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Cronaca

ROMA Polizia in campo contro la violenza sulle donne: il bilancio

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ROMA Polizia in campo contro la violenza sulle donne: il bilancio

ROMA Polizia in campo contro la violenza sulle donne: il bilancio.

ROMA Polizia in campo contro la violenza sulle donne. L’attività, svolta nelle ultime settimane dalla IV sezione della squadra mobile di Roma, è stata coordinata dai magistrati del pool Antiviolenza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Grazie ad essa, si è posto fine alla spirale di gravi abusi fisici e psicologici vissuti dalle vittime.

Il primo episodio, all’inizio della settimana, in piazza Augusto Righi. Qui gli agenti hanno sottoposto a custodia cautelare in carcere D.M, italiano di 46 anni, già noto per atti persecutori e lesioni personali aggravate. A ordinare il provvedimento il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma. Motivo le reiterate condotte violente e ossessive dell’uomo nei confronti di una donna di circa quarant’anni, con cui aveva avuto una relazione sentimentale.

La vittima, in maniera sofferta ma mai contraddittoria, ha raccontato agli inquirenti tutta la sua drammatica vicenda, dal loro primo incontro anni prima, fino alla crescita della paura e alla decisione di uscire dal clima di violenza in cui la ossessiva gelosia dell’uomo la faceva vivere. Anni di abusi fisici e psicologici: disprezzo, offese, umiliazioni e sequestro del telefono. Senza contare le botte, nel corso di furenti discussioni nate da futili motivi, in cui, sotto gli occhi della figlia minorenne, distruggeva anche gli oggetti che gli capitavano a tiro.

Isolata da ogni contesto relazionale, la donna provava a porre fine al rapporto, ma lui, con telefonate e citofonate continue, cercava la riappacificazione, salvo poi ricominciare a picchiarla e insultarla subito dopo. A interrompere il terribile ciclo gli agenti della Squadra Mobile, che lo hanno rintracciato poco dopo l’ultima aggressione e portato nel carcere di Regina Coeli a disposizione dell’autorita’ giudiziaria.

Rinchiuso invece a Rebibbia, V.B., albanese di cinquant’anni. Reduce da una condanna mesi prima a quattro anni per maltrattamenti nei confronti della moglie e delle tre figlie, aveva poi ricevuto un decreto di espulsione e rimpatrio in Albania tramite frontiera aerea, con divieto di far rientro in territorio italiano per dieci anni. L’uomo è riuscito però a rientrare clandestinamente nel nostro paese e si è messo ostinatamente alla ricerca della ex moglie e delle figlie. Che erano tornate a vivere una vita serena, dopo un periodo trascorso in una casa rifugio della rete di supporto alle vittime di violenza.

Dopo aver avvistato l’uomo nei pressi della Stazione Termini, gli investigatori della IV sezione della Squadra Mobile hanno avviato le ricerche e, alcuni giorni dopo, lo hanno intercettato in via Palmiro Togliatti, arrestandolo in flagranza di reato per la violazione delle norme sull’Immigrazione. Processato per direttissima, è stato incarcerato per i maltrattamenti passati su ordine della Procura Generale presso la Corte di Appello di Roma e lo hanno riaccompagnato a Rebibbia, dove dovra’ scontare una pena aggravata dai nuovi reati commessi.

Reprimere questi reati di violenza di genere è stato possibile ai militari grazie al coraggio delle stesse vittime, riuscite a denunciare le gravi violenze subite per uscire dalle loro drammatiche storie. In questo modo hanno messo in moto le istituzioni, attraverso l’attivita’ degli investigatori specializzati, diretti dai magistrati del pool Antiviolenza della Procura di Roma.

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Chi è Stella Ford, la misteriosa moglie di Rexal?

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Chi è Stella Ford, la misteriosa moglie di Rexal?

#IlMisteroDiStellaFord Che Scioccante Scoperta in un Parco di Roma? #Omicidio #EnigmaUmano

La Strana Storia degli Incontri con la Polizia

Immaginate una donna che si presenta come moglie di un uomo misterioso, fermata due volte dalla polizia senza documenti. Ecco cosa è successo: Stella Ford, il nome che ha usato, è stata avvistata per la prima volta il 20 maggio a Campo de’ Fiori, al fianco di Rexal Ford, un uomo ubriaco e ferito che non ha chiesto aiuto. Gli agenti non si sono allarmati, pensando a un semplice incidente. Poi, dieci giorni dopo, la coppia è stata coinvolta in una lite vicino a San Pietro, dove Rexal è stato identificato grazie al suo passaporto. Stavolta, è scattato lo “Scudo”, un sistema per tracciare casi di violenza, ma Stella non era ferita e sono stati lasciati andare. Che cosa nascondevano questi incontri?

Il Decesso che Lascia Tutti Senza Parole

Otto giorni dopo l’ultimo episodio, il corpo di Stella Ford è stato trovato completamente nudo tra gli oleandri del vasto parco di Villa Doria Pamphilj a Roma – un luogo che ora è al centro di un intrigante enigma. Il suo decesso rimane avvolto nel mistero: il corpo era in uno stato di decomposizione avanzata, rendendo difficile stabilire la causa. Si sospetta un soffocamento, simile a quello che potrebbe aver coinvolto anche una bambina piccola, ma gli esami sono ancora in corso. Chi era questa donna di circa 30 anni, e quali oscuri eventi l’hanno condotta a una fine così tragica?

Le Testimonianze che Alimentano la Curiosità

Amici dello sceneggiatore californiano Rexal Ford ricordano Stella quando era incinta, in un incontro a Malta, dove i due potrebbero essersi conosciuti e sposati. Le uniche informazioni affidabili arrivano dai genitori di Rexal, un’accusata coppia benestante statunitense, che l’hanno vista solo attraverso foto inviate via chat. Dicono che potrebbe essere russa o ucraina, ma non ne sono sicuri, e i controlli stanno verificando se il matrimonio è stato regolare. Intanto, Rexal è in Grecia per un interrogatorio legato a un mandato d’arresto europeo, e le autorità italiane attendono la sua estradizione per approfondire le indagini, inclusi test del DNA. Con lui, solo uno zaino e dispositivi sequestrati – nessun indizio sulla donna o la bambina. Che segreti emergeranno da questa storia?

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Rexal Ford non è il vero nome del sospettato per l’omicidio a villa Pamphili: all’anagrafe Usa ha un nome meno esotico.

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Rexal Ford non è il vero nome del sospettato per l’omicidio a villa Pamphili: all’anagrafe Usa ha un nome meno esotico.

#SvelatoUnMisteroChocLeDueIdentitàDellUomoCoinvoltoNelCasoDellaBambinaDiRoma

Il colpo di scena nei registri statunitensi

Immaginate di scoprire che l’uomo fermato in Grecia per un tragico delitto ha un’identità segreta: nei documenti ufficiali degli Stati Uniti, il suo nome non corrisponde a quello sul passaporto. È un dettaglio che fa balzare alle stelle la curiosità in questo caso internazionale, legato alla morte della piccola innocente trovata senza vita nel parco più grande di Roma. Gli inquirenti stanno scavando a fondo, e ogni nuova rivelazione promette di ribaltare le carte in tavola.

Le conferme che alimentano i sospetti

Ma c’è di più: mentre le indagini procedono, emergono prove inconfutabili sulla paternità dell’uomo, un elemento che aggiunge un velo di suspense e fa sorgere mille domande. Chi è davvero questa figura enigmatica, e come si inserisce nel quadro di un evento così drammatico? Le autorità non hanno ancora svelato tutti i dettagli, ma l’attesa per le prossime mosse è palpabile, con potenziali colpi di scena che potrebbero cambiare tutto.

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