Cronaca
Le forze dell’ordine non hanno l’autorizzazione a intervenire in aree private.

Il sabotaggio contro il mercato turistico che trasforma le case in bed & breakfast e case vacanze apre il caso “lucchettoni”. Nella giornata di martedì, ignoti hanno rimosso, a un centinaio di metri dal Circo Massimo, a Via di S. Teodoro, i famosi “smart lock”, ovvero i “lucchettoni” portachiavi per i check-in automatici che stanno riempiendo molte zone della Capitale.
Al netto della protesta di questo gruppo di anonimi, però, il problema di questi “lucchettoni” è sentito dai residenti e di difficile soluzione: problema di norme che non ci sono, difficoltà nei controlli quando si possono fare, sicurezza nei condomini e, non da ultimo, decoro per la città. Tutto in un “lucchettone”.
BUCO NORMATIVO
Il primo problema è, di fatto, un vuoto normativo. In Campidoglio paragonano questa assenza di norme specifiche su questo mezzo per consegnare le chiavi a quello che riguarda le piccole golf-car elettriche che hanno invaso il centro: non ci sono leggi che disciplinano la materia e, quindi, in questo vuoto normativo ci si infilano i proprietari dei b&b come i conducenti delle golf-car.
Il buco nelle norme è che, di fatto, se questi “lucchettoni” sono collocati in aree private non c’è modo per il pubblico – vigili urbani, decoro, polizia o carabinieri – di intervenire: dentro un condominio, sopra un portone, magari dove ci sono le cassette della posta o, addirittura, al piano a fianco alla porta del b&b sono tutti posti dove non si può intervenire.
Dal Comune sottolineano come, al massimo, potrebbe essere il condominio a deliberare contro questi strumenti obbligando, quindi, i proprietari dei b&b a rimuoverli. Ma è un’impresa che rischia di finire frequentemente in tribunale fra le numerose liti condominiali.
SICUREZZA
E questo nonostante questi lucchettoni siano un doppio problema: di sicurezza, perché in qualche modo sono un invito per i ladri che non hanno bisogno di scassinare una porta ma basta loro aprire un lucchettone per poi entrare nelle case. E magari, poi, dal b&b andare a visitare anche quelle vicine.
Secondo problema: il rischio è quello di rendere inefficaci eventuali polizze assicurative che, in questi casi, potrebbero non pagare un’effrazione proprio a causa delle chiavi lasciate sostanzialmente incustodite.
Da ultimo, sul versante sicurezza, uno dei temi è l’impossibilità di verificare la corrispondenza fra i nominativi forniti all’atto della prenotazione, che vanno girati alla Questura come per gli hotel, e chi poi effettivamente entra in casa.
DECORO
La questione è anche di decoro. In sintesi: se il “lucchettone” viene attaccato in punti pubblici – un lampione, la palina del bus e simili – i vigili urbani possono effettuare un controllo e verificare la corrispondenza fra il b&b (se regolare) e il “lucchettone” e procedere alla sanzione che è di 400 euro. Per poi passare la palla all’ufficio decoro che provvede a rimuoverlo. Ma questo è il massimo. La Soprintendenza ha espresso parere contrario ai “lucchettoni” ma oltre questo, non ha certo poteri di controllo del territorio e repressione degli illeciti. E così, i “lucchettoni” prosperano.
Cronaca
Il complice nascosto di Giada Crescenzi: una verità inaspettata

MisteroAMFregene: Giada Crescenzi ha agito da sola o c’è un complice nascosto che cambierà tutto?
Un delitto scioccante e irrisolto
Giada Crescenzi, la 31enne al centro di un caso che sta facendo impazzire gli investigatori, potrebbe non essere l’unica coinvolta nell’omicidio di Stefania Camboni, la 58enne trovata senza vita nella sua villetta di Fregene. Le autorità sospettano che la giovane abbia agito con complici ancora non identificati, alimentando un alone di mistero su ciò che è accaduto quella fatidica notte. Intanto, il compagno di Crescenzi, Francesco Violoni, non è indagato ma le sue dichiarazioni hanno lasciato più domande che risposte, lasciando tutti a chiedersi: cosa sta nascondendo?
Le indagini si infittiscono
I carabinieri sono tornati sul luogo del delitto per nuovi accertamenti, con esperti che setacciano ogni angolo della villetta. L’autopsia ha rivelato dettagli agghiaccianti: Stefania è stata uccisa con circa 20 coltellate, colpite in zone vitali come gola e cuore. Eppure, l’ora esatta della morte rimane un enigma, aprendo scenari imprevedibili. Gli inquirenti stanno valutando ogni indizio, dalle tracce di sangue lavate sulle scarpe di Crescenzi ai segni di pulizie frettolose in diverse stanze, che potrebbero svelare un piano più grande di quanto immaginato finora.Le discrepanze che fanno sospettare
Nelle prime versioni dei fatti fornite da Crescenzi e Violoni, emergono contraddizioni che lasciano tutti a bocca aperta: sangue non notato da alcuni, presenze inspiegabili e storie di convivenza tesa. I due si erano trasferiti dalla vittima per necessità, dopo una truffa immobiliare, ma ora si parla di gelosie e tensioni represse. Stefania è stata trovata coperta da lenzuoli, forse spostata dopo l’agguato, e nessuno ha sentito nulla. Che ruolo hanno giocato le ricerche online di Crescenzi su psicofarmaci e intossicazioni? E perché la coppia ha camminato fino alla stazione dei carabinieri invece di chiamare i soccorsi? Domande come queste tengono tutti con il fiato sospeso, in attesa di nuovi colpi di scena.
Cronaca
La crescente domanda di test fai-da-te: un fenomeno tra farmacie e web

TestPerDrogaDelloStuproEDiscoteche Scopri come un semplice dispositivo sta diventando l’alleato segreto per le famiglie che vogliono proteggere i loro adolescenti dalle insidie della movida estiva!
Le ricerche online e gli acquisti di test per droghe sono in forte crescita, e ora è possibile trovare sulle piattaforme di prodotti medicali e nei siti delle farmacie un dispositivo specifico per rilevare il GHB, la famigerata “droga dello stupro”, nelle bevande. Con l’estate che si avvicina e le notti di divertimento che tornano a infiammare le città, molte famiglie stanno correndo a procurarsene uno per le figlie adolescenti, unendo consigli di prudenza a uno strumento pratico e immediato. Questi test, offerti da varie case produttrici, sono semplici da usare e promettono risultati veloci, rendendoli irresistibili per chi vuole godersi la serata senza rischi.
L’EFFICACIA
Il test, noto come “drink-test”, funziona proprio come gli altri per le sostanze stupefacenti e sta conquistando sempre più attenzione. Come spiega la dottoressa Maria Catena Ingria, titolare della farmacia Igea, che è tra le prime a proporlo: “Soddisfiamo una richiesta crescente perché è un mezzo di prevenzione efficace”. Ogni kit include sei striscioline assorbenti: basta una goccia del liquido sospetto per sapere in un minuto se contiene GHB o benzodiazepine. Se positivo, la strisciolina cambia colore; altrimenti rimane neutra. Il costo è accessibile, intorno ai 20 euro, anche se online può salire per le spese di spedizione. La sua popolarità cresce con l’arrivo della stagione dei locali e delle discoteche, attirando orde di giovani in cerca di divertimento.I CONTROLLI
Intanto, il mondo della movida richiede un’attenzione costante dalle forze dell’ordine, che intensificano i controlli per prevenire incidenti legati alle sostanze illecite. Solo nel periodo estivo del 2024, la polizia locale ha condotto oltre 30.000 verifiche su veicoli, focalizzandosi su eccessi di velocità e guida in stato di ebrezza, con circa 6.000 test tramite precursori ed etilometro. Altre 8.000 ispezioni hanno riguardato zone calde come Trastevere e Ponte Milvio, con più di 3.000 controlli per far rispettare le norme anti-alcol, specialmente per i minori. I sanitari del 118 e i pronto soccorso raccontano storie allarmanti di adolescenti arrivati privi di sensi, spesso abbandonati dagli amici, con esami tossicologici positivi a “mix” di droghe sintetiche non sempre identificabili, mettendo in luce i pericoli nascosti dietro una serata apparentemente innocua.
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