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Condanna a sei mesi per il saluto romano nel cimitero di Cassino

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Saluto romano nel cimitero di Cassino: condannati a 6 mesi

La condanna in Corte d’Appello

Tre uomini originari di Cassino sono stati condannati a sei mesi di reclusione, con pena sospesa, per aver eseguito il saluto romano all’interno di un cimitero. La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Appello di Roma, che ha così ribaltato l’assoluzione precedentemente decisa dal Tribunale di Cassino in primo grado. Inizialmente, il Tribunale aveva ritenuto che il gesto non fosse finalizzato alla ricostituzione del partito fascista, considerando il saluto espressione di un pensiero personale.

L’episodio del 2017

L’episodio risale al 2017 e si è svolto presso il cimitero tedesco di Caira a Cassino. I tre uomini si erano recati lì per commemorare i soldati tedeschi caduti durante la Seconda Guerra Mondiale. In questo contesto, uno dei tre era stato anche accusato di adesione al movimento “Fascismo e Libertà”, ma era stato assolto in primo grado perché il movimento riconosce le libere istituzioni dello Stato. Tuttavia, la Corte d’Appello ha successivamente ribaltato questa decisione.

I dettagli dell’accusa

Gli imputati, di età compresa tra 50 e 60 anni, avrebbero effettuato il saluto romano e urlato frasi come “Onore ai caduti dell’alleato germanico e della Repubblica Sociale”, invitando a unirsi a un movimento definitosi fascista. Un video diffuso online li mostrava anche intenti a chiamare a raccolta “tutti i camerati della rete” per tesserarsi al movimento.

La sentenza per manifestazione di pensiero fascista

Il comportamento mostrato dai tre uomini, identificati come estremisti di destra, ha portato alla condanna da parte della Corte d’Appello di Roma per la manifestazione di pensiero fascista all’interno di un luogo dedicato alla memoria dei caduti.

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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La misteriosa donna di Villa Pamphilj si spacciava per Stella Rexal Ford e inseguiva location per film prima della fine

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La misteriosa donna di Villa Pamphilj si spacciava per Stella Rexal Ford e inseguiva location per film prima della fine

Scopri il mistero inquietante di una donna scomparsa a Villa Pamphilj! 🕵️‍♀️ #MisteroVilla

Nel cuore di Roma, un enigma affascinante sta catturando l’attenzione di curiosi e appassionati di storie vere: una donna che si faceva chiamare Stella Rexal Ford e che sembrava alla ricerca di location perfette per un film. Immaginate di camminare tra i vialetti ombrosi di Villa Pamphilj, uno dei parchi più suggestivi della città, e di imbattervi in indizi che suggeriscono una vita avvolta nel mistero. Chi era davvero questa figura enigmatica, e cosa la legava a un progetto cinematografico che potrebbe nascondere colpi di scena inaspettati? L’immagine di una coppia nel parco, catturata in un momento sospeso, alimenta le speculazioni su ciò che potrebbe essere accaduto.

Un’identità avvolta nel velo del segreto

Stella Rexal Ford non era il suo vero nome, ma un alias che ha alimentato teorie su una vita doppia o su un passato nascosto. Fonti vicine alla storia parlano di una donna affascinante, sempre in cerca di ispirazione per produzioni cinematografiche, con Villa Pamphilj come sfondo ideale per scene drammatiche. I dettagli emergono piano, lasciando spazio a domande che tengono i lettori col fiato sospeso: era un’attrice in incognito o qualcosa di più?

Le location del destino

Tra i paesaggi iconici di Roma, la ricerca di location per film da parte di Stella ha preso una svolta intrigante, con Villa Pamphilj al centro di tutto. Immaginate le telecamere pronte a catturare l’essenza di questo luogo storico, ma con un twist che nessuno si aspettava. Cosa potrebbe aver scoperto durante le sue esplorazioni, e come ha influenzato il corso degli eventi? Questa caccia al tesoro cinematografico nasconde dettagli che potrebbero rivelare molto di più di quanto sembri, attirando l’interesse di detective improvvisati e amanti del cinema.

Il fascino di una storia irrisolta

Le indagini continuano a dipanare fili di una trama che mescola realtà e finzione, con Villa Pamphilj come testimone silenzioso. Restate sintonizzati per scoprire se questo mistero troverà una risposta, o se rimarrà un capitolo aperto nell’affascinante libro di Roma. 😲

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