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Scontro fra due auto sulla Tiburtina, una delle quali si ribalta con il conducente in codice rosso.

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Scontro fra due auto sulla Tiburtina, una delle quali si ribalta con il conducente in codice rosso.

Questa mattina, all’incrocio tra via Tiburtina e San Basilio, si è registrato uno schianto tra due automobili. L’incidente ha coinvolto una Fiat Cinquecento rossa e una Renault Captur nera, provocando il ribaltamento di una delle vetture e danni evidenti sulla parte anteriore dell’altra.

Scontro tra automobili

L’incidente è avvenuto alle 5 del mattino di oggi, lunedì 16 dicembre 2024. Dopo l’impatto, una delle auto si è ribaltata su un fianco, mentre l’altra ha subito ingenti danni. Sul posto sono intervenuti prontamente i caschi bianchi del IV Gruppo Tiburtino e il personale sanitario, per prestare soccorso alle due persone coinvolte, di cui una è stata trasportata in codice rosso.

Intervento dei soccorsi

Immediatamente dopo la segnalazione dell’incidente, gli operatori del 118 e gli agenti di polizia locale di Roma Capitale hanno iniziato a gestire la situazione. I rilievi della dinamica dell’incidente sono ancora in corso. Nel frattempo, la strada è stata chiusa al traffico per consentire le operazioni di soccorso e di rimozione dei veicoli coinvolti. Solo verso le 10 il traffico è stato riaperto.

Condizioni dei conducenti

Entrambi i conducenti coinvolti nell’incidente sono stati assistiti dagli operatori del pronto soccorso. Uno dei due, che ha riportato ferite non gravi, è stato trasportato all’ospedale Vannini in codice azzurro. L’altro conducente, invece, si trova in condizioni più critiche e è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Umberto I, dove le ferite sono state valutate con un codice rosso.

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Il peggiore ladro di elettricità in cucina consuma tre volte l’energia di un frigorifero

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Il peggiore ladro di elettricità in cucina consuma tre volte l’energia di un frigorifero

CucinaASorpresa #ElettricitàNascosta Scopri l’elettrodomestico che sta prosciugando la tua bolletta più di quanto immagini!

Molti considerano il fornello a induzione un’opzione efficiente e moderna per cucinare, ma una recente indagine potrebbe rovesciare le tue certezze. Secondo un rapporto del quotidiano danese Nyheder24, questo apparecchio non è affatto il campione di risparmio che sembra, finendo in cima alla lista dei consumi energetici in cucina. Preparati a scoprire quanto possa influenzare le tue abitudini quotidiane e la tua spesa!

Il vero mangiatore di elettricità in cucina

Quando si parla di sprechi energetici, l’attenzione va spesso al forno o al frigo, ma la realtà è molto più sorprendente. Il fornello a induzione domina la classifica, con un consumo medio di 748 kWh all’anno, triplicando quello di un frigo comune (circa 270 kWh) e superando persino un forno elettrico, che si ferma a 496 kWh. È incredibile come un utensile così pratico possa nascondere un costo così elevato, e molti lo scoprono solo quando arriva la bolletta!

Il problema non è solo l’apparecchio, ma anche il suo utilizzo quotidiano. La sua potenza elevata per riscaldare velocemente le pentole può far lievitare i consumi in modo inaspettato, trasformando una cena veloce in un salasso per il portafoglio.

Come ridurre i consumi senza sacrificare il comfort

La buona notizia? Piccoli cambiamenti possono fare una differenza enorme. Abbassare la temperatura del fornello quando si mantiene un pasto caldo o scegliere un modello più piccolo per pentole ridotte è un trucco semplice che, nel tempo, fa risparmiare tantissimo. Lo stesso vale per il frigo: se è regolato troppo basso, lavora di più del necessario, e lasciare la porta aperta anche solo per un attimo aumenta inutilmente l’energia usata.

Quando arriva il momento di sostituire un elettrodomestico, controlla sempre l’etichetta di efficienza energetica: un modello A+++ potrebbe costare di più all’inizio, ma ripagherà l’investimento in pochi mesi. E perché non provare alternative smart, come il microonde o una pentola a pressione, per certe cotture? Potrebbero essere più economiche e sorprendenti del previsto!

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Una domanda da pivello aiuta gli scienziati a rivelare che le rughe sulle dita causate dall’acqua sono un vantaggio per l’uomo

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Una domanda da pivello aiuta gli scienziati a rivelare che le rughe sulle dita causate dall’acqua sono un vantaggio per l’uomo

MisteroDellAcqua Come una semplice domanda di un bambino ha trasformato un bagno quotidiano in una sorprendente scoperta scientifica che potrebbe cambiare tutto ciò che sappiamo sulle nostre dita!

Immaginate di immergere le mani in acqua e notare come le dita si raggrinziscano, un fenomeno che tutti diamo per scontato. Eppure, dietro questo gesto comune si nasconde un meccanismo evolutivo affascinante, tutto partito da una curiosità infantile. Un bambino ha posto una domanda sul portale The Conversation che ha catturato l’attenzione del professor Guy German, ingegnere biomedico dell’Università di Binghamton negli USA. La sua query: “Le rughe sulle dita si formano sempre allo stesso modo?”, ha innescato una ricerca che rivela come questo effetto non sia casuale, ma un sofisticato adattamento biologico con potenziali usi in medicina e persino nelle indagini forensi.

Un modello unico come un’impronta digitale

Per esplorare se le rughe seguissero un pattern costante, German e la sua collega Rachel Laytin hanno coinvolto volontari in un esperimento semplice ma intrigante. Dopo aver immerso le dita in acqua per 30 minuti, hanno scattato foto dettagliate, ripetendo il processo il giorno successivo. Il risultato? Le pieghe si formavano esattamente allo stesso modo ogni volta, dimostrando che si tratta di un disegno fisso e unico, quasi come una seconda impronta digitale. Questa scoperta, pubblicata sul Journal of the Mechanical Behavior of Biomedical Materials, evidenzia come i solchi non siano casuali, ma segni precisi attivati dall’umidità.

La vera ragione dietro le rughe

Una domanda da pivello aiuta gli scienziati a rivelare che le rughe sulle dita causate dall’acqua sono un vantaggio per l’uomo

A lungo si è creduto che le dita si raggrinzissero per assorbimento d’acqua, ma studi come quelli citati da Science Alert hanno sfatato questo mito. In realtà, l’acqua penetra nei condotti sudoripari, alterando l’equilibrio salino della pelle e innescando una risposta neurologica. Le fibre nervose inviano segnali al cervello, che ordina ai vasi sanguigni di contrarsi. “I vasi sanguigni non cambiano molto posizione: si muovono leggermente, ma rispetto ad altri vasi sanguigni sono piuttosto statici”, ha spiegato German. ‘Ciò significa che le rughe dovrebbero formarsi allo stesso modo, e abbiamo dimostrato che è così’. Un test su uno studente con nervo danneggiato ha confermato tutto: senza reazione, “Niente rughe!”.

Applicazioni che cambiano il gioco

Questo fenomeno non è solo una curiosità: è un vantaggio evolutivo che migliora la presa su superfici bagnate, aiutando a manipolare oggetti o muoversi in ambienti scivolosi. Tuttavia, le rughe scompaiono per non ridurre la sensibilità o aumentare i rischi. In campo forense, comprendere questi pattern potrebbe rivoluzionare l’identificazione di corpi in acqua o i sistemi biometrici. Come ha commentato German, “La biometria e le impronte digitali sono parte integrante del mio cervello”, e ‘Mi sento come un bambino in un negozio di caramelle, perché c’è tanta scienza che non conosco’. Le potenzialità sono illimitate, aprendo porte a nuove esplorazioni scientifiche.

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