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Cronaca

Andrea Purgatori, aperto un fascicolo sul decesso del giornalista

Andrea Purgatori, Procura di Roma al lavoro dopo le accuse della famiglia ai medici che lo avevano in cura

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Andrea Purgatori, aperto un fascicolo sul decesso del giornalista

La morte di Andrea Purgatori è stata davvero un fulmine a ciel sereno. 70 anni, il giornalista e conduttore di La7 è stato stroncato nei giorni scorsi da una malattia fulminante. Per la famiglia però il suo non sarebbe stato un decesso naturale, bensì provocato da cure sbagliate. Per questo, secondo quanto riporta TPI, sarebbe stato presentato un esposto alla Procura di Roma. L’obiettivo, chiarire se esse, insieme alla diagnosi, siano state corrette.

Secondo i congiunti, infatti, Purgatori sarebbe stato sottoposto a radioterapia al cervello anzichè ai polmoni. Una circostanza su cui hanno chiesto di fare luce con l’assistenza dei legali Alessandro e Michele Gentiloni Silveri e Gianfilippo Cau. Il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e il pm Giorgio Oriano hanno dunque avviato un’indagine sull’ipotesi di omicidio colposo. Su loro disposizione, il corpo del giornalista verrà sottoposto ad autopsia e saranno vagliate le cartelle cliniche.

Secondo quanto rivela La Stampa, sotto la lente ci sarebbero le tre cliniche romani dove Purgatori era stato ricoverato. Una di esse, molto nota, avrebbe refertato la diagnosi di cui ora i familiari chiedono di verificare la correttezza. Ma non solo. I congiunti si chiedono anche se fossero necessarie le pesanti terapie prescritte e se, per un errore diagnostico, al giornalista siano state negate quelle adeguate.

ANDREA PURGATORI, STORIA DI UN CALVARIO

A quanto riporta il Domani, Purgatori sarebbe stato ricoverato la prima volta lo scorso 24 aprile. Lamenta un pò di spossatezza e i controlli evidenziano parametri fuori posto. Effettua una Tac e una biopsia e, successivamente, altri accertamenti in un’altra clinica. Qui gli viene diagnosticato un tumore al polmone con metastasi negli organi vicini e nel cervello. Una malattia per cui non gli vengono dati più di sei mesi di vita. Si reca quindi in una terza clinica, dove si sottopone ad altissime dosi di radioterapia.

Dopo un iniziale miglioramento, la situazione si aggrava di nuovo e il giornalista torna nella prima clinica. Qui però gli viene rinvenuta solo un’ischemia cerebrale. Nessuna metastasi al cervello, come conferma anche una successiva risonanza magnetica. L’8 luglio, dopo un nuovo ricovero all’Umberto I, un radiologo fa la sconvolgente scoperta: la metastasi c’è. Poco dopo Purgatori entra in coma fino alla morte, sopraggiunta la mattina dello scorso 19 luglio.

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Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

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Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

SerpenteIntrusoARoma: Immagina una band in piena jam session quando un rettile misterioso irrompe nella stanza, creando un caos inaspettato!

L’intrusione inaspettata

Nel quartiere romano di Tor Cervara, una band locale si è ritrovata faccia a faccia con un ospite decisamente insolito durante le prove musicali. Quello che sembrava un’innocua lucertola si è rivelato essere un serpente, nascosto tra i pannelli fonoassorbenti della sala di registrazione. I musicisti di “La Scelta” hanno vissuto momenti di vera suspense, scoprendo che l’intruso era un biacco, un ofide non velenoso ma pur sempre una sorpresa elettrizzante.

I fatti dell’incidente

Mercoledì 30 aprile, il quintetto romano – attivo dal 2003 – ha dovuto interrompere le sessioni quando il serpente è apparso all’improvviso. L’esperto intervenuto ha descritto la cattura come una vera caccia al tesoro: dopo ricerche estenuanti, ha estratto un giovane biacco di circa un metro da un tubo metallico di un dispositivo elettronico. Il rettile è stato poi rilasciato in sicurezza al Rifugio del Lupo, lasciando i musicisti a chiedersi come fosse entrato.

Un precedente simile

Non è la prima volta che Roma si trasforma in un set da film con serpenti protagonisti. Lo scorso 15 aprile, in una villetta sulla Bufalotta, un’altra avvistamento ha scatenato il panico: un serpente, scambiato inizialmente per una vipera, è stato inseguito dal cane dei proprietari. Si trattava in realtà di una innocua Natrice del collare, una biscia d’acqua, ma l’episodio ha dimostrato quanto questi incontri possano essere imprevedibili e affascinanti. Chissà quanti altri segreti striscianti nascondono le strade della Capitale?

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Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

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Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

TragediaNelCielo La misteriosa scomparsa di Rinaldo Vuerich, il leggendario pilota di parapendio che ha incantato l’Italia, ti lascia senza fiato! #Parapendio #AvventuraExtrema

Chi era Rinaldo Vuerich

Rinaldo Vuerich, un’icona del volo libero, aveva 55 anni e alle spalle ben 30 anni di esperienza nei cieli. Considerato uno dei migliori piloti di parapendio in tutta Italia, era originario di Fiumicello e aveva ottenuto il brevetto nel 1994. Di giorno, lavorava nella falegnameria di famiglia a Roma, ma il suo vero amore era il cielo, che lo ha reso celebre tra appassionati e amici.

L’incidente che ha scioccato tutti

Mercoledì 30 aprile, durante un’escursione sul monte Toc nel Bellunese, qualcosa è andato storto. Rinaldo è precipitato da un’altezza di 1.480 metri, urtando prima contro una roccia e poi finendo a valle. Un compagno di volo ha lanciato l’allarme, ma quando i soccorsi sono arrivati, per lui non c’era più nulla da fare. La sua salma è stata trasportata in obitorio per gli accertamenti necessari.

I toccanti ricordi degli amici

Sui social, amici e ammiratori hanno condiviso storie commoventi che rivelano il carisma di Rinaldo. Giuseppe lo ha ricordato con parole emozionanti: “Eccoci in una delle nostre meravigliose avventure. Ora però, sei salito davvero troppo in alto amico mio. Tienici sempre d’occhio e veglia su di noi. Per puro caso, proprio oggi ho rifatto la stessa foto, ma senza più te”. Giorgio ha aggiunto: “Ricordo che, partiti da Serrone, avevo cercato di stargli dietro fino a Sora. Mi diceva ‘te con la vela blu, che stai a gira’ lassù, segui me’. Era quel tipo di energia che ispirava tutti, sia nei voli brevi che in quelli epici sopra i 100 chilometri”.

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