Attualità
Assunta in campidoglio la compagna dell’assessore Lemmetti: è bufera

La compagna dell’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti è stata assunta nello staff dell’assessorato all’Urbanistica
Nuova bufera in Campidoglio. Sarebbe infatti scoppiato un caso di parentopoli all’interno della Giunta Raggi. Silvia Di Manno, compagna dell’assessore al Bilancio Gianni Lammetti, è stata infatti assunta nello staff dell’assessore all’Urbanistica Luca Montuori. Decisione che la sindaca Virginia Raggi non ha preso bene. La prima cittadina non avrebbe infatti preso parte alla votazione in Giunta che ha portato all’assunzione di Silvia Di Manno, avvenuta a sua insaputa. Pertanto la sindaca avrebbe già chiesto di procedere con la revoca dell’assunzione.
La replica delle opposizioni
A tal proposito non si sono fatte attendere le repliche delle forze di opposizione, su tutte quella del capogruppo democratico Antongiulio Pelonzi: “La Raggi grida allo scandalo per le assunzioni in Campidoglio a sua insaputa. Come è possibile che la sindaca non sia mai al corrente di cosa fanno gli uomini della sua squadra? Se le cose stanno così, come può governare una città come Roma?”
Attualità
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Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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