In arrivo la nuova delibera sul Contratto di Servizio tra Roma Capitale e Atac

Fra pochi giorni l’Assemblea Capitolina esaminerà la delicata delibera del nuovo contratto di servizio tra Roma Capitale e Atac. Al centro della discussione c’è un buco finanziario di 66 milioni di euro, distribuiti in 22 milioni all’anno per tre anni. Le soluzioni proposte dal Campidoglio includono l’aumento del costo del biglietto Atac da 1,5 a 2 euro, un incremento dei fondi dalla Regione Lazio e dal Governo Meloni, o tagli alle agevolazioni esistenti per anziani, giovani, disabili e famiglie con redditi bassi. Un’ulteriore possibilità sarebbe quella di effettuare tagli ad altre voci del bilancio di Roma Capitale.

Fratelli d’Italia contro l’aumento del biglietto

Il partito di Giorgia Meloni, rappresentato dalla consigliera Francesca Barbato, si oppone all’incremento del costo del biglietto Atac. Durante la Commissione congiunta Trasporti-Bilancio, Barbato ha suggerito che i fondi mancanti potrebbero essere recuperati tramite un’attenzione maggiore al contrasto dell’evasione tariffaria e una rimodulazione degli sconti per gli studenti under 19. Attualmente, il Comune di Roma offre abbonamenti a 50 euro l’anno per i ragazzi residenti nella Capitale. Secondo Barbato, queste agevolazioni dovrebbero essere meglio mirate, basandosi sull’Isee, per promuovere un reale passaggio dal mezzo privato a quello pubblico.

Le sfide del recupero dell’evasione tariffaria

Secondo l’assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè, i ricavi dalle multe per il 2023 ammontano a 5,6 milioni di euro, il doppio rispetto al 2028. Tuttavia, Patanè sottolinea le criticità del sistema di rilevamento dell’evasione, ricordando che in passato si contava su ricavi di 60 milioni di euro per coprire le spese. “Abbiamo ancora delle falle nel sistema, specialmente nelle metropolitane. L’espansione delle verifiche deve essere bilanciata con i costi operativi, altrimenti potrebbe diventare insostenibile”.

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