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Roma, Incendio a Piazza Mazzini. Il dentista dei vip e i problemi con la giustizia

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Roma, Incendio a Piazza Mazzini. Il dentista dei vip e i problemi con la giustizia

Dentista dei vip muore nell’incendio nella sua casa a Roma

Cronaca Roma – Ernesto Tafuri, un dentista di 70 anni noto per aver avuto come pazienti diversi personaggi del mondo dello spettacolo negli anni ’90 e 2000, è morto in un incendio che ha devastato il suo appartamento nel quartiere Prati a Roma. La causa esatta della sua morte sarà determinata dall’autopsia del medico legale.

Come scritto ieri, nell’abitazione al quarto piano, oltre al corpo carbonizzato di Tafuri, sono stati ritrovati tre dei suoi quattro gatti, con uno di essi fortunatamente salvato dai soccorsi. L’incendio ha completamente distrutto l’appartamento di Tafuri in via Caposile all’alba, sebbene il resto del palazzo sia rimasto agibile.

I vigili del fuoco intervenuti sul posto hanno impiegato più di due ore per domare le fiamme, mentre le forze dell’ordine hanno chiuso la strada in entrambi i sensi di marcia per permettere il regolare svolgimento dell’intervento. Le cause dell’incendio sono ancora da chiarire, ma non si esclude la possibilità che sia stata causata da una sigaretta spenta male o un cortocircuito.

Oltre alla sua professione di dentista, Tafuri era un appassionato di aerei, auto e immersioni subacquee, tanto da diventare istruttore di immersioni presso la SSI (Scuba School International). Tuttavia, nel suo passato, aveva avuto dei problemi con la giustizia. Nel 2017, era stato arrestato con l’accusa di spaccio di droga dopo che della cocaina era stata trovata durante una perquisizione nel suo appartamento, scaturita da accuse di minacce con un’arma da fuoco da parte del vicino. In casa erano stati rinvenuti anche una pistola, 500 proiettili e 5 spade, il che aveva portato al sequestro del suo porto d’armi. Fonte

 

Cronaca

Festa di compleanno ai domiciliari: 29enne finisce in carcere

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Festa di compleanno ai domiciliari: 29enne finisce in carcere

Guidonia Montecelio (Roma) – Doveva scontare gli arresti domiciliari in silenzio e lontano da ogni contatto esterno, ma ha deciso di festeggiare il compleanno circondato dagli amici.

Un gesto costato caro a un 29enne del posto, già sottoposto a una misura cautelare per rapina aggravata e traffico di sostanze stupefacenti, che ora si trova in carcere.

La vicenda è avvenuta nelle ultime 24 ore in un appartamento del comune alle porte di Roma. Gli agenti del Commissariato di Tivoli sono intervenuti dopo una segnalazione giunta attraverso l’applicazione YouPol della Polizia di Stato, da parte di un vicino di casa infastidito dai rumori provenienti dall’abitazione.

Una volta giunti sul posto, i poliziotti hanno trovato una vera e propria festa in corso. Quattro ospiti erano ancora seduti a tavola in attesa del brindisi, mentre altri due cercavano di allontanarsi dalle scale nel tentativo di evitare l’identificazione. Alcuni dei presenti avrebbero anche opposto resistenza al controllo delle forze dell’ordine.

Il padrone di casa, colto in flagrante, ha provato a giustificarsi dichiarando che si trattava di una festa “a sorpresa” organizzata dai suoi amici più stretti. Una spiegazione che non ha convinto le autorità, soprattutto alla luce del fatto che il giovane era sottoposto al divieto assoluto di comunicare con persone esterne ai familiari conviventi, sia di persona che tramite telefono o social network.

Alla luce della grave violazione delle misure imposte, l’autorità giudiziaria ha deciso per l’aggravamento della misura cautelare, disponendo il trasferimento del 29enne in carcere.

L’episodio riaccende il dibattito sul rispetto delle misure restrittive e sull’utilizzo degli strumenti digitali, come l’app YouPol, che si confermano efficaci nel favorire la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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