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Cronaca

Monterotondo, studenti dell’Istituto Giovagnoli partecipano a un mese di Erasmus in Belgio

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Monterotondo, studenti dell’Istituto Giovagnoli partecipano a un mese di Erasmus in Belgio

MONTEROTONDO – L’Istituto Giovagnoli di Monterotondo continua a distinguersi per l’offerta di opportunità di formazione internazionale, contribuendo alla preparazione dei giovani in un contesto globalizzato. Due studenti della classe terza, G.D.A. 3A e M.M. 3G, sono stati selezionati per partecipare a una mobilità a lungo termine in Belgio, presso la scuola Go! Atheneum di Geraardsbergen, grazie al progetto Erasmus+, sotto la guida del prof. Gunther de Geeter.

Accompagnati da diverse insegnanti dell’istituto, G.D.A. e M.M. hanno trascorso un mese all’estero, arricchendo notevolmente il loro percorso educativo e personale. Questa esperienza rappresenta un’importante opportunità di crescita non solo per i ragazzi, ma testimonia anche l’impegno dell’Istituto Giovagnoli verso l’internazionalizzazione della propria offerta formativa. Il progetto Erasmus+ permette agli studenti di entrare in contatto con diverse culture e di migliorare competenze linguistiche e abilità di adattamento in un contesto europeo.

Studenti in Erasmus: non solo competenze linguistiche

I ragazzi hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con realtà scolastiche internazionali, scoprendo nuove metodologie didattiche e implementando le proprie competenze linguistiche. L’esperienza ha favorito lo sviluppo di soft skills fondamentali, come la capacità di lavorare in team, gestire il tempo, e migliorare autonomia e resilienza. Interagire con coetanei di diverse nazionalità e affrontare le sfide quotidiane in un paese straniero ha arricchito il loro bagaglio culturale e umano.

Il successo di questa iniziativa sfrutta tanto il merito dei singoli studenti quanto il lavoro sinergico di un corpo docente che ha saputo guidarli e motivarli. L’esperienza di G.D.A. e M.M. non solo ha rafforzato la loro formazione scolastica, ma ha anche contribuito a rendere l’Istituto Giovagnoli un punto di riferimento per le opportunità educative a livello europeo. L’intera comunità scolastica si sente fiera di questa realizzazione, simbolo di un presente che guarda con attenzione al futuro.

Cronaca

Omicidio Ilaria Sula: dalle chat al ruolo della madre, le bugie di Mark Samson

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Omicidio Ilaria Sula: dalle chat al ruolo della madre, le bugie di Mark Samson

Svelate le bugie shock dell’assassino di Ilaria Sula: un intrigo di depistaggi che nasconde verità agghiaccianti? #Femminicidio #VeritàNascosta #GiustiziaPerIlaria

Il cellulare della vittima: un indizio che cambia tutto

Immaginate di scoprire che il telefono della vittima, dato per perso in un tombino, era in realtà nascosto nell’appartamento dell’assassino. Mark Samson, il 23enne filippino accusato del femminicidio, aveva confessato di averlo gettato via, ma gli investigatori hanno trovato il dispositivo nella sua casa di via Homs. Difeso dagli avvocati Fabrizio Gallo e Alessandro Pillitu, Samson continua a intrecciare una rete di menzogne che lascia tutti a chiedersi: cosa altro sta nascondendo?

Le menzogne sugli studi universitari: una lite fatale?

E se una semplice bugia sugli esami avesse scatenato l’ira omicida? Samson, studente di architettura, aveva mentito ai suoi genitori dicendo di essere vicino alla laurea, ma in realtà non frequentava l’università da mesi. Secondo le ricostruzioni, Ilaria Sula lo aveva messo alle strette: “O mi fai vedere i voti o ti lascio”. Rifiutandosi di mostrare il libretto, ha innescato una lite che potrebbe aver condotto al tragico epilogo. Chissà quali altre falsità emergono da questa storia?

I depistaggi con le chat: messaggi che ingannano gli amici

Cosa succederebbe se l’assassino usasse il telefono della vittima per fingere che tutto vada bene? Dopo il femminicidio, Samson ha contattato le amiche di Ilaria, spacciandosi per lei. Ha scritto messaggi come: “Non so se sto per fare una cazzata. Ma vado a casa di un tizio che ho conosciuto per strada”, e ha inventato una storia su un incontro a Napoli via Tinder. Rispondendo a una curiosità con un diabolico “Sì, ho fatto la birichina”, ha cercato di deviare i sospetti. L’amica Maria Sofia non ha creduto a una parola: un colpo di scena che fa rabbrividire!

Il messaggio falso su Instagram: un post che insospettisce tutti

E se un aggiornamento sui social fosse l’ennesimo trucco per guadagnare tempo? La notte del 31 marzo, sulla pagina Instagram di Ilaria Sula è apparso un messaggio: “Sto bene. Grazie a tutti”. Ma era fin troppo sospetto. Amici come Adrian Ionescu hanno subito fiutato l’inganno: “Quel messaggio non era da lei”. I sospetti si sono concentrati su Samson, che poco dopo ha confessato in commissariato, dopo aver abbracciato il padre di Ilaria fingendo rimorso. Un dettaglio che fa sorgere mille domande!

Le omissioni nell’interrogatorio: coinvolgimenti familiari da scoprire

Quali segreti emergono quando l’assassino dice “Ho fatto tutto da solo”, ma non è vero? La madre di Samson, Nors Manlapaz, ha ammesso di aver visto il corpo di Ilaria e di aver aiutato a pulire la scena, terrorizzata dal figlio che “sembrava un demonio”. In filippino, lui le ha detto: “Se non lo facevo io, ammazzavano me”. Il ruolo del padre, Eddie Samson, resta avvolto nel mistero, con indagini che si concentrano sull’orario esatto del delitto. E le accuse infondate ai genitori di Ilaria, dipinti come razzisti, aggiungono un altro strato di inganno: puro teatro o verità nascosta?

Le falsità sulla scena del crimine: dettagli che non quadrano

E se la versione dell’assassino sulla morte di Ilaria fosse solo un’altra menzogna? Samson sostiene che “è morta subito” dopo una caduta, ma l’autopsia racconta un’orrore diverso: tre coltellate al collo, una sulla guancia, un ematoma all’occhio e graffi ovunque, come se avesse lottato per difendersi da un possibile assalto. Lui nega, attribuendo le ferite a un incidente, e parla di un coltello usato per tagliare la mortadella – un’arma mai trovata. Queste discrepanze stanno facendo impazzire gli investigatori: cosa succederà quando emergeranno tutti i fatti?

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L’incubo di un operaio dopo tre punture misteriose da insetti

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L’incubo di un operaio dopo tre punture misteriose da insetti

HaiMaiVistoUnInvasioneDiApiCosìIncredibile? #ApiMisteriose #RomaSOS

Le api che sfidano l’inverno

Le chiamate per segnalare nidi di api sono già arrivate a frotte nelle scorse settimane, con questi insetti che non si sono mai fermati nonostante una stagione invernale più mite del previsto. Immagina: anche con il freddo artico che ha sfiorato l’Italia, le api hanno trovato rifugi impensabili nelle case e nei dintorni di Roma, creando colonie che sembrano uscite da un thriller della natura.

Il drammatico episodio vicino alla Capitale

L’ultimo caso ha fatto tremare i nervi: ieri, un operaio è stato punto ben tre volte da un nido nascosto vicino a Roma, mentre cercava di segnalarlo per la rimozione. Per fortuna, non è in pericolo di vita, ma questa aggressione inaspettata ha acceso i riflettori su quanto queste creature possano essere imprevedibili e pericolose quando disturbate.

La scoperta scioccante a Morlupo

A Morlupo, all’interno di una colonna di una villa, si nascondevano migliaia di api – circa 75.000, secondo l’esperto! I proprietari, impegnati in lavori di ristrutturazione, hanno trovato lo sciame che aveva approfittato di un piccolo buco per creare i suoi favi in alto. È un segreto ben custodito della natura che ti farà riflettere: come fanno questi insetti a organizzare colonie così massicce in posti impensabili?

L’intervento eroico dell’etologo

Andrea Lunerti, l’etologo intervenuto, ha orchestrato un’operazione da brividi: prima ha usato il fumo per calmare le api, poi ha rovesciato il cappello della colonna e aspirato tutti gli insetti. I proprietari, colpiti dalla campagna di sensibilizzazione, hanno insistito per salvarle, sapendo quanto siano vitali per l’ecosistema. Non è affascinante pensare che un piccolo intervento possa preservare questi alleati invisibili dell’umanità?

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