Attualità
Noleggia un’auto per spacciare e aggirare i controlli: arrestata 19enne

19enne Fermata con Cocaina su Auto a Noleggio
Una ragazza di 19 anni nascondeva sull’auto a noleggio cocaina già divisa in dosi, pronta per lo spaccio. È stata fermata ieri notte, martedì 4 giugno a Monterotondo.
Foto Archivio
Sequestro di Cocaina
Una ragazza di 19 anni nascondeva dosi di cocaina pronte per lo spaccio nell’auto presa a noleggio. È successo ieri notte a Monterotondo dove i carabinieri hanno sequestrato diverse dosi a una giovane durante un controllo.
Identificazione e Arresto
Quando è stata fermata per l’identificazione dai carabinieri della compagnia di Monterotondo, la diciannovenne ha insospettito i militari dell’Arma che hanno rinvenuto 13 grammi di cocaina, suddivisa in 22 dosi e 195 euro in banconote di piccolo taglio, che la ragazza, pur di aggirare i controlli, aveva nascosto. La giovane di 19 anni è attualmente agli arresti domiciliari presso la propria abitazione con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e messa a disposizione della magistratura.
Il Trucco dei Pusher per Aggirare i Controlli
È diffusa l’abitudine di affittare un’automobile a noleggio per la vendita di droga. Il trucco è utilizzato dai pusher per evitare il sequestro del mezzo che, essendo di proprietà non può essere sottoposto a provvedimento giudiziario per un reato commesso dal conducente.
Altri Casi di Spaccio su Auto a Noleggio
Per esempio, uno spacciatore di 34 anni è stato sorpreso a vendere droga in un’auto noleggiata parcheggiata in zona ponte Sisto nel mese di settembre. Quest’ultimo aveva 27 grammi di cocaina nascosti negli slip, 605 euro nella tasca dei pantaloni e appunti sparsi circa le vendite delle dosi. Così come un 37enne di Roma che nello stesso periodo spacciava in zona Cinecittà. A bordo dell’auto aveva 77 dosi di cocaina e circa 500 euro in contanti.
Strategie Tecnologiche degli Spacciatori
Gli spacciatori che invece preferiscono vendere senza spostarsi in macchina, solitamente utilizzano soluzioni tecnologiche per evitare di essere smascherati durante i controlli di polizia, come per esempio l’utilizzo di tablet e pc collegati a sistemi di videosorveglianza.
Incidenti Correlati al Traffico di Droga
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Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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