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Cronaca

Caso Pozzolo, no al test del deputato accusato dello sparo al party di Capodanno

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Caso Pozzolo, no al test del deputato accusato dello sparo al party di Capodanno

Caso Pozzolo, il diretto interessato non collabora. A quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il deputato in quota Fratelli d’Italia si sarebbe rifiutato di sottoporsi ad un test utile alle indagini.

Gli inquirenti, attraverso l’analisi denominata stub, avrebbero dovuto verificare la presenza di polvere da sparo addosso a Pozzolo. Il quale però si sarebbe opposto alla procedura invocando l’immunità parlamentare.

Pozzolo è coinvolto in una vicenda avvenuta durante una festa di Capodanno presso la Pro Loco di Rosazza. Da una mini pistola di proprietà del deputato sarebbe infatti esploso un colpo che avrebbe ferito un 31enne. Quest’ultimo sarebbe il genero di un membro della scorta del sottosegretario Delmastro, anch’egli presente al party e già ascoltato per ore.

Chi indaga è tuttora alla ricerca di testimoni per cercare di ricostruire quanto accaduto. Secondo i primi accertamenti, lo sparo sarebbe partito nei locali della Pro Loco, non in maniera volontaria. Il locale sarebbe stato preso in affitto per il party da Francesca Delmastro, sorella di Andrea e sindaca di Rosazza. All’evento avrebbero partecipato, oltre al sottosegretario e alla sua famiglia, anche gli uomini della scorta e alcuni amici.

A costoro Pozzolo si sarebbe unito in un secondo momento, dopo aver trascorso il Capodanno in famiglia in una località vicina. Intorno all’1.30 avrebbe avuto luogo l’incidente, dopo che il deputato aveva preso la pistola, regolarmente detenuta, per mostrarla. In quel momento, Francesca Del Mastro non sarebbe stata presente, in quanto avrebbe lasciato la festa poco dopo mezzanotte. Il fratello Andrea avrebbe invece dichiarato di trovarsi fuori della sala.

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Contro l’invasione dei bus turistici, i residenti si uniscono a Confcommercio

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Contro l’invasione dei bus turistici, i residenti si uniscono a Confcommercio

Hai mai immaginato Roma senza caos nel traffico? Scopri il colpo di scena al Campidoglio che potrebbe cambiare tutto! #RomaTraffico #MobilitàSvelata

La Richiesta di Confronto al Campidoglio

A Roma, le strade centrali sono da sempre un labirinto di auto e turisti, ma ora c’è una mossa che sta accendendo la curiosità. I rappresentanti locali hanno presentato una richiesta ufficiale al Campidoglio per un tavolo di confronto, lasciando tutti a chiedersi: quali cambiamenti sono in arrivo?

Cosa Si Nasconde Dietro le Strade Centrali

Le modalità di accesso alle vie più iconiche della città potrebbero essere riviste in modo radicale. Immagina poter esplorare i tesori di Roma senza il solito ingorgo: un’idea che sta generando un’ondata di interesse e dibattiti. Quali proposte emergeranno da questo tavolo? Potrebbe essere l’inizio di una vera rivoluzione urbana.

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La denuncia di Federica: l’iniezione che ha cambiato tutto

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La denuncia di Federica: l’iniezione che ha cambiato tutto

FillerLabbra #MedicinaEsteticaScoperta L’incubo di una donna sfigurata da un trattamento illegale e low cost – ecco i rischi nascosti del mondo della bellezza!

La tentazione dei social e l’incontro con l’ignoto

Federica Funi, 34 anni di Roma, pensava di aver trovato l’offerta perfetta per rendere le sue labbra più affascinanti, ma il tentativo di risparmiare si è trasformato in un vero disastro. Ogni giorno, scorrendo i feed dei social, si imbatteva in post di dottoresse dell’Est Europa che promettevano risultati sorprendenti. Curiosa e attirata da prezzi apparentemente irresistibili, ha contattato una dottoressa bulgara via Instagram, usando il traduttore per superare la barriera linguistica. Ma quello che sembrava un appuntamento rapido si è rivelato un incubo: iniezioni eseguite in un appartamento affittato, senza verifiche o sterilizzazione adeguata.

I pericoli di procedure non regolamentate

Federica aveva già filler alle labbra, ma la dottoressa non ha esitato a iniettarne altro, ignorando ogni cautela. “Se fosse stata competente, mi avrebbe consigliato di sciogliere prima il vecchio filler”, racconta con rammarico. L’appuntamento, fissato con appuntamenti ogni 30 minuti, si è svolto in una casa di fronte al Colosseo, convertita temporaneamente in uno studio improvvisato. Strumenti non sterilizzati, comunicazioni a gesti e zero visite preliminarie: non c’era traccia di trasparenza o professionalità, alimentando subito i sospetti di Federica.

Le conseguenze devastanti e i segni permanenti

Il filler utilizzato, chiamato Sardenya e non autorizzato, non si è riassorbito come promesso, lasciando labbra deformate con bozzi, grinze e un buco al centro. “Sembravo un mostro”, confida Federica, che ha dovuto sottoporsi a interventi dolorosi come l’ialuronidasi e persino piccoli fori per rimuovere il prodotto. Il risultato? Labbra che ora appaiono come un palloncino sgonfio, con effetti psicologici che l’hanno costretta a isolarsi. Tutto per un costo leggermente più basso, che alla fine non è valso nemmeno la promessa di una tecnica “Russian Lips” esclusiva.

Il business sommerso e il silenzio delle vittime

In un mondo di filler low cost e dottoresse itineranti, Federica non è l’unica a cadere in questa trappola. Operazioni a domicilio, senza regolamentazioni, attirano chi cerca shortcut per la bellezza, ma i rischi sono altissimi. Nonostante il trauma, Federica non ha denunciato la dottoressa, complice l’anonimato e il lavoro “a nero”. “Prima ci vai senza pensarci, poi ti chiedi come hai potuto”, ammette, evidenziando un fenomeno che continua a crescere nell’ombra.

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