Cronaca
Arresto di un 37enne per aver portato la zia all’ospedale

«La prossima volta chiama un taxi». Questa frase, pronunciata dal conducente dell’ambulanza aggredito tre giorni fa nel quartiere Collatino, ha scatenato l’ira di Ivan G., 37enne romano, nipote della donna per cui era stata chiamata l’ambulanza. Ieri, a piazzale Clodio, è avvenuta la convalida dell’arresto per lesioni personali aggravate, senza misure cautelari.
I FATTI
Ivan G. aveva chiamato l’ambulanza il 5 gennaio per trasportare la zia, già sottoposta a un intervento, in ospedale. Durante il controllo da parte dei sanitari, il 37enne ha richiesto di non portare la donna all’ospedale più vicino, il Sandro Pertini, a causa di un precedente maltrattamento. La reazione del conducente, che ha risposto che avrebbe dovuto “chiamare un taxi”, ha infuriato Ivan, portandolo a minacciare l’operatore sanitario e colpirlo con una mazzetta da cantiere. L’aggressione ha richiesto l’intervento dei carabinieri della stazione Prenestina, che hanno arrestato Ivan G. e condotto il conducente in ospedale, dove è stato dimesso con cinque giorni di prognosi. Oltre all’arresto per lesioni aggravate, il 37enne è stato denunciato per minacce e interruzione di servizio di pubblica necessità.
IL RACCONTO
In aula, difeso dall’avvocato penalista Marta Esposito, Ivan G. ha dichiarato: «Vivo con mia zia da diversi anni, quel giorno stava male e ho chiamato l’ambulanza». Ha spiegato di preferire solitamente un’ambulanza privata, ma in quel caso aveva contattato il 118. Ha aggiunto che gli operatori gli hanno confermato che avrebbero portato la zia all’ospedale vicino, cosa che lui non voleva. Dopo aver ricevuto la risposta del conducente, l’aggressione è avvenuta rapidamente, provocando gravi conseguenze.
I PRECEDENTI
Questa non è stata la prima aggressione al personale sanitario all’inizio dell’anno. Nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio, una dottoressa dell’ospedale Villa San Pietro è stata colpita da una madre che si lamentava di un’assistenza inadeguata per la figlia. Inoltre, il giorno successivo, un’altra aggressione è avvenuta all’ospedale Pertini, dove una donna senza fissa dimora ha aggredito due operatori, risultando in un arresto per lesioni e interruzione di servizio di pubblica necessità.
Cronaca
Chi è Stella Ford, la misteriosa moglie di Rexal?

IlMisteroDiStellaFord Che Scioccante Scoperta in un Parco di Roma? #Omicidio #EnigmaUmano
La Strana Storia degli Incontri con la Polizia
Immaginate una donna che si presenta come moglie di un uomo misterioso, fermata due volte dalla polizia senza documenti. Ecco cosa è successo: Stella Ford, il nome che ha usato, è stata avvistata per la prima volta il 20 maggio a Campo de’ Fiori, al fianco di Rexal Ford, un uomo ubriaco e ferito che non ha chiesto aiuto. Gli agenti non si sono allarmati, pensando a un semplice incidente. Poi, dieci giorni dopo, la coppia è stata coinvolta in una lite vicino a San Pietro, dove Rexal è stato identificato grazie al suo passaporto. Stavolta, è scattato lo “Scudo”, un sistema per tracciare casi di violenza, ma Stella non era ferita e sono stati lasciati andare. Che cosa nascondevano questi incontri?
Il Decesso che Lascia Tutti Senza Parole
Otto giorni dopo l’ultimo episodio, il corpo di Stella Ford è stato trovato completamente nudo tra gli oleandri del vasto parco di Villa Doria Pamphilj a Roma – un luogo che ora è al centro di un intrigante enigma. Il suo decesso rimane avvolto nel mistero: il corpo era in uno stato di decomposizione avanzata, rendendo difficile stabilire la causa. Si sospetta un soffocamento, simile a quello che potrebbe aver coinvolto anche una bambina piccola, ma gli esami sono ancora in corso. Chi era questa donna di circa 30 anni, e quali oscuri eventi l’hanno condotta a una fine così tragica?Le Testimonianze che Alimentano la Curiosità
Amici dello sceneggiatore californiano Rexal Ford ricordano Stella quando era incinta, in un incontro a Malta, dove i due potrebbero essersi conosciuti e sposati. Le uniche informazioni affidabili arrivano dai genitori di Rexal, un’accusata coppia benestante statunitense, che l’hanno vista solo attraverso foto inviate via chat. Dicono che potrebbe essere russa o ucraina, ma non ne sono sicuri, e i controlli stanno verificando se il matrimonio è stato regolare. Intanto, Rexal è in Grecia per un interrogatorio legato a un mandato d’arresto europeo, e le autorità italiane attendono la sua estradizione per approfondire le indagini, inclusi test del DNA. Con lui, solo uno zaino e dispositivi sequestrati – nessun indizio sulla donna o la bambina. Che segreti emergeranno da questa storia?
Cronaca
Rexal Ford non è il vero nome del sospettato per l’omicidio a villa Pamphili: all’anagrafe Usa ha un nome meno esotico.

SvelatoUnMisteroChocLeDueIdentitàDellUomoCoinvoltoNelCasoDellaBambinaDiRoma
Il colpo di scena nei registri statunitensi
Immaginate di scoprire che l’uomo fermato in Grecia per un tragico delitto ha un’identità segreta: nei documenti ufficiali degli Stati Uniti, il suo nome non corrisponde a quello sul passaporto. È un dettaglio che fa balzare alle stelle la curiosità in questo caso internazionale, legato alla morte della piccola innocente trovata senza vita nel parco più grande di Roma. Gli inquirenti stanno scavando a fondo, e ogni nuova rivelazione promette di ribaltare le carte in tavola.
Le conferme che alimentano i sospetti
Ma c’è di più: mentre le indagini procedono, emergono prove inconfutabili sulla paternità dell’uomo, un elemento che aggiunge un velo di suspense e fa sorgere mille domande. Chi è davvero questa figura enigmatica, e come si inserisce nel quadro di un evento così drammatico? Le autorità non hanno ancora svelato tutti i dettagli, ma l’attesa per le prossime mosse è palpabile, con potenziali colpi di scena che potrebbero cambiare tutto.
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