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CASAMONICA Un membro della famiglia arrestato dalla Polizia: il motivo

CASAMONICA Un membro della famiglia arrestato dalla Polizia: ecco il motivo.
CASAMONICA Un membro della famiglia arrestato dalla Polizia. L’accusa a suo carico è di maltrattamenti alla moglie. Il fermo è scattato in seguito alla denuncia della donna, da anni prima convivente e poi sposata con Raffaele Casamonica, 47enne ritenuto esponente del clan. Lo scorso aprile sono partite le indagini, di cui la Procura ha incaricato la IV sezione della Squadra Mobile. Ad essa la donna ha raccontato della spirale di violenza da cui aveva avuto difficoltà a uscire e delle condizioni in cui viveva, con prevaricazioni, umiliazioni, percosse, abusi.
La donna ha inoltre riferito di essere stata minacciata di morte dopo l’arresto del marito, vista la sua trasgressione alle “regole” imposte dalla “famiglia Casamonica”, cui aveva fatto seguire il taglio dei capelli e l’indossatura dei pantaloni. Con il marito assente, ci avrebbe infatti pensato tutta la cerchia dei familiari a tenerla sotto controllo e farle rispettare i loro ordini.
Nei giorni scorsi e’ stata eseguita l’ordinanza, emessa dal Gip di Roma, di custodia cautelare in carcere per maltrattamenti anche sulle due figlie e violenza sessuale. Raffaele Casamonica è stato dunque condotto nel carcere di Rebibbia, dove dovrà restare fino al 2031.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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