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Cronaca

Medico in difficoltà dopo sequestro dello studio

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Medico in difficoltà dopo sequestro dello studio

Dopo un intervento dei carabinieri del NAS, è stato effettuato il sequestro della sala operatoria di uno studio medico privato a Roma, dove la 62enne Simonetta Kalfus si era sottoposta a un’operazione. I militari avevano già acquisito la cartella clinica e la documentazione sanitaria della donna. Durante l’ispezione, era presente anche il chirurgo estetico che ha eseguito l’intervento.

Dichiarazioni del chirurgo

Il chirurgo Carlo Bravi ha dichiarato: «Dire che sono disperato per quanto accaduto è dire poco» mentre lasciava lo studio. La donna è deceduta 12 giorni dopo aver subito una liposuzione nella stessa clinica, e ora Bravi è indagato insieme ad altri due medici.

L’ispezione dei NAS

Dopo un’ispezione durata oltre sei ore, Bravi ha commentato le condizioni della signora Kalfus affermando: «Chi lo dice che le cose siano andate così? È uscita solo la versione della Procura. Ci sono comunque le indagini in corso». Al termine dell’ispezione, che è iniziata alle 10 e si è conclusa alle 14:30, il chirurgo ha preferito mantenere il silenzio, mentre proseguono le indagini della Procura per la morte della 62enne.

Cronaca

Angela, l’ex modella clochard icona di Campo Marzio: la comunità si mobilita per un tributo inaspettato

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Angela, l’ex modella clochard icona di Campo Marzio: la comunità si mobilita per un tributo inaspettato

LaMusaDimenticata Che fine ha fatto la bellissima Angela, musa degli artisti e ora simbolo di una comunità unita? #StorieIncredibili #RomaMisteriosa

La vita affascinante di Angela

Nel cuore di Roma, nel pittoresco rione di Campo Marzio, tutti conoscevano Angela, o “Mimmi”, come era affettuosamente chiamata. Negli anni Ottanta, era una visione mozzafiato: capelli biondissimi e un volto da angelo che incantava pittori e fotografi. Rino Barillari, un fotografo che l’ha immortalata, la descrive come una musa ispiratrice che ha lasciato un segno indelebile nell’arte locale. Ma cosa è successo dopo? La sua vita ha preso una svolta inaspettata, trasformandola in una figura iconica per le strade della città eterna.

Dal successo alla strada: un destino travagliato

Angela ha vissuto gli ultimi quarant’anni come senzatetto tra piazza Navona, via dei Portoghesi e via della Scrofa, dove chiedeva qualche euro per un pasto. Nonostante le difficoltà, rifiutava i vestiti per evitare attenzioni indesiderate e pericoli. La sua esistenza era un mondo parallelo, pieno di insidie e solitudine, dopo aver assaggiato la vita “normale”. Qualche giorno fa, a 60 anni, si è sentita male e i residenti hanno chiamato i soccorsi, ma purtroppo è deceduta all’ospedale San Carlo. La notizia ha scosso l’intero quartiere: una donna così carismatica meritava di più?

L’iniziativa commovente del quartiere

Subito dopo la sua scomparsa, un residente di nome Roberto Farina ha deciso di organizzare un funerale dignitoso per Angela. “Mi ero affezionato a lei”, racconta, spiegando come ci fossero voluti anni per guadagnarsi la sua fiducia. Farina si è rivolto a Roberto Polidori, barbiere della storica sala da barba Genco in via dei Portoghesi, e insieme hanno lanciato una colletta. Ora, negozi come il Caffè Portoghesi, la macelleria di via D’Ascanio e la barberia Genco ospitano barattoli per le donazioni, con una foto di Angela e un messaggio che invita a rendere il suo ultimo saluto un momento di pace. “Era una brava donna, molto sfortunata”, dice Polidori, “e tutti la aiutavamo come potevamo”. Centinaia di persone stanno contribuendo, rendendo questa storia ancora più emozionante.

I numeri dietro una realtà nascosta

Durante il censimento del Comune di Roma realizzato con l’Istat nella “Notte della Solidarietà” del 20 aprile 2024, sono state contate 2.204 persone senza tetto: 1.018 in strada o in aree aperte, e le donne rappresentavano il 16,6% del totale. Tra loro c’era Angela, un volto che ora ispira riflessioni su quante storie simili si nascondano nelle nostre città. Chi altro come lei attende un gesto di umanità?

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Cronaca

La sconvolgente realtà di una violenza sessuale collettiva

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La sconvolgente realtà di una violenza sessuale collettiva

Svelati i dettagli scioccanti del caso che ha sconvolto Roma: un giovane condannato per stupro di Capodanno fa ricorso, ma cosa nasconde questa vicenda? #CasoCapodanno #GiustiziaRoma

Patrizio Ranieri è stato condannato a cinque anni e mezzo di reclusione per aver violentato due volte una 16enne di nome Bianca, durante una festa sfrenata a Primavalle nella notte di Capodanno 2021. Ma ora, tra ricorsi e testimonianze controverse, i dettagli emergono in modo inaspettato, lasciando tutti a chiedersi se la verità sia davvero quella emersa in tribunale.

L’ALTERAZIONE

Cosa succede quando alcol e droghe alterano la realtà? L’accusa originaria contro Ranieri includeva tre episodi di violenza sessuale, ma è stato assolto dal primo perché la vittima non era ancora sotto l’effetto di sostanze. Eppure, il ricorso del pubblico ministero Stefania Stefania ribalta la narrazione: secondo la ricostruzione basata su testimonianze, Bianca era già profondamente alterata fin dal suo arrivo alla festa intorno alle 19, con bevande alcoliche, cannabinoidi, cocaina e Rivotril che l’avrebbero resa incapace di dare un vero consenso. Un colpo di scena che fa riflettere: era davvero consenziente?

IL GRUPPO

E se dietro una festa tra amici si celasse un episodio di gruppo? La sentenza ha trasformato l’accusa di stupro collettivo in un atto individuale per il secondo episodio, ma il pubblico ministero insiste che tutti i partecipanti, incluso Ranieri, fossero consapevoli della situazione. Testimonianze parlano di ragazzi che entravano uno alla volta in bagno, con la porta sorvegliata per mantenere il segreto. Dall’altra parte, la difesa di Ranieri sostiene che ci fu solo un rapporto consenziente e chiede l’assoluzione totale. Chi ha ragione in questa intricata storia di feste, segreti e ombre? Gli appelli in corso promettono di rivelare ancora di più.

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