Attualità
Studente sospeso per un mese

Il ragazzo si era presentato la scorsa settimana a scuola con una pistola. A denunciarlo agli insegnanti, una compagna di classe.
La Decisione del Consiglio d’Istituto
È stato sospeso per trenta giorni – con quindici di frequenza – il ragazzo che la scorsa settimana è andato a scuola con una pistola. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, lo ha deciso il consiglio d’istituto della scuola frequentata dal giovane, dopo essersi riunito per decidere la sanzione da infliggere al ragazzo. Lo studente, in seguito al ritrovamento dell’arma, è stato arrestato dai poliziotti del commissariato Fidene Serpentara per porto abusivo d’arma. Anche il padre era stato denunciato, dato che sapeva perfettamente che il figlio aveva con sé un’arma.
Le Indagini della Polizia
Indagini sono in corso da parte degli inquirenti per sapere dove il ragazzo abbia preso la pistola, che era carica di munizioni. Lo studente ha dichiarato di averla trovata in un cassonetto, e di aver deciso di portarla a casa per curiosità. Una versione che secondo la polizia fa acqua da tutte le parti dato che il numero di matricola è collegato a un anziano deceduto lo scorso anno. Per i poliziotti, l’arma sarebbe stata sottratta dalla casa popolare in cui risiedeva l’uomo, e non sarebbe stata quindi trovata casualmente tra i rifiuti.
Per il ragazzo le manette sono scattate la scorsa settimana. A denunciarlo è stata una compagna di classe, alla quale lo studente – forse per impressionarla – ha mostrato l’arma carica di proiettili. La giovane, spaventata, è andata immediatamente dagli insegnanti a raccontare cosa era accaduto e cosa il ragazzo aveva portato in classe. Da lì è scattata la chiamata della preside alla polizia, con conseguente perquisizione in camera del giovane, dove è stata trovata la pistola. Dalle analisi effettuate, l’arma avrebbe sparato due colpi.
Attualità
Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!
Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.
La sequenza degli eventi
Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.Le implicazioni per la sicurezza
Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?
Attualità
Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.
I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.
Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.
Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.
Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.
Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.
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Ho trame in mente. Produttori, non fate i pigri.