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Cronaca

La fine di un amore: 2.000 messaggi all’avvocato

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La fine di un amore: 2.000 messaggi all’avvocato

L’inizio di un tormento giudiziario

Nel maggio del 2017, due individui si sono incontrati casualmente all’interno di uno studio legale. Quello che era iniziato come un incontro professionale si è ben presto evoluto in una relazione romantica che, però, si è presto rivelata un incubo per uno dei due. Presso il tribunale di piazzale Clodio, si sono ritrovati faccia a faccia per discutere delle loro ragioni. La situazione era delicata e pesante per entrambe le parti coinvolte. La donna, una 57enne di Roma, si trovava in una situazione di responsabilità legale per accuse di stalking e diffamazione. Al suo fianco, il legale di fiducia l’aveva accompagnata nel momento delicato di fronte al giudice. Dall’altra parte, Andrea, anch’egli 57enne e avvocato, ha condiviso la sua versione dei fatti, partendo dall’origine della loro interazione, che era avvenuta per motivi di lavoro.

La nascita di un rapporto difficile

In un primo momento, la relazione sembrava promettente. I due si erano avvicinati, dando vita a quello che sembrava un nuovo capitolo romantico nella loro vita. Con il passare del tempo, però, sono emersi segnali di difficoltà. Andrea ha notato un cambiamento nel comportamento della donna, che si mostrava progressivamente più possessiva e gelosa. Dopo l’estate del 2019, Andrea ha deciso di mettere fine alla loro relazione, consapevole che la situazione non potesse continuare. Ma da quel punto in poi, secondo l’accusa, la situazione è degenerata. La donna, scoprendo delle relazioni di Andrea con altre persone, ha cominciato a contattarlo incessantemente attraverso telefonate ed e-mail cariche di minacce e insulti, accumulando migliaia di messaggi che hanno stravolto la vita quotidiana di Andrea.

Un crescendo di intimidazioni

La situazione si è ulteriormente complicata, diventando insostenibile. Le autorità hanno esaminato la condotta della donna, che, secondo le loro indagini, avrebbe diffuso immagini private di Andrea ad un ampio pubblico, comprendente colleghi, familiari e figure legali. Tale comportamento ha provocato imbarazzo e vergogna per Andrea, già sotto pressione. La donna ha anche mandato comunicazioni con accuse di illeciti personali e professionali a enti legali e disciplinari, aggravando ulteriormente il suo stato d’animo. Andrea, vittima di una campagna di mobbing, si è trovato ad affrontare un periodo di profondo stress e ansia, culminato con l’inizio di una lunga battaglia legale che ha raggiunto anche la Corte di Cassazione. Nel tentativo di mettere fine alla sua odissea, Andrea ha visto coinvolte anche altre figure professionali e familiari in un tentativo disperato di trovare una soluzione a questo dramma prolungato.

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Sanzioni inaspettate per 14 studenti: i lavori socialmente utili che cambiano tutto

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Sanzioni inaspettate per 14 studenti: i lavori socialmente utili che cambiano tutto

StudentiInRivolta: Scopri le sanzioni scioccanti e i lavori segreti che stanno scuotendo il liceo Virgilio! #OccupazioneScuole #ProtestaStudentesca

Le Sanzioni Disciplinarie in Azione

Negli ultimi giorni, 14 studenti del liceo Virgilio sono stati colpiti da sanzioni disciplinarie per l’occupazione avvenuta lo scorso dicembre. Tra sospensioni che vanno da 5 a 20 giorni e obblighi di frequenza, solo 11 di loro stanno affrontando le conseguenze: i restanti tre hanno scelto di lasciare la scuola per evitare che queste misure influenzassero i loro esami di Stato. Un vero colpo di scena che lascia interrogativi su come le proteste scolastiche possano cambiare le vite degli studenti.

I Lavori Socialmente Utili Sotto la Lente

Coloro che sono rimasti stanno prestando servizio in luoghi inaspettati, come la Comunità di Sant’Egidio o il centro di assistenza per migranti Astalli, mentre altri aiutano con la pulizia degli spazi scolastici o nei corsi pomeridiani. Non si tratta di una novità per il Virgilio, dove simili sanzioni sono già state applicate in passato. Tra i coinvolti, 4 erano rappresentanti degli studenti nel Consiglio d’istituto, accusati di non aver mediato con gli occupanti come richiesto dalla dirigente. Gli altri sono stati identificati grazie a testimonianze di docenti o legami con il Collettivo studentesco, alimentando curiosità su come vengano smascherate queste azioni ribelli.

Le Proteste che Accendono il Dibattito

Il riconoscimento degli studenti responsabili delle occupazioni rimane un nodo spinoso ogni anno, con i protagonisti che agiscono nell’ombra per evitare identificazioni. Al Virgilio, questo ha scatenato proteste fin da marzo, quando le lettere di convocazione sono arrivate ai 14 studenti, culminando in un sit-in davanti alla scuola. A differenza degli anni passati, non è stato presentato un elenco spontaneo dei partecipanti, forse per paura di responsabilità aggiuntive, come il rimborso dei danni stimati in circa 60.000 euro dalla Città Metropolitana, o 24.000 euro secondo la scuola. Parte di questi costi è stata coperta da collette anonime promosse dal Collettivo e dai rappresentanti dei genitori, un dettaglio che aggiunge intrigue a questa storia di ribellione e conseguenze.

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Gli equipaggiamenti dei vigili urbani: le rivelazioni del report comunale

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Gli equipaggiamenti dei vigili urbani: le rivelazioni del report comunale

MisteroNelleStrade #PistoleScomparse – Undici pistole Beretta calibro 9 sono sparite dalla Polizia Locale di Roma, e potrebbero essere finite in mani pericolose, pronte a scatenare il caos!

Il giallo delle armi scomparse

Immaginate undici pistole sparite nel nulla: rubate, smarrite o peggio? Queste Beretta calibro 9, destinate a proteggere le strade di Roma, potrebbero ora essere in possesso di chi sa usarle per intimidire o uccidere. Gli agenti della Polizia Locale le trasportano 24 ore su 24, per difendersi e svolgere i loro doveri, ma ora un vero enigma mette a rischio la sicurezza della città. Chi le ha prese? E cosa succederà se finiscono nelle mani sbagliate?

Quante armi hanno davvero gli agenti?

Per capire la portata di questo furto beffardo, scopriamo che gli agenti di Roma Capitale gestiscono un arsenale non da poco. Quest’anno, secondo i rapporti ufficiali, ci sono ben 4.102 pistole a disposizione: 3.166 Beretta calibro 9 con 13 proiettili ciascuna e 936 Heckler & Koch con 15 proiettili, acquistate di recente nel 2024. Ma attenzione, non tutti i 2.696 agenti armati le portano sempre: alcune sono di riserva o in attesa di assegnazione. Un sistema che sembrava solido, ma ora un buco di undici unità fa sorgere dubbi su come vengono gestite queste armi letali.

Negli ultimi anni, l’organico è cresciuto grazie all’amministrazione Gualtieri, passando da 2.500 armi nel 2020 a oltre 4.000 oggi. Ma con pensionamenti e controlli medici che hanno escluso 263 agenti l’anno scorso, il numero è in costante evoluzione. E se tra queste armi “extra” ci sono quelle scomparse? Un dettaglio che fa salire la tensione e lascia spazio a mille domande.

Le critiche dal fronte sindacale

Gabriele Di Bella, segretario provinciale Ugl, non ci sta e punta il dito contro i buchi nel sistema: “Perché le armi non hanno un posto sicuro nei singoli gruppi del Corpo?”. Secondo lui, i vigili sono costretti a portarsele a casa, senza armadietti blindati come quelli della polizia o dei carabinieri. “È assurdo dover spendere soldi propri per custodirle, con il rischio di furto e procedimenti disciplinari o penali”, denuncia. E se questa mancanza di sicurezza fosse la chiave del mistero? Un problema che potrebbe far tremare l’intera forza dell’ordine romana.

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