Attualità
CORONAVIRUS — Monitorato lo staff di Zingaretti e Orlando

CORONAVIRUS — Nella giornata odierna ha parlato il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, alla luce dell’annuncio di Nicola Zingaretti che ha reso noto di essere stato colpito dal coronavirus. “Non ho alcun sintomo ma naturalmente farò dei controlli” ha dichiarato Orlando. Con il leader del Pd in isolamento domiciliare, toccherà al vice assumere la direzione del partito anche se il segretario in carica ha assicurato di poter svolgere il suo lavoro anche da casa. Proprio Zingaretti in un videmessaggio rassicurante sulle sue condizioni afferma di aver avvisato sia il vicepresidente della giunta regionale per mandare avanti il lavoro sia il vicesegretario Orlando. Questi, con gli organismi in carica seguirà tutte le attività politiche. Intanto, a scopo precauzionale, lo staff del segretario e gli esponenti del partito che sono stati a contatto con il leader in questi giorni si stanno sottoponendo ai controlli del caso, a partire dai tamponi specifici. Si starebbe valutando anche una possibile chiusura della sede del Nazareno.
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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