Italia
Pizza a 4 euro, botta e risposta tra Flavio Briatore e i ristoratori
Pizza a 4 euro, la polemica suscitata dall’imprenditore suscita la dura replica dei gestori dei locali

La pizza a 4 euro accende lo scontro tra Flavio Briatore e i pizzaioli. Nei giorni scorsi l’imprenditore, in alcune storie su Instagram, aveva difeso il prezzo elevato della pizza nei suoi locali, attaccando chi riesce a proporla ad un costo più popolare. Aveva spiegato di usare prodotti di qualità, non mancando nemmeno di sottolineare il regolare pagamento di tasse e dipendenti. “Chi la fa pagare 4 euro, invece, cosa ci mette sopra?“, si era chiesto, adombrando il sospetto che (è proprio il caso di dirlo) il conto non torni. I ristoratori però non ci stanno e, in queste ore, stanno mettendo in atto una vera e propria protesta nei confronti di Briatore.
PIZZA A 4 EURO, LA DIMOSTRAZIONE A NAPOLI
L’appuntamento ‘anti pizza a 4 euro’ è stato fissato per questa mattina, nel cuore di quella Napoli che è la patria della pizza. Una dimostrazione, andata in scena davanti allo storico locale Sorbillo, nel centro storico del capoluogo partenopeo. Ai partecipanti è stata offerta una ‘Margherita’, al prezzo, appunto, di 4 euro, o, gratuitamente, un ‘portafoglio’, una pizza cioè che si può mangiare con le mani semplicemente ripiegandola in 4 parti. Pizzaioli hanno inoltre raccontato la storia del prodotto, spiegando a quali costi si può ottenere. “La pizza è super-economica, ma al tempo stesso sana e genuina“, il concetto ribadito nel corso dell’evento.
PIZZA A 4 EURO, I PIZZAIOLI REPLICANO A BRIATORE
“La pizza è un piatto popolare – ha chiarito il presidente dell’AssoPizzaioli partenopea, Sergio Miccù – Il problema non è il suo prezzo se viene condita con astice blu, ma quello giusto per una Margherita o una Marinara fatta con prodotti di qualità. Per quanto mi riguarda, le pizze classiche devono conservare il valore della tradizione e di piatto popolare. Quelle da chef invece sono un’altra cosa e possono avere prezzi diversi“. Gli fa eco Alessandro Condurro, ad dell’Antica Pizzeria ‘Michele’: “Briatore ha sbagliato i conti. Anche con gli aumenti di oggi, la pizza può costare 6 euro. A tanto io la vendo, ma ciò non vuol dire che abbia dipendenti in nero“.
Attualità
Tamara Ianni e la forza di rompere il silenzio. Una voce contro la mafia di Ostia

In un’Italia dove troppo spesso il silenzio è più forte della giustizia, la storia di Tamara Ianni è un grido potente che squarcia il complice silenzio; ex affiliata a uno dei clan criminali più feroci di Ostia, oggi è una collaboratrice di giustizia. Una donna, una madre, che ha scelto di denunciare, mettendo a rischio tutto, persino la vita della propria famiglia, pur di dire basta.
Il suo nome è emerso ancora una volta grazie a Belve Crime, programma condotto da Francesca Fagnani, che ha avuto il coraggio di affrontare in prima serata temi molto delicati. Nella sua intervista a volto coperto, Tamara Ianni ricorda i momenti che hanno segnato il suo passaggio da complice a testimone chiave nella lotta contro il clan Spada, una delle organizzazioni mafiose più temute del litorale romano; con le sue confessioni e quelle del marito, Micheal Galloni – nipote del boss rivale Giovanni Galleoni detto Baficchio – lo Stato è riuscito ad arrestare 32 membri del clan Spada nel 2018. Una frattura storica nella criminalità organizzata della capitale.
Il prezzo pagato da Tamara Ianni per aver scelto di parlare è stato altissimo, tra intimidazioni, violenze e minacce al figlio di appena due anni: e un boss con lamette infette in bocca, pronto a sputare sangue sul volto di un bambino innocente, nel tentativo di seminare terrore e sottomissione. In quel momento, Tamara ha alzato la testa, non per sé, ma per salvare suo figlio, e in quel gesto si concentra tutta la forza di una donna che ha deciso di rompere la catena del silenzio.
La sua non è solo una testimonianza processuale, è una lezione morale, un atto di coraggio che dimostra come la mafia possa essere affrontata, smascherata e persino colpita nei suoi equilibri più profondi, a patto che chi sceglie di parlare non venga lasciato solo, ma sostenuto, protetto, accompagnato da uno Stato che mantenga la promessa di giustizia.
Ed è proprio qui che si apre una ferita ancora aperta, una domanda scomoda e urgente: cosa stiamo facendo davvero per chi decide di denunciare? L’attentato del 2018, con un ordigno piazzato sulla casa dove Tamara viveva sotto protezione, ci ricorda che il rischio non finisce con una condanna, che la vendetta mafiosa è lenta, subdola, pronta a colpire nel tempo, e che chi collabora con la giustizia spesso è condannato a un’esistenza precaria, fatta di traslochi improvvisi, identità cancellate, isolamento sociale…
In un’Italia dove la criminalità organizzata continua a infiltrarsi nelle periferie, nei quartieri dimenticati, nei vuoti lasciati dalle istituzioni, figure come Tamara Ianni dovrebbero essere riconosciute come figure esemplari, simboli di un cambiamento possibile, di una scelta che, pur nel dolore, ha un valore collettivo enorme. Ma quante donne, quante madri, troverebbero la forza di fare lo stesso, sapendo di dover rinunciare a tutto, anche al diritto di vivere una vita normale?
Per questo la sua storia va ricordata, raccontata, portata nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi della politica e della formazione, perché i giovani capiscano che la mafia non è invincibile e che dire no è possibile.
A volte, il vero eroismo non è nell’impugnare un’arma, ma nel trovare il coraggio di rompere il silenzio, anche quando tutti ti dicono di tacere.
Attualità
Meteo: arriva il caldo africano, fino a 37° su mezza Italia.

Da questa settimana l’Italia è investita dalla prima vera ondata di caldo africano del 2025, con temperature che supereranno i 37 gradi in molte zone, dal Nord al Sud. L’anticiclone subtropicale sta portando un caldo intenso, con condizioni critiche soprattutto per le fasce più fragili come anziani e bambini.
Il Ministero della Salute segnala per oggi, martedì 10 giugno, allerta arancione (livello 2) a Bolzano, Campobasso e Perugia, e bollino giallo (livello 1) in altre nove città, tra cui Roma, Milano e Torino. I bollettini delle ondate di calore sono aggiornati quotidianamente per 27 città da maggio a settembre.
Il caldo anomalo ha già favorito diversi incendi in Sicilia e Calabria, con numerosi interventi dei vigili del fuoco, evacuazioni precauzionali e disagi alla viabilità.
Martedì 10 giugno
Giornata soleggiata con cielo sereno o poco nuvoloso. Massime fino a 31°C, minime intorno ai 16°C. Venti deboli da nord-ovest.
Mercoledì 11 giugno
Sole e caldo in aumento. Massime fino a 33°C, minime stabili sui 18°C.
Giovedì 12 giugno
Clima pienamente estivo, con massime di 35°C e cielo poco nuvoloso.
Venerdì 13 giugno
Caldo intenso, massime fino a 36°C. Sensazione di afa in aumento.
Sabato 14 giugno
Ondata di caldo africano in piena forza. Picchi fino a 36°C, minime in aumento a 20°C.
Domenica 15 giugno
Situazione stabile: molto caldo e cielo in prevalenza sereno o poco nuvoloso.
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