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Cronaca

L’amore come salvezza in una dark comedy contro la violenza maschilista

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L’amore come salvezza in una dark comedy contro la violenza maschilista

In scena dal 7 al 12 gennaio al Teatro Sala Umberto, lo spettacolo “Il professionista” – Nella mente di un sicario, racconta la redenzione di Aron, interpretato da Luigi Di Fiore, un sicario che per amore tenta di cambiare vita, affrontando il suo alter ego, impersonato da Edoardo Purgatori. Il regista Tommaso Agnese propone una “dark comedy” attraverso una messa in scena essenziale e mutevole, coinvolgendo il pubblico nelle fragilità del protagonista. Altri membri del cast includono Antonino Iuorio, nei panni del predicatore, e Claudia Vismara, che interpreta Giuli, una giovane donna che cerca di difendersi da un mondo malvagio.

Il Doppio di Aron

Luigi Di Fiore, noto soprattutto per il suo ruolo in “Un posto al sole”, racconta il suo legame con il personaggio di Aron: «Sono intellettualmente e sentimentalmente legato a questo personaggio perché racchiude in sé una serie di tematiche impressionanti». Di Fiore si distingue dal suo personaggio, ma riconosce la potenziale dualità umana: «Siamo tutti potenziali vittime e carnefici, suscettibili agli eventi della vita».

Il Ruolo del Predicatore

Antonino Iuorio, che interpreta il predicatore, definisce il suo personaggio come «senza una vera e propria identità» e sottolinea l’importanza della scrittura di Agnese, che permette di esplorare dinamiche interessanti e non convenzionali. «Questo permette una certa libertà nell’interpretazione» ha aggiunto.

La Metafisica del Personaggio

Edoardo Purgatori, che nel ruolo dell’alter ego di Aron presenta un personaggio metafisico, spiega come la sfida interpretativa arricchisce la sua esperienza: «Credo che ciascuno di noi abbia un alter ego… posso dare libero sfogo, senza filtri, senza ritegno e senza valori». Claudia Vismara, interprete di Giuli, si sente vicina al personaggio per la sua attitudine sognante: «Ci sono aspetti di lei che mi sono cari… è anche l’aspetto più interessante del personaggio, quello più torbido e marcio».

Attualità

Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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Cronaca

“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

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“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

MedicoInsultaPaziente In un tranquillo studio medico a Roma, un anziano dottore si è rifiutato di riconoscere l’identità di una donna transgender, scatenando un caso che sta facendo discutere tutti!

L’incontro che ha scioccato

Durante una visita medica in uno studio privato nel quartiere di La Storta, a nord di Roma, una donna di 45 anni si è trovata di fronte a un medico di circa settant’anni che ha assunto un atteggiamento ostile fin dal primo momento. La paziente, accompagnata dal marito per una visita specialistica, ha descritto l’episodio come un vero e proprio attacco verbale, con il dottore che ignorava il nome e il genere indicati nei suoi documenti ufficiali.

Le parole che hanno ferito

Il medico non si è limitato a un rifiuto formale: ha pronunciato commenti apertamente transfobici, affermando frasi come “Tu sei un uomo e ti devi vergognare per come ti presenti” e “Non ho intenzione di farmi prendere in giro da queste finzioni biologiche”. Secondo la ricostruzione, l’uomo ha respinto l’idea di adattare la sua pratica medica a “queste ideologie”, lasciando la donna senza il certificato medico di cui aveva bisogno e in preda a un profondo sconforto.

La battaglia legale in corso

La donna ha deciso di non rimanere in silenzio e, assistita dall’avvocato Fabrizio Consiglio, ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma. Il caso è ora al vaglio dei magistrati, con accuse che includono istigazione all’odio per motivi di identità di genere, violenza privata, diffamazione aggravata e possibili molestie. Le indagini stanno verificando se il comportamento del medico abbia violato i doveri legati alla sua professione convenzionata.

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