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Cronaca

Apertura straordinaria di 72 dimore storiche nel Lazio

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Apertura straordinaria di 72 dimore storiche nel Lazio

Apertura straordinaria di 72 dimore storiche nel Lazio. Il castello Colonna a Genazzano, il castello Massimo di Arsoli, il castello Theodoli di Ciciliano, il complesso di Monterano, il ninfeo di Bramante, palazzo Chigi ad Ariccia. Ed ancora il castello di Rocca Sinibalda, l’abbazia di San Pastore a Greccio, palazzo Latini a Collalto Sabino, la rocca dei Farnese a Cellere, il castello di Civitella Cesi di Blera, il casale delle Cignacce a Roma e tanto altro ancora.

Apertura straordinaria di 72 dimore storiche nel Lazio. Entrata gratuita al pubblico domenica 21 ottobre. L’iniziativa, denominata ‘Giornata delle dimore storiche del Lazio’, è stata presentata dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e dall’assessore regionale al Turismo Lorenza Bonaccorsi alla sede dell’ex Gil di Trastevere. Obiettivo, secondo la Regione, quello di scoprire parte dell’immenso patrimonio della nostra regione. Dimore, giardini, parchi e ville storiche su tutto il territorio inseriti nella rete delle dimore storiche costituita nel 2017 in applicazione della legge regionale 8/2016. Al momento raccoglie 109 siti pubblici e privati selezionati attraverso un bando pubblico.

A queste dimore, tramite avviso pubblico che verrà pubblicato a novembre, la Regione Lazio destinerà 500mila euro per interventi di manutenzione e recupero. Dall’1 novembre al 30 dicembre saranno straordinariamente riaperti i termini per presentare le nuove candidature ed accedere alla rete delle dimore storiche. L’elenco completo dei siti e le informazioni necessarie per effettuare una visita sul sito www.dimorestorichelazio.it.

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Attualità

Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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Cronaca

“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

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“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

MedicoInsultaPaziente In un tranquillo studio medico a Roma, un anziano dottore si è rifiutato di riconoscere l’identità di una donna transgender, scatenando un caso che sta facendo discutere tutti!

L’incontro che ha scioccato

Durante una visita medica in uno studio privato nel quartiere di La Storta, a nord di Roma, una donna di 45 anni si è trovata di fronte a un medico di circa settant’anni che ha assunto un atteggiamento ostile fin dal primo momento. La paziente, accompagnata dal marito per una visita specialistica, ha descritto l’episodio come un vero e proprio attacco verbale, con il dottore che ignorava il nome e il genere indicati nei suoi documenti ufficiali.

Le parole che hanno ferito

Il medico non si è limitato a un rifiuto formale: ha pronunciato commenti apertamente transfobici, affermando frasi come “Tu sei un uomo e ti devi vergognare per come ti presenti” e “Non ho intenzione di farmi prendere in giro da queste finzioni biologiche”. Secondo la ricostruzione, l’uomo ha respinto l’idea di adattare la sua pratica medica a “queste ideologie”, lasciando la donna senza il certificato medico di cui aveva bisogno e in preda a un profondo sconforto.

La battaglia legale in corso

La donna ha deciso di non rimanere in silenzio e, assistita dall’avvocato Fabrizio Consiglio, ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma. Il caso è ora al vaglio dei magistrati, con accuse che includono istigazione all’odio per motivi di identità di genere, violenza privata, diffamazione aggravata e possibili molestie. Le indagini stanno verificando se il comportamento del medico abbia violato i doveri legati alla sua professione convenzionata.

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