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Il caso di Serena Mollicone potrebbe essere riaperto dalla Cassazione per richiesta dei PM, c’entra anche Marco Vannini

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Il caso di Serena Mollicone potrebbe essere riaperto dalla Cassazione per richiesta dei PM, c’entra anche Marco Vannini

Il delitto di Arce continua a tenere banco tra le pagine di cronaca, con la procura generale che ha recentemente presentato ricorso in Cassazione. Il fulcro del caso riguarda l’omicidio di Serena Mollicone, avvenuto nel 2001, e la conseguente assoluzione della famiglia Mottola, allora sotto accusa.

Ricorso contro l’assoluzione

La decisione del ricorso giunge dopo l’assoluzione in appello di Franco Mottola, comandante della stazione dei carabinieri di Arce all’epoca, sua moglie Anna Maria e il figlio Marco. I giudici avevano stabilito l’assenza di prove certe che potessero attribuire il delitto a uno dei membri della famiglia.

Le motivazioni del ricorso

Il ricorso si articola su quattro punti fondamentali. Anzitutto, i pm ritengono che la Corte d’Assise d’Appello si sia limitata a riproporre la sentenza di primo grado senza integrale motivazione, talvolta con una valutazione definita incoerente. In secondo luogo, si accusa la Corte di aver prodotto una “motivazione apparente”, priva di una valutazione complessiva degli indizi. Terzo, la mancata acquisizione di intercettazioni ambientali e telefoniche viene indicata come una grave lacuna, poiché tali prove avrebbero potuto chiarire alcune testimonianze. Infine, viene fatto un parallelo al caso di Marco Vannini per sottolineare le similitudini in termini di obblighi di garanzia non adempiuti.

Il confronto con altri casi

Il quarto punto fa riferimento al famigerato caso di Marco Vannini, sostenendo che, come nel caso Vannini, anche la famiglia Mottola avrebbe dovuto prevenire l’evento mortale. Tuttavia, la Corte ha ribadito che, mentre nel caso Vannini le responsabilità erano chiare, il caso Mollicone presenta zone d’ombra riguardo le azioni individuali. Nonostante le assoluzioni sia in primo grado che in appello, il ricorso cerca di portare a una nuova valutazione dell’intero caso.

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Si spaccia per parente di Mattarella per scalare al ruolo di primario urologo: “Volevo mostrare che la meritocrazia è un’illusione”

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Si spaccia per parente di Mattarella per scalare al ruolo di primario urologo: “Volevo mostrare che la meritocrazia è un’illusione”

IncredibileInganno Un uomo si finge parente del Presidente Mattarella per conquistare una cattedra da primario urologo, scopri i dettagli di questa storia sbalorditiva!

In un colpo di scena che sembra uscito da un thriller, un individuo ha tentato di sfruttare il nome del Presidente della Repubblica per scalare le vette della carriera medica. L’episodio, emerso durante un processo, ha catturato l’attenzione per la sua audacia e le motivazioni sottili, lasciando tutti a chiedersi fino a che punto si può spingere l’ambizione in un sistema che molti percepiscono come ingiusto.

La Truffa Svelata

Le indagini hanno rivelato come l’uomo abbia orchestrato una falsa parentela con il Presidente Mattarella per ottenere un ruolo prestigioso in ambito sanitario. Questa mossa, piena di rischi e astuzia, ha acceso i riflettori su possibili falle nel reclutamento professionale, alimentando dibattiti su trasparenza e opportunità.

Le Dichiarazioni in Aula

Durante il processo, l’imputato ha ammesso le sue intenzioni con parole che hanno stupito tutti: “volevo dimostrare che non c’è meritocrazia”. Questa citazione, pronunciata in aula, ha sollevato interrogativi su quanto il sistema possa essere influenzato da connessioni e apparenze, invitando a una riflessione più ampia sul mondo del lavoro.

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Il questore chiude la discoteca Room26 dell’Eur a Roma per motivi di ordine pubblico

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Il questore chiude la discoteca Room26 dell’Eur a Roma per motivi di ordine pubblico

ChiusuraMisteriosa Avete mai sognato una notte di festa epica a Roma, solo per scoprire che la leggendaria discoteca Room26 dell’Eur ha chiuso i battenti in modo del tutto inaspettato? La decisione del questore sta facendo impazzire i curiosi, con voci di scandali e segreti che emergono dall’ombra – scopri cosa sta succedendo davvero dietro questa chiusura improvvisa!

La discoteca Room26, un’icona della nightlife romana, è stata al centro di serate indimenticabili per anni, attirando folle da tutta la città. Ma ora, la notizia della sua chiusura ha acceso l’interesse di tutti, con il questore che ha preso una decisione drastica che nessuno si aspettava. Che si tratti di problemi di sicurezza o di qualcosa di più intrigante, questa storia promette di rivelare dettagli che potrebbero lasciare tutti a bocca aperta.

Le ragioni nascoste dietro la decisione

Fonti vicine alle indagini suggeriscono che la chiusura potrebbe essere legata a controlli rigorosi sulle licenze e sulla sicurezza, ma i dettagli precisi rimangono avvolti nel mistero. Immaginate: una location così vivace, improvvisamente silenziosa – cosa ha spinto le autorità a intervenire?

L’impatto sulla scena notturna romana

Questa mossa ha scosso l’intera comunità dei club romani, con molti che si chiedono se altre discoteche potrebbero seguire lo stesso destino. I fan di Room26 sono già in fermento, condividendo ricordi e teorie online, alimentando la curiosità su ciò che avverrà dopo. Non perdetevi gli aggiornamenti su questa storia che continua a evolversi!

Prospettive future per Room26

Mentre le speculazioni vanno avanti, c’è chi spera in un possibile ritorno o in cambiamenti radicali. Restate sintonizzati per scoprire se questa chiusura è la fine di un’era o solo l’inizio di qualcosa di ancora più elettrizzante.

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