro gli “ebrei sionisti”. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha fatto dichiarazioni provocatorie, evidenziando la distinzione tra la violenza subita e quella politica.

Amnesty International ha chiesto indagini immediate ed efficaci per identificare i responsabili dell’aggressione.

Il commento di Pacifici e il video in rete: “Va contestualizzato”

Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità ebraica romana, ha condannato le accuse di Chef Rubio, definendole istigazione all’odio. Un video di Pacifici del 10 ottobre, ora condiviso dai sostenitori della Palestina, è stato ripreso, suscitando ulteriori polemiche. Pacifici ha insistito sul fatto che il discorso fosse legale e chiede che chi ha compiti e ruoli intervenga per evitare ulteriori tensioni.

Cerchiamo di mantenere sempre il rispetto e la comprensione nelle conversazioni su temi così delicati.

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