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Cronaca

I soldi che mi devi devono essere dati altrimenti ti ammazzo

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I soldi che mi devi devono essere dati altrimenti ti ammazzo

La vita del rapper italo-irlandese Sean Michael Loria, noto come Pretty Solero, è stata segnata da una serie di eventi complessi. Cresciuto con difficoltà, in rapporto complicato con la madre e inesistente con il padre, ha trovato nella musica e purtroppo anche nella droga un rifugio. Ieri, davanti al giudice, è stato condannato a due anni di reclusione per maltrattamenti nei confronti della madre. La sentenza, più mite dei tre anni richiesti dal pubblico ministero, è stata pronunciata dopo che la madre ha scelto di non costituirsi parte civile. Le avvocate di entrambe le parti non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, fatta eccezione per una frase sfuggita che riflette il dolore e la complessità del loro legame: “Tutte le mamme amano e ognuna trova il modo per aiutare i propri figli in situazioni difficili”.

La vicenda

Il venti luglio scorso, accompagnata dai carabinieri, la madre di Loria è riuscita a entrare nell’appartamento bloccato dall’interno dove vive con il figlio. All’ingresso hanno trovato un ambiente devastato. Gli atti riportano episodi di violenza fisica e psicologica, tra cui la ricezione di un pugno e continue vessazioni subite dalla donna, vessazioni che si sarebbero svolte in uno stato di alterazione psicofisica del rapper, dovuta all’assunzione di cocaina.

La droga

Il legame di Loria con le sostanze stupefacenti si era già manifestato nel 2019 quando fu fermato con piccole quantità di cocaina, hashish e marijuana. Episodi di aggressività, secondo il capo d’imputazione, si erano intensificati con minacce e richieste di denaro dirette alla madre. La situazione è sfociata in aggressioni fisiche, tra cui tentativi di colpirla con un casco e danni alla propria abitazione. L’arresto è avvenuto lo scorso luglio, quando Loria, in un momento di crisi, ha richiesto alla madre del denaro che lei, secondo lui, avrebbe sottratto falsamente. Attualmente, in seguito alla condanna, il musicista è stato trasferito in una comunità di recupero.

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Aggressione in ospedale: un infermiere preso di mira a Roma per un ritardo niespettato

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Aggressione in ospedale: un infermiere preso di mira a Roma per un ritardo niespettato

AggressioneChocInOspedale Hai mai immaginato cosa succede quando la rabbia esplode in un pronto soccorso? Un giovane romano ha trasformato una semplice attesa in un incubo di violenza, lasciando tutti a bocca aperta!

Il Dramma al Pronto Soccorso

Un 24enne di Roma si è presentato all’ospedale Umberto I per un’emergenza, ma la pazienza è finita in un batter d’occhio. Invitato ad attendere il suo turno, il ragazzo ha perso il controllo, scagliandosi contro medici e infermieri con insulti, schiaffi e sputi, e addirittura danneggiando mobili e attrezzature. La polizia è intervenuta per calmarlo, ma lui è tornato alla carica, aggredendo un infermiere di 39 anni originario di Genzano. L’uomo ha riportato ferite lievi e una prognosi di tre giorni, mentre il responsabile è stato arrestato per lesioni personali e resistenza. Scopri come una serata tranquilla è diventata un vero caos!

I Precedenti Allarmanti

Ma questa aggressione non è un caso isolato – i numeri parlano chiaro e fanno rabbrividire. Secondo un’indagine di Amsi, Umem e il Movimento Internazionale Uniti per unire, sono state registrate ben 25.940 aggressioni al personale sanitario lo scorso anno, con il 72% delle vittime che non denuncia per paura o rassegnazione. Il Lazio, con il suo incremento record, si piazza al quarto posto in Italia, dopo Lombardia, Campania e Puglia. Possibile che gli eroi in corsia debbano affrontare anche questo?

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Un uomo di 40 anni in manette per aggressione e rapina: il messaggio nascosto dietro le sue parole agli inquirenti

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Un uomo di 40 anni in manette per aggressione e rapina: il messaggio nascosto dietro le sue parole agli inquirenti

Un mistero inquietante a Roma: perché un uomo ha aggredito tre suore in pieno giorno? #RomaSconvolta #ViolenzaInaccettabile #SuoreAggredite

La incredibile ricostruzione degli eventi

Immaginate una tranquilla passeggiata in un parco romano che si trasforma in un incubo: è successo l’8 aprile 2023, quando un cittadino peruviano di 40 anni ha improvvisamente braccato e palpeggiato tre suore originarie del sud-est asiatico. Le donne, di corporatura esile e appartenenti all’ordine delle Figlie della Regina del Rosario, stavano tornando a casa dopo la messa, percorrendo una scorciatoia in via Torrevecchia. Ma cosa ha spinto quest’uomo a seguire le sue vittime in solitudine, ignorando le loro urla disperate e le implorazioni? È un dettaglio che lascia tutti senza parole.

Il momento del raptus: aggressione e parole sconvolgenti

Mentre le suore cercavano di difendersi, l’aggressore non si è fermato, spingendo la prima vittima a terra e avventandosi sulla seconda. La terza, originaria dell’Indonesia, ha vissuto l’orrore peggiore: bloccata e toccata ovunque, con l’uomo che si sedeva sopra di lei per bloccarla. In mezzo al caos, ha sussurrato parole agghiaccianti con un forte accento spagnolo: “Sorelle, siete maliziose”. È un’affermazione che fa rizzare i capelli, lasciando aperte domande su cosa si nascondeva nella sua mente in quel fatidico sabato pomeriggio.

La fuga improvvisa e l’inseguimento investigativo

Dopo l’attacco, l’uomo è scappato in modo disordinato, non prima di rubare il cellulare di una delle suore. Le vittime, ancora sotto shock, sono corse a cercare aiuto in una vicina parrocchia, dove hanno denunciato tutto alla polizia. Gli agenti, incuriositi dalle descrizioni di un uomo corpulento e visibilmente ubriaco, hanno setacciato il parco e trovato indizi sorprendenti: una tessera punti di un supermercato che ha condotto dritto a una residenza vicina. Seguendo questa pista, hanno identificato il sospettato grazie a foto fornite dalla madre, e persino recuperato il telefono rubato. Chissà quanti segreti nascondeva quella fuga affrettata?

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