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Cancro polmone, il ruolo dei linfociti B nella risposta positiva alle cure: lo studio

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Cancro polmone, il ruolo dei linfociti B nella risposta positiva alle cure: lo studio

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena (Ire) di Roma ha individuato un possibile meccanismo che spiega perché, in alcuni casi, il tumore del polmone risponde completamente alla chemio-immunoterapia prima dell’intervento chirurgico. Al centro di questa scoperta ci sono i linfociti B, cellule del sistema immunitario che, quando ben organizzate all’interno del tumore, possono attivare una potente risposta difensiva. I risultati dello studio, realizzato con il supporto di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, sono stati pubblicati sul ‘Journal for ImmunoTherapy of Cancer’.

Il lavoro – spiega una nota degli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) – nasce dalla collaborazione tra l’Unità di Immunologia e immunoterapia dei tumori, la Chirurgia toracica e l’Oncologia medica 2, e descrive il caso clinico di una paziente con tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc) e metastasi cerebrale sincrona. La paziente ha ottenuto una risposta completa e una lunga sopravvivenza libera da malattia dopo un trattamento neoadiuvante combinato, seguito da chirurgia e mantenimento immunoterapico. Lo studio identifica nei linfociti B e in specifiche strutture immunitarie presenti nel tumore dopo il trattamento un possibile indicatore chiave della risposta positiva alle terapie. Una scoperta che apre nuove strade per cure sempre più mirate nel campo dell’oncologia di precisione.

In Italia il tumore al polmone è la seconda neoplasia più frequente negli uomini e la terza nelle donne. Ogni anno si registrano oltre 40mila nuove diagnosi. Dal punto di vista clinico, si distinguono due tipi principali di tumore del polmone: il tumore polmonare a piccole cellule rappresenta il 10-15% dei casi; quello non a piccole cellule costituisce circa l’85% delle diagnosi. Lo studio dell’Ire si concentra proprio su quest’ultima forma e in particolare sulla terapia neoadiuvante, una strategia che prevede la somministrazione di trattamenti sistemici, come chemio e immunoterapia, prima dell’intervento chirurgico. L’obiettivo è ridurre la massa tumorale, eliminare le micrometastasi e stimolare una risposta immunitaria duratura. Nel tumore del polmone non a piccole cellule in fase iniziale, ma localmente avanzato, la terapia neoadiuvante con immunoterapia ha recentemente mostrato risultati promettenti, ma i meccanismi alla base della risposta efficace non erano ancora del tutto chiari.

L’uso di tecnologie di nuova generazione sta rivoluzionando la ricerca sul cancro, evidenzia l’Ire. Tecniche come la trascrittomica spaziale e l’analisi a singola cellula consentono di osservare come le cellule tumorali e le cellule immunitarie si distribuiscono all’interno del tumore e di comprendere come interagiscono dopo la terapia neoadiuvante.

“Dopo il trattamento neoadiuvante – riferisce Paola Nisticò, responsabile dell’Unità Immunologia e immunoterapia dei tumori del Regina Elena – abbiamo analizzato il tessuto tumorale con strumenti di altissima precisione ed è stata osservata una forte presenza di linfociti B e di strutture linfoidi terziarie nel tessuto polmonare residuo. Tali strutture possiamo descriverle come vere e proprie fabbriche di risposta immunitaria all’interno del tumore, e sembra abbiano un ruolo centrale nel generare una risposta efficace e duratura, suggerendo un potenziale nuovo biomarcatore predittivo di efficacia terapeutica”. Lo studio, precisa Nicla Porciello, ricercatrice Ire, ” dimostra, per la prima volta, come l’organizzazione locale dei linfociti B nel tumore possa contribuire alla produzione di anticorpi e alla memoria immunologica, aprendo nuove prospettive nell’ambito dell’oncologia di precisione”.

“All’Istituto Regina Elena – conclude Giovanni Blandino, direttore scientifico f.f. – il lavoro di un team multidisciplinare integrato e l’accesso a tecnologie diagnostiche avanzate rappresentano elementi fondamentali per affrontare il tumore del polmone con approcci sempre più efficaci. La stretta collaborazione tra immunologi, oncologi, chirurghi e patologi consente di tradurre rapidamente i risultati della ricerca in percorsi di cura innovativi per i pazienti”.  

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Università Link, iscrizioni per primo Hackathon in Italia su Ia e neurodivergenza

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Università Link, iscrizioni per primo Hackathon in Italia su Ia e neurodivergenza

(Adnkronos) – Sono aperte le iscrizioni per partecipare al primo Hackathon in Italia dedicato all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale per rendere il lavoro più accessibile, inclusivo e sostenibile per le persone neurodivergenti. Si svolgerà sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025 presso l’Università degli Studi Link di Roma, ed è organizzato da AssoSoftware, Fondazione Specialisterne Ets, Skilljob, Università degli Studi Link e Confprofessioni. L’obiettivo dell’iniziativa è stimolare la progettazione di soluzioni di IA capaci di migliorare concretamente l’efficacia professionale delle persone neuro divergenti, favorendo ambienti di lavoro flessibili, equi e realmente inclusivi. Le sfide previste toccano temi come la pianificazione delle attività, la gestione degli imprevisti, l’autoregolazione emotiva e sensoriale, l’ottimizzazione dei carichi cognitivi, l’adattamento delle interfacce e l’integrazione con software aziendali esistenti. 

L’Hackathon è aperto a giovani tra i 18 e i 35 anni residenti in Italia: studenti, professionisti, sviluppatori, designer, comunicatori, persone neurodivergenti e referenti nell’ambito della neurodivergenza e innovatori di qualsiasi disciplina interessati a lavorare su idee ad alto impatto sociale. E’ possibile partecipare singolarmente o in team da due a quattro componenti, anche senza un’idea già definita. Durante le due giornate dell’evento, i team lavoreranno all’elaborazione di un’idea di business, che sarà valutata da una giuria di esperti in base ai criteri di innovazione, fattibilità tecnica, coerenza con il tema e valore generato. 

Le iscrizioni apriranno lunedì 7 luglio 2025 e resteranno attive fino a venerdì 30 settembre 2025, attraverso la compilazione di un modulo online disponibile sul sito ufficiale dell’iniziativa: La partecipazione è gratuita e l’organizzazione coprirà i costi relativi al vitto durante l’evento. Il team vincitore riceverà un premio in denaro di 4.000 euro, che sarà corrisposto da AssoSoftware, Skilljob e Confprofessioni oltre alla possibilità di avere accesso a due sessioni di coaching con esperti di Università degli Studi Link. I primi tre team classificati che si costituiranno come impresa potranno inoltre iscriversi gratuitamente per un anno ad AssoSoftware. L’Hackathon ‘IA e neurodivergenza’ è più di una competizione: è un invito a ripensare il lavoro come spazio di espressione e valorizzazione delle differenze. Un’occasione per costruire, con la tecnologia, un futuro più giusto per tutte e tutti. 

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“Salute primo mattone di una società equa”. Aiop Lazio e la sfida dell’Italia che abiteremo

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“Salute primo mattone di una società equa”. Aiop Lazio e la sfida dell’Italia che abiteremo

(Adnkronos) – “Il futuro dell’abitare non può prescindere dal diritto alla salute, che rappresenta il primo mattone di una società equa, moderna e resiliente”. Un mattone solido con il quale per Maurizio Pigozzi, presidente dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) Lazio, si deve e si può affrontare la sfida di costruire ‘l’Italia che abiteremo’, questo il nome di un incontro promosso per domani, martedì 8 luglio, a Roma da Remind-Filiera immobiliare e in programma al Conference Center di Palazzo Inail.  

Il tema è complesso, coinvolge più fronti, e alla riflessione contribuirà anche il mondo della sanità. Pigozzi rappresenterà Aiop Lazio all’interno del panel ‘Salute tra sanità pubblica e privata’, dedicato all’integrazione tra sistema sanitario e sviluppo urbano. “Partecipare a ‘L’Italia che abiteremo’ significa per noi portare l’attenzione sul ruolo della salute come elemento strutturale dei territori e delle comunità – spiega Pigozzi – Non c’è sviluppo urbano o rigenerazione sociale senza strutture sanitarie adeguate, diffuse, innovative”. In questa prospettiva, aggiunge, “il contributo della sanità privata accreditata si conferma essenziale nel garantire un’offerta di cura accessibile, efficiente e integrata con il sistema pubblico”.  

Nel corso del suo intervento, il presidente Aiop Lazio ribadirà dunque l’importanza di “una vera politica dell’abitare che includa il potenziamento dell’assistenza territoriale, la promozione della prevenzione e l’investimento nella formazione degli operatori. La salute non è solo un servizio: è un valore che deve abitare le nostre città, le nostre case, le nostre scelte”. Il panel – si legge in una nota – prevede gli interventi di rappresentanti del mondo sanitario e istituzionale, in un confronto strategico sui modelli di coesistenza tra sanità pubblica e privata per un’Italia, spiegano i promotori dell’iniziativa, più sostenibile e vivibile. 

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