Cronaca
Raid d’Agosto: la Polizia colpisce i giovani clan Casamonica e Spada con arresti a sorpresa!

Le nuove generazioni delle famiglie Casamonica e Spada, noti gruppi mafiosi in attività a Roma, sembrano intenzionate a seguire il cammino tracciato dai loro antenati. Questi giovani, che si definiscono boss, vivono in un contesto di sfarzo, circondati da una abbondanza di beni e denaro proveniente dal traffico di droga. Nella zona di Torre Angela, insieme a cinque complici, tra cui due donne, hanno cercato di imitare le pratiche consolidatesi nel tempo, edificando veri e propri bastioni personali e occupandosi di spaccio di sostanze stupefacenti. Recenti operazioni delle forze dell’ordine, attuate prima dell’alba, hanno rivelato le loro attività illecite e hanno portato all’arresto di otto persone coinvolte nel commercio di hashish e marijuana.
Strategia di Controllo e Sfruttamento
Nel 2019, un’indagine condotta dal procuratore Ilaria Calò ha svelato un possibile schema di estorsione che ruotava attorno a un bar locale, il quale si è rivelato essere anche un punto di ritrovo per spacciatori. Emulando quanto spesso si vede nella criminalità romana, i narcotrafficanti hanno scelto di stabilire i loro affari in locali pubblici, mascherando l’illegalità dietro una facciata di normalità. Queste nuove generazioni, già sotto il radar delle autorità, sono accusate di appartenere a un’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti. L’intervento del cane antidroga Nelly ha permesso di scoprire sostanze come cocaina e crack celate in modi che apparivano innocui. Le abitazioni utilizzate dai membri del clan si sono rivelate centri di confezionamento per le dosi, mentre ciascun membro ricopriva un ruolo specifico nella catena di comando che faceva capo a un leader.
Dominio e Resistenza nel Territorio
Nella zona di Torre Angela, i clan mantenevano il controllo attraverso intimidazioni. Le donne del gruppo si occupavano di selezionare i clienti, realizzando una sorta di servizio prolungato per lo spaccio. Nonostante l’autorità derivante dai loro cognomi, le operazioni delle forze dell’ordine sono riuscite a minare il loro potere. In verità, l’arroganza dei loro approcci era già stata messa alla prova in diverse occasioni, tra cui episodi di violenza nel 2018 e nel 2022 contro negozi che resistevano all’intimidazione mafiosa, causando denunce e arresti successivi. Tuttavia, la continua presenza di gruppi come i Casamonica e i Di Silvio evidenzia come la lotta contro il crimine organizzato resti una questione complessa e attuale nelle periferie di Roma.
Cronaca
Un viaggio sorprendente nella Roma di Bergoglio: dall’ottica agli ex detenuti

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Le Testimonianze
Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.
L’Abbraccio
E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.L’Incontro
Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.
Cronaca
A Roma, il drammatico confronto tra una madre e un aggressore con il figlio di 4 anni al fianco

Hai mai immaginato un tranquillo pomeriggio con tuo figlio trasformarsi in un incubo per colpa di un aggressore ubriaco? #Roma #Esquilino #MinacciaNotturna
L’Incidente Sconvolgente nel Cuore di Roma
Un pomeriggio apparentemente sereno si è trasformato in un momento di puro terrore per una mamma e il suo bambino, mentre camminavano nei pressi di piazza Dante, nel vivace rione Esquilino. L’uomo, di origini straniere e visibilmente alterato dall’alcol, brandiva il collo di una bottiglia di vetro, creando un’atmosfera di paura e tensione inaspettata.
La Testimonianza della Mamma Terrorizzata
Anna M. ha raccontato i dettagli di quell’incontro agghiacciante: “Erano circa le 18 e io e mio figlio stavamo tornando a casa dopo una giornata al parco. Il bambino era stanco ma felice, e le giornate più lunghe rendevano tutto così piacevole”. Ma improvvisamente, l’uomo ha iniziato a seguirli, accelerando i passi e gridando insulti, lasciando la donna in preda al panico.L’Aggressione e il Momento di Paura
Nonostante i tentativi di distrarre il piccolo e accelerare, l’aggressore li ha raggiunti, afferrando il braccio della mamma e puntandole il collo della bottiglia quasi in faccia. “Voleva soldi e il bambino ha iniziato a piangere, mentre lui rideva in modo inquietante”, ha spiegato Anna. Per liberarsi, ha dovuto cedere 50 euro, sperando che l’incubo finisse lì e che l’uomo scomparisse. Da quel momento, il piccolo è rimasto profondamente scosso, e la mamma ora si chiede come vivere in un quartiere dove eventi del genere sembrano all’ordine del giorno.
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