Cronaca
RICONOSCE AGENTE CHE AVEVA ARRESTATO IL COMPAGNO E LO AGGREDISCE

Nei guai una donna di 48 anni che ha aggredito un agente di polizia causandogli un trauma radico-cervicale e una contusione alla spalla.
RICONOSCE AGENTE CHE AVEVA ARRESTATO IL COMPAGNO E LO AGGREDISCE. Una donna di 48 anni si è scagliata contro un agente di polizia che la scorsa settimana aveva arrestato il suo compagno.
Il fatto è accaduto nella stazione ferroviaria di Napoli e la donna, residente ad Acerra, è finita in manette. L’agente ha riportato un trauma radico-cervicale e contusione alla spalla sinistra a seguito dell’aggressione subita.
La donna era stata fermata per un controllo di routine dalla polizia e un agente le aveva chiesto di fornire i documenti, ma a quel punto la 48enne aveva iniziato ad inveire contro il poliziotto, aggredendolo anche fisicamente, riconoscendolo come colui che aveva arrestato la scorsa settimana il suo compagno.
L’aggressione è stata ripresa dalle telecamere del sistema di videosorveglianza della stazione di Napoli Centrale. La donna è stata arrestata per i reati di oltraggio, resistenza, violenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale e al momento si trova ai domiciliari. Il poliziotto ha riportato un trauma radico-cervicale e contusione alla spalla sinistra guaribili in sette giorni.
Cronaca
Contro l’invasione dei bus turistici, i residenti si uniscono a Confcommercio

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La Richiesta di Confronto al Campidoglio
A Roma, le strade centrali sono da sempre un labirinto di auto e turisti, ma ora c’è una mossa che sta accendendo la curiosità. I rappresentanti locali hanno presentato una richiesta ufficiale al Campidoglio per un tavolo di confronto, lasciando tutti a chiedersi: quali cambiamenti sono in arrivo?
Cosa Si Nasconde Dietro le Strade Centrali
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Cronaca
La denuncia di Federica: l’iniezione che ha cambiato tutto

#FillerLabbra #MedicinaEsteticaScoperta L’incubo di una donna sfigurata da un trattamento illegale e low cost – ecco i rischi nascosti del mondo della bellezza!
La tentazione dei social e l’incontro con l’ignoto
Federica Funi, 34 anni di Roma, pensava di aver trovato l’offerta perfetta per rendere le sue labbra più affascinanti, ma il tentativo di risparmiare si è trasformato in un vero disastro. Ogni giorno, scorrendo i feed dei social, si imbatteva in post di dottoresse dell’Est Europa che promettevano risultati sorprendenti. Curiosa e attirata da prezzi apparentemente irresistibili, ha contattato una dottoressa bulgara via Instagram, usando il traduttore per superare la barriera linguistica. Ma quello che sembrava un appuntamento rapido si è rivelato un incubo: iniezioni eseguite in un appartamento affittato, senza verifiche o sterilizzazione adeguata.
I pericoli di procedure non regolamentate
Federica aveva già filler alle labbra, ma la dottoressa non ha esitato a iniettarne altro, ignorando ogni cautela. “Se fosse stata competente, mi avrebbe consigliato di sciogliere prima il vecchio filler”, racconta con rammarico. L’appuntamento, fissato con appuntamenti ogni 30 minuti, si è svolto in una casa di fronte al Colosseo, convertita temporaneamente in uno studio improvvisato. Strumenti non sterilizzati, comunicazioni a gesti e zero visite preliminarie: non c’era traccia di trasparenza o professionalità, alimentando subito i sospetti di Federica.
Le conseguenze devastanti e i segni permanenti
Il filler utilizzato, chiamato Sardenya e non autorizzato, non si è riassorbito come promesso, lasciando labbra deformate con bozzi, grinze e un buco al centro. “Sembravo un mostro”, confida Federica, che ha dovuto sottoporsi a interventi dolorosi come l’ialuronidasi e persino piccoli fori per rimuovere il prodotto. Il risultato? Labbra che ora appaiono come un palloncino sgonfio, con effetti psicologici che l’hanno costretta a isolarsi. Tutto per un costo leggermente più basso, che alla fine non è valso nemmeno la promessa di una tecnica “Russian Lips” esclusiva.
Il business sommerso e il silenzio delle vittime
In un mondo di filler low cost e dottoresse itineranti, Federica non è l’unica a cadere in questa trappola. Operazioni a domicilio, senza regolamentazioni, attirano chi cerca shortcut per la bellezza, ma i rischi sono altissimi. Nonostante il trauma, Federica non ha denunciato la dottoressa, complice l’anonimato e il lavoro “a nero”. “Prima ci vai senza pensarci, poi ti chiedi come hai potuto”, ammette, evidenziando un fenomeno che continua a crescere nell’ombra.
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