Roma e dintorni
Risate gluten free con Cecilia Forastieri, in scena al Casilino Sky Park

“Una cosa che mi ha formato da piccola è stato vedere mio papà in sedia a rotelle che scherzava sulla sua disabilità. Io lo sto facendo sulla celiachia. E’ simile, perché tutti i malati vengono visti come diversi”. Cecilia Forastieri è una stand up comedian romana. Ha 42mila follower tra Instagram e TikTok e ha collezionato oltre 1,5 milioni di like ai suoi video. La celiachia, quello che poteva essere la sua debolezza, è diventata il suo punto di forza. E così, i ristoranti senza glutine la pagano per essere recensiti e anche nei suoi spettacoli le risate gluten free sono il piatto forte: “Si può dire che essere celiaci in Italia è come essere albini in Africa. L’Italia è basata sulle 4 P: pane, pasta, pizza e pastarelle”.
Cecilia lo spiega chiaramente nel suo spettacolo ‘Misunderstandup’ (nome del collettivo di cui fa parte), che porta in scena ogni mercoledì di questa estate al Casilino Sky Park. E che ha tra i suoi obiettivi anche quello di far sentire meno solo chiunque abbia un disagio o un motivo per sentirsi ‘diverso’, non solo i celiaci, con cui chiaramente Cecilia ha un filo diretto: “Tantissimi ragazzi mi scrivono che non cenano assieme ai loro amici o li raggiungono dopo perché non riescono a far capire quello che vivono, oppure ragazze che non vanno in gita perché le maestre non sanno cosa sia la celiachia. Non partono per il campo scuola perché si sentono esclusi ad ogni pasto”. Le reazioni delle persone accomunano tutti i malati, non solo i celiaci: “Che sia il colore della pelle, una malformazione fisica o una malattia psichiatrica, comunque risulti diverso”. Cecilia si è fatta le ossa e sa gestire certe situazioni. “Ho trovato questa scappatoia: scelgo io il posto, poi gli amici si adeguano”. Anche lei però ha avuto persone che gli hanno fatto pesare la sua condizione: “I ragazzi con cui sono uscita mi hanno detto ‘Con te non si può andare a mangiare in nessun posto'”. Così Cecilia consiglia anche dal palco: “Fatevi forza e non abbiate paura di essere scortesi. Non è una cosa che avete scelto, è una malattia e va presa sul serio“.
Ma può anche essere il motore di uno show in cui si ride molto tra un invito ad una festa in cui l’unica cosa che puoi fare è bere del vino e una fila alla cassa del supermercato dove per acquistare alimenti senza glutine devi accedere un mutuo. Cecilia, 25 anni, alterna il teatro con il lavoro in banca. Ma il fatto di non aver avuto vita facile non la fa sentire una comica migliore: “Sicuramente se vieni da un quartiere difficile, come me, hai il 100% della fame però se vieni da una famiglia ricca magari vieni vista dalle persone come ‘la figlia di’ e mai come persona. La gente crede che tu non possa essere talentuosa. L’invidia non è un dramma come perdere un genitore ma è comunque un dramma sociale”. Ma soprattutto “nella stand up tutto può essere comico, tanto la ricchezza quanto la povertà. Non credo che Luca Ravenna venga da una realtà sociale devastante eppure trova il comico in tutto. Il comico deve essere anche bravo ad immedesimarsi: magari sono ricca, ho mentito fino a oggi e sul palco parlo tutto il tempo della mia vita da povera. Puoi fare e creare quello che ti pare”, conclude.
Roma e dintorni
Simonetta Cesaroni, i retroscena e un dattiloscritto inedito nel libro ‘L’intrigo di via Poma’

(Adnkronos) – Un retroscena mai raccontato prima, documenti inediti, un libro perduto: a pochi giorni dal 35esimo anniversario dell’omicidio di Simonetta Cesaroni – trovata senza vita il 7 agosto 1990 a Roma – è uscito in libreria ‘L’intrigo di via Poma – L’omicidio di Simonetta Cesaroni e il dattiloscritto perduto’ di Giacomo Galanti e Gian Paolo Pelizzaro (edizione Baldini+Castoldi, collana TempoReale).
Via Poma. Due parole. E nella mente di tanti si materializza una foto degli anni Novanta. C’è una giovane in spiaggia in costume da bagno intero di colore bianco. Si chiama Simonetta Cesaroni. Il 7 agosto 1990 viene uccisa a Roma nell’ufficio dove si recava due volte a settimana, di pomeriggio, per registrare al computer la contabilità. Il suo caso è ancora irrisolto – si ricorda nella presentazione del libro – ma il 19 dicembre 2024 l’omicidio è tornato al centro delle cronache per la decisione della gip di proseguire le indagini, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. I punti salienti del delitto che la giudice ha evidenziato nella sua ordinanza erano già stati puntualmente indicati in un lavoro del giornalista Gian Paolo Pelizzaro – dal titolo L’intrigo – pronto per la pubblicazione e acquisito agli atti dal magistrato di allora, il 31 ottobre 1996. Ed è stato un altro giornalista, Giacomo Galanti, a ritrovare il dattiloscritto di quel libro, mentre nel 2020 cercava i documenti per il podcast ‘Le ombre di via Poma’.
“Terminato di scrivere un libro-inchiesta su questa terribile vicenda, mi sono imbattuto in una testimonianza particolarmente importante. Sentii quindi il dovere di riferire tutto al magistrato, il 31 ottobre del 1996 mi recai in procura con il dattiloscritto del libro e il magistrato lo acquisì agli atti imponendo il riserbo per svolgere le indagini”, racconta all’Adnkronos Pelizzaro, giornalista, ricercatore e saggista spiegando che il suo lavoro all’epoca era incentrato sulla notizia di “fogli firma” usati dai dipendenti per registrare gli orari di entrata e di uscita sul posto di lavoro. Un particolare tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache lo scorso anno, quando poi il gip ha respinto la richiesta di archiviazione del caso.
“Il libro è la pubblicazione di quel dattiloscritto che risaliva al ’96 con tutti gli aggiornamenti di ciò che è avvenuto dopo, proprio alla luce delle informazioni che avevo fornito agli inquirenti – spiega Pelizzaro – Questo libro è una ricostruzione complessiva di tutta la vicenda del delitto di via Poma con un taglio non aggressivo né scandalistico: ci abbiamo tenuto a scrivere di questa tragedia con il massimo rispetto per la vittima, per i parenti della vittima e per tutti coloro che sono stati trascinati dentro a questo caso”.
Giacomo Galanti, giornalista e autore di documentari, spiega: “Negli ultimi cinque anni ho lavorato tantissimo su questo caso, l’ho studiato a fondo e all’inizio mi sono imbattuto in questo dattiloscritto che Pelizzaro aveva iniziato a scrivere e che era stato acquisito agli atti. Un’idea di libro che non era stato mai pubblicato”.
E’ nato così il contatto tra i due giornalisti che, dopo l’ordinanza con la quale il gip ha respinto l’archiviazione, hanno deciso di lavorare al volume ora in libreria: “Per la prima volta un giudice mette nero su bianco tutte le ombre sul caso e che riguardano l’ufficio degli ostelli, dove è stata uccisa Simonetta, e alcune ingerenze esterne che probabilmente ci sono state – osserva Galanti – E visto che sia Gianpaolo Pelizzaro allora, sia io ci eravamo occupati di questi particolari, abbiamo pensato fosse il caso di riprendere il filo e di ricostruire tutto”.
Roma e dintorni
A Roma primo impianto in Europa di un condotto aortico pre-assemblato

(Adnkronos) – E’ stato eseguito il 24 luglio allo European Hospital di Roma, su 70enne con aneurisma dell’aorta e valvola aortica compromessa, il primo impianto in Europa di un condotto aortico pre-assemblato che ha permesso la sostituzione combinata di valvola aortica, radice aortica e aorta discendente. Konect Resilia è il nome della nuova tecnica, “una procedura altamente innovativa che rappresenta un importante passo avanti nella cardiochirurgia complessa”, progettata da Edwards Lifescience con l’obiettivo di “migliorare la durata dell’impianto e ridurre i rischi per il paziente”. Lo annuncia il gruppo Garofalo Health Care (Ghc), a cui fa capo lo European Hospital. In sala operatoria l’équipe di Ruggero De Paulis, dal 2006 direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia della struttura, “riconosciuto a livello internazionale come una delle eccellenze nella chirurgia cardiovascolare”, ricordano dal gruppo.
Il dispositivo Konect Resilia, prima soluzione pronta per l’impianto disponibile in Europa per le procedure bio-Bentall, viene descritto come un condotto aortico avanzato, già assemblato, che semplifica la sostituzione completa della radice aortica con valvola biologica integrata. Il device di Edwards Lifescience utilizza il tessuto Resilia, una tecnologia brevettata che preserva l’integrità del tessuto biologico, e un condotto aortico concepito proprio in European Hospital da De Paulis più di 20 anni fa, spiega una nota. La soluzione preconfezionata adesso disponibile – si legge – consente una riduzione dei tempi operatori e una semplificazione della procedura chirurgica, particolarmente vantaggiosa in situazioni di urgenza o su pazienti ad alto rischio. Questa tecnologia consente di bypassare completamente la valvola aortica malata, ripristinando il corretto flusso ematico dal ventricolo sinistro all’aorta, in pazienti in cui la sostituzione valvolare standard non è praticabile.
Con questo intervento lo European Hospital di Roma si conferma centro di riferimento europeo per l’adozione di tecnologie cardiochirurgiche all’avanguardia, sottolinea Ghc. Secondo il rapporto Prevale 2025 (Programma regionale di valutazione degli esiti) – rimarca il gruppo – lo European Hospital è al secondo posto nel Lazio per basso tasso di mortalità a 30 giorni da interventi di valvuloplastica o sostituzione delle valvole cardiache, oltre a essere al secondo posto per volume di ricoveri per il trattamento delle patologie alle valvole cardiache.
“Si è trattato di un intervento particolarmente delicato – afferma De Paulis – poiché è stato necessario trattare un aneurisma e sostituire una protesi valvolare malfunzionante, in un paziente particolarmente fragile. La possibilità di impiantare un condotto aortico già assemblato altamente innovativo ha permesso che l’operazione si svolgesse rapidamente per ridurre i tempi operatori e senza criticità, e ne sono particolarmente soddisfatto”.
Commenta Maria Laura Garofalo, amministratore delegato del gruppo Garofalo Health Care: “Questo nuovo primato rappresenta un risultato di grande valore non solo per lo European Hospital, ma per l’intero gruppo Ghc. L’adozione della tecnologia Konect Resilia conferma la nostra vocazione all’innovazione clinica e al continuo miglioramento dell’offerta sanitaria. E’ un passo decisivo all’interno del più ampio progetto di sviluppo che stiamo portando avanti sull’asse European Hospital-Aurelia Hospital, con l’obiettivo di creare un polo di assoluta eccellenza a livello internazionale”.
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