Cronaca
Nasce il Bosco Rosso nel Parco Tufilli di Torre Angela, dedicato alla sicurezza delle donne.

Torre Angela accoglie il Bosco Rosso Urbano
A Torre Angela prende vita il Bosco Rosso Urbano, un’iniziativa dedicata a contrastare la violenza sulle donne e offrire un rifugio sicuro. Il progetto trasformerà il parco Tufilli, creando un’oasi di serenità e sostegno per le donne, grazie alla riqualificazione della zona.
Un’oasi di pace e protezione
Il Bosco Rosso Urbano si propone di essere più di un semplice parco. Gli alberi dalle sfumature calde, come l’acero rosso e il corniolo, creeranno un ambiente avvolgente. Sentieri di legno e panchine rosse inviteranno a momenti di riflessione, mentre un’area giochi colorata accoglierà i sorrisi dei bambini. L’obiettivo è offrire un contesto accogliente in cui le donne possano sentirsi al sicuro e ottenere supporto, anche psicologico, grazie alla presenza di personale esperto e volontarie.
Sicurezza e servizi
La sicurezza sarà garantita da un avanzato sistema di videosorveglianza, conforme alle norme europee, per assicurare tranquillità a chiunque visiti il parco. Inoltre, il Bosco Rosso Urbano sarà un punto di riferimento per la comunità grazie alla presenza di un chiosco e spazi dedicati all’educazione e alla sensibilizzazione sulla violenza di genere.
Presentazione del progetto
La presentazione ufficiale del progetto avverrà oggi alle ore 17:00 presso la Sala Cinema Antonio Cerone a Tor Bella Monaca, sottolineando l’importanza di garantire sicurezza e rispetto per le donne. Considerato il primo progetto del genere in Italia, si auspica che altre città seguano l’esempio, contribuendo a un cambiamento positivo e sostenibile.
Le donazioni a sostegno del progetto sono benvenute e possono essere effettuate attraverso l’associazione Algaxia, che guida il progetto. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale dell’associazione: www.algaxia.it/bosco-rosso.
Cronaca
Femminicidio a Sula: Ritrovato il cellulare di Ilaria in casa di Mark Samson, che dichiara di averlo dato a sua madre.

SvoltaChocNelCaso: Il killer cambia versione sul telefono della vittima, e la verità è più inquietante di quanto si pensi!
La confessione inaspettata
In un colpo di scena che sta accendendo i riflettori sulle indagini, il killer ha rivelato ai pubblici ministeri di aver passato il telefono della giovane vittima a sua madre, Nors Manlapaz. Questa ammissione ha lasciato tutti a chiedersi cosa altro potrebbe emergere da questa intricata storia di inganni e misteri.
La storia che si sgretola
Prima di questa rivelazione, l’uomo aveva sostenuto di aver gettato il dispositivo in un tombino, una narrazione che ora è stata smascherata come falsa. Gli inquirenti sono in fibrillazione, e i dettagli di questo voltafaccia stanno alimentando speculazioni su possibili nuovi indizi nascosti.Cronaca
L’ex fidanzato e il segreto della valigia misteriosa

MisteroUccisioneARoma Scopri i dettagli scioccanti sul cellulare ritrovato della studentessa uccisa, che potrebbe svelare segreti inimmaginabili! #Roma #Femminicidio #IndaginiSegrete
Il Ritrovamento Scioccante
È stato finalmente ritrovato il cellulare di Ilaria Sula, la giovane studentessa tragicamente uccisa con tre coltellate al collo dal suo ex fidanzato Mark Samson. L’apparecchio, ora sotto sequestro, è stato scoperto a casa di Samson, il reo confesso che ha abbandonato il corpo della vittima in un dirupo nella zona di Capranica Prenestina. Ma cosa potrebbe nascondere questo telefono? Gli inquirenti sono già al lavoro per analizzarlo, alimentando la curiosità su possibili messaggi o prove nascoste che potrebbero cambiare tutto.
Le Indagini in Corso
Intanto, le autorità stanno approfondendo gli esami disposti dalla Procura di Roma sul tablet e sul computer di Ilaria, oltre al cellulare di Samson. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano a Samson l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l’occultamento di cadavere. È incredibile pensare a quante tracce digitali potrebbero emergere, rivelando lati oscuri di questa storia che tiene tutti con il fiato sospeso.Il Racconto Drammatico della Madre
«Sembrava un demonio, ho avuto paura che mi facesse del male». Sono queste le parole agghiaccianti di Nors Man Lapaz, la madre di Mark Samson, durante un interrogatorio in Questura. La donna, ora indagata per concorso in occultamento di cadavere, ha descritto le ore successive al femminicidio avvenuto nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano. Ha sentito i due discutere animatamente quella mattina, e quando ha bussato alla porta, ha trovato il figlio in uno stato terrificante. Tremava e farfugliava frasi confuse, come «se non lo facevo io, ammazzavano me», lasciando intendere un possibile scenario alternativo che gli inquirenti stanno verificando con attenzione. Ma è lei che potrebbe aver aiutato a ripulire la scena del crimine e a infilare il corpo in una valigia, un dettaglio che fa rabbrividire e solleva mille domande su cosa sia davvero accaduto.
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