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Cronaca

Roma, ‘Ambasciata del Genocidio’ indicata da una freccia

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Roma, ‘Ambasciata del Genocidio’ indicata da una freccia

Inizio della giornata con messaggi controversi

“L’Ambasciata del Genocidio” recitano i falsi segnali turistici che, disposti da stamane, indicano il percorso verso l’edificio diplomatico di Israele. I cartelli, decorati con immagini di edifici bombardati, mostrano un cielo di un blu chiaro.

Il segnale che porta all’Ambasciata del Genocidio

In questa mattinata di giovedì, 2 maggio 2024, alcuni segnali turistici si presentano con una nuova scritta: ‘Ambasciata del genocidio’. Sono stati piazzati non molto lontano dall’ambasciata di Israele a Roma, situata nel settore settentrionale della città, vicino a Villa Borghese.

Segnali turistici atipici e provocatori

Sul muro di una struttura urbana spicca un insolito cartello turistico, realizzato con i colori della bandiera di Israele.

Questi cartelli, realizzati in modo tale da assomigliare ai consueti segnali turistici sparsi in tutta la capitale, indicano alle persone la direzione per raggiungere l’ambasciata di Israele, localizzata presso via Michele Mercati. Ma a differenza dei normali segnali, che sono marroni con scritte e disegni bianchi, questa volta i colori sono quelli della bandiera nazionale di Israele.

Una differenza notevole nei dettagli

In questo segnale, lo sfondo è bianco, la freccia indicante la direzione è nera, con il nome della destinazione anch’esso in nero. Una linea nella parte inferiore del cartello e il simbolo che indica il luogo turistico sono di colore azzurro. Però in questo caso, piuttosto che presentare disegni di castelli, una forchetta e un coltello per indicare una osteria o tende e animali per indicare un campeggio o uno zoo, qui compare una nuova icona.

Un simbolo inquietante

L’immagine, rappresentata dentro un riquadro azzurro, è stilizzata e consiste in alcune linee. Queste linee sembrano rappresentare nella parte inferiore degli edifici e, nella parte superiore, delle bombe che cadono.

Falsi cartelli disseminati in città

In giro si notano numerosi segnali di questo tipo attaccati ai muri o, come si può vedere nelle foto qui sopra, sui cassonetti della spazzatura. Alcuni si mescolano ai manifesti, ad esempio aderendo a quelli pubblicitari color fucsia o di quartiere, come in una delle foto presentate. Tutti si trovano nel quartiere Parioli, poco distante da Villa Borghese, il grande polmone verde della zona.
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Attualità

Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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Cronaca

“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

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“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

MedicoInsultaPaziente In un tranquillo studio medico a Roma, un anziano dottore si è rifiutato di riconoscere l’identità di una donna transgender, scatenando un caso che sta facendo discutere tutti!

L’incontro che ha scioccato

Durante una visita medica in uno studio privato nel quartiere di La Storta, a nord di Roma, una donna di 45 anni si è trovata di fronte a un medico di circa settant’anni che ha assunto un atteggiamento ostile fin dal primo momento. La paziente, accompagnata dal marito per una visita specialistica, ha descritto l’episodio come un vero e proprio attacco verbale, con il dottore che ignorava il nome e il genere indicati nei suoi documenti ufficiali.

Le parole che hanno ferito

Il medico non si è limitato a un rifiuto formale: ha pronunciato commenti apertamente transfobici, affermando frasi come “Tu sei un uomo e ti devi vergognare per come ti presenti” e “Non ho intenzione di farmi prendere in giro da queste finzioni biologiche”. Secondo la ricostruzione, l’uomo ha respinto l’idea di adattare la sua pratica medica a “queste ideologie”, lasciando la donna senza il certificato medico di cui aveva bisogno e in preda a un profondo sconforto.

La battaglia legale in corso

La donna ha deciso di non rimanere in silenzio e, assistita dall’avvocato Fabrizio Consiglio, ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma. Il caso è ora al vaglio dei magistrati, con accuse che includono istigazione all’odio per motivi di identità di genere, violenza privata, diffamazione aggravata e possibili molestie. Le indagini stanno verificando se il comportamento del medico abbia violato i doveri legati alla sua professione convenzionata.

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