Cronaca
TORREVECCHIA Arma clandestina nel borsello: 37enne in manette

TORREVECCHIA Arma clandestina nel borsello: 37enne in manette.
TORREVECCHIA Arma clandestina nel borsello. Questa l’accusa che ha portato all’accusa che ha portato all’arresto di un 37enne romano, già noto alle forze dell’ordine. A scoprire l’ingombrante contenuto, che l’uomo portava tranquillamente con sè in giro in pieno giorno, gli uomini del XIV Distretto Primavalle. Gli agenti stavano effettuando dei controlli sul territorio, quando hanno notato il 37enne allontanarsi da una strada privata. Aveva appena finito di parlare con alcune persone e iniziava a sfrecciare a bordo del suo scooter. Ad insospettire i poliziotti, in particolare, il borsello che l’uomo portava a tracollo. Lo hanno così seguito discretamente e poi gli hanno intimato l’alt, approfittando del traffico intenso che non gli avrebbe permesso di fuggire. Ormai scoperto, il 37enne ha tentato di disfarsi del borsello lasciandolo cadere per terra. Gli agenti lo hanno però recuperato e al suo interno hanno fatto l’incredibile scoperta: una pistola semiautomatica Beretta calibro 9×21. L’arma, ben oleata, era provvista di caricatore e proiettili, oltre che di matricola abrasa, quindi non identificabile. I poliziotti hanno inoltre appurato che l’uomo guidava senza patente: gliel’aveva revocata anni prima il Giudice delle esecuzioni, applicandogli la Sorveglianza Speciale di P.S. Sottoposto ai rituali atti e accertati, il 37enne è stato arrestato: è accusato di porto di arma clandestina. A suo carico anche una denuncia per guida senza patente. La pistola e lo scooter sono finiti infine sotto sequestro.
Ultime Notizie Roma
Droga, minacce ed incendi tra Roma e Calabria: 11 arresti, smantellata la rete legata al narcotraffico

Undici persone sono state arrestate dai Carabinieri nell’ambito di un’operazione antidroga che ha colpito un’organizzazione criminale attiva tra Roma, Latina e la Calabria. Le accuse nei loro confronti comprendono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione e incendio doloso in concorso. Altri tre soggetti risultano ancora ricercati.
L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è frutto di un’indagine articolata che ha incluso intercettazioni e l’analisi di chat criptate. L’inchiesta si collega ad una precedente operazione condotta nel Gennaio 2022, che aveva già smantellato un’organizzazione criminale, secondo gli investigatori, all’albanese Elvis Demce, condannato in seguito a 18 anni di carcere.
Gli arrestati avrebbero avuto ruoli ben definiti all’interno dell’organizzazione, che si occupava del traffico di cocaina lungo l’asse Roma-Reggio Calabria. Le forze dell’ordine hanno documentato il commercio illecito di almeno 338 kg di cocaina, 1510 kg di hashish e 70 kg di marijuana tra maggio 2020 e marzo 2021 nelle province di Roma e Latina. Tra gli episodi più gravi, uno riguarda l’incendio di una sala scommesse a Roma e le successive minacce di morte rivolte al proprietario, accusato di non aver saldato un debito per l’acquisto di droga.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
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