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Cronaca

Il caso della pec comunale contraffatta: associazione a delinquere

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Il caso della pec comunale contraffatta: associazione a delinquere

Un’indagine ha portato alla luce un’organizzazione dedita alla produzione di licenze false che ha coinvolto decine di persone. Gli imputati avrebbero guadagnato cifre considerevoli, con un sistema che prevedeva l’individuazione dei clienti, la riscossione di somme elevate e la falsificazione di documenti ufficiali, tra cui quelli del Comune, per creare patenti e permessi falsi necessari a ottenere licenze Ncc apparentemente regolari. Cinquantuno persone sono state portate davanti alla giustizia con accuse come associazione a delinquere, falsità e truffa. Di questi, 45 sono stati rinviati a giudizio, 3 prosciolti e altri 3 assolti tramite rito abbreviato. La prima udienza è prevista per il 25 febbraio 2025.

La Ricostruzione

I reati risalgono al 2019 e 2020. Secondo quanto emerso dalle indagini, guidate dal pubblico ministero Francesco Marinaro, un gruppo di diciassette imputati avrebbe operato per commettere una serie di reati tra cui falsità materiale, truffa e riciclaggio, al fine di creare licenze false per il noleggio con conducente. Gli accusati avrebbero utilizzato identità false per creare società di autonoleggio, aprire utenze telefoniche e gestire le transazioni economiche illecite.

La Truffa

Il titolare di un’agenzia di pratiche auto è anch’esso coinvolto nelle accuse, avendo utilizzato il proprio luogo di lavoro per ritirare documentazione falsa. Diversi autisti sono stati ingannati, pagando ingenti somme convinti di ottenere licenze autentiche, mentre in realtà ricevevano documenti contraffatti. Gli imputati avrebbero anche utilizzato fasulli indirizzi email di rappresentanza comunale per inviare autorizzazioni imitative, truffando i clienti facendo credere loro di essere in regola con i documenti. Anche altri autisti, circa una trentina, sono stati accusati di aver presentato licenze false alle autorità competenti per registrare i loro veicoli.

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Chi è Stella Ford, la misteriosa moglie di Rexal?

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Chi è Stella Ford, la misteriosa moglie di Rexal?

IlMisteroDiStellaFord Che Scioccante Scoperta in un Parco di Roma? #Omicidio #EnigmaUmano

La Strana Storia degli Incontri con la Polizia

Immaginate una donna che si presenta come moglie di un uomo misterioso, fermata due volte dalla polizia senza documenti. Ecco cosa è successo: Stella Ford, il nome che ha usato, è stata avvistata per la prima volta il 20 maggio a Campo de’ Fiori, al fianco di Rexal Ford, un uomo ubriaco e ferito che non ha chiesto aiuto. Gli agenti non si sono allarmati, pensando a un semplice incidente. Poi, dieci giorni dopo, la coppia è stata coinvolta in una lite vicino a San Pietro, dove Rexal è stato identificato grazie al suo passaporto. Stavolta, è scattato lo “Scudo”, un sistema per tracciare casi di violenza, ma Stella non era ferita e sono stati lasciati andare. Che cosa nascondevano questi incontri?

Il Decesso che Lascia Tutti Senza Parole

Otto giorni dopo l’ultimo episodio, il corpo di Stella Ford è stato trovato completamente nudo tra gli oleandri del vasto parco di Villa Doria Pamphilj a Roma – un luogo che ora è al centro di un intrigante enigma. Il suo decesso rimane avvolto nel mistero: il corpo era in uno stato di decomposizione avanzata, rendendo difficile stabilire la causa. Si sospetta un soffocamento, simile a quello che potrebbe aver coinvolto anche una bambina piccola, ma gli esami sono ancora in corso. Chi era questa donna di circa 30 anni, e quali oscuri eventi l’hanno condotta a una fine così tragica?

Le Testimonianze che Alimentano la Curiosità

Amici dello sceneggiatore californiano Rexal Ford ricordano Stella quando era incinta, in un incontro a Malta, dove i due potrebbero essersi conosciuti e sposati. Le uniche informazioni affidabili arrivano dai genitori di Rexal, un’accusata coppia benestante statunitense, che l’hanno vista solo attraverso foto inviate via chat. Dicono che potrebbe essere russa o ucraina, ma non ne sono sicuri, e i controlli stanno verificando se il matrimonio è stato regolare. Intanto, Rexal è in Grecia per un interrogatorio legato a un mandato d’arresto europeo, e le autorità italiane attendono la sua estradizione per approfondire le indagini, inclusi test del DNA. Con lui, solo uno zaino e dispositivi sequestrati – nessun indizio sulla donna o la bambina. Che segreti emergeranno da questa storia?

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Rexal Ford non è il vero nome del sospettato per l’omicidio a villa Pamphili: all’anagrafe Usa ha un nome meno esotico.

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Rexal Ford non è il vero nome del sospettato per l’omicidio a villa Pamphili: all’anagrafe Usa ha un nome meno esotico.

SvelatoUnMisteroChocLeDueIdentitàDellUomoCoinvoltoNelCasoDellaBambinaDiRoma

Il colpo di scena nei registri statunitensi

Immaginate di scoprire che l’uomo fermato in Grecia per un tragico delitto ha un’identità segreta: nei documenti ufficiali degli Stati Uniti, il suo nome non corrisponde a quello sul passaporto. È un dettaglio che fa balzare alle stelle la curiosità in questo caso internazionale, legato alla morte della piccola innocente trovata senza vita nel parco più grande di Roma. Gli inquirenti stanno scavando a fondo, e ogni nuova rivelazione promette di ribaltare le carte in tavola.

Le conferme che alimentano i sospetti

Ma c’è di più: mentre le indagini procedono, emergono prove inconfutabili sulla paternità dell’uomo, un elemento che aggiunge un velo di suspense e fa sorgere mille domande. Chi è davvero questa figura enigmatica, e come si inserisce nel quadro di un evento così drammatico? Le autorità non hanno ancora svelato tutti i dettagli, ma l’attesa per le prossime mosse è palpabile, con potenziali colpi di scena che potrebbero cambiare tutto.

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