Cronaca
Roma: una scuola a cielo aperto per gli appassionati di jazz

Federico Chiarofonte, batterista e compositore, ha formato un Trio jazz insieme a Vittorio Solimene e Alessandro Bintzios. Il gruppo si esibirà il 21 marzo alla Casa del Jazz, presentando brani tratti dall’album d’esordio "Underbrush" (GleAM Records 2024) e pezzi inediti. Chiarofonte descrive l’album sottolineando che «Underbrush è il nostro primo album, è il frutto di una serie di influenze specifiche che si sono fuse tra loro a mia insaputa». Inoltre, il titolo deriva da «un sottobosco di riflessioni su cui mi sono soffermato in un periodo specifico della vita».
Influenze Musicali e Stile
Il sound del trio trae ispirazione dalle tendenze contemporanee del jazz e dal post bop, integrando influenze compositive della musica europea e della musica seriale dei primi del ‘900. Chiarofonte afferma che Roma offre numerosi locali per la musica dal vivo, «una sorta di università a cielo aperto in cui si possono scoprire, ascoltare e conoscere musicisti incredibili».
Dettagli del Concerto
La formazione per il concerto del 21 marzo vedrà Federico Chiarofonte alla batteria, Vittorio Solimene al piano e Alessandro Bintzios al contrabbasso. L’artista esprime la sua emozione riguardo alla performance: «E’ davvero emozionante poter portare sul palco dell’auditorium della Casa del Jazz la musica che ho scritto». Il concerto avrà inizio alle ore 21:00, per ulteriori informazioni consultare il link Casa del Jazz.
Cronaca
Jovanotti a Roma applaude il Papa: un prete dalla periferia del mondo

ConcertoDaBrividi Hai mai visto un evento così magico e inaspettato? Scopri i segreti della prima data romana che ha lasciato tutti senza fiato!
La Serata Piena di Sorprese
Immagina una notte romana illuminata da fiori colorati e visual spettacolari, con una scaletta di classici che ha fatto cantare e ballare il pubblico per ore. Questa è stata solo la prima delle dodici date previste, e già si parla di un’atmosfera elettrica che ha conquistato tutti. Ma cosa ha reso questa serata così indimenticabile? Gli indizi sono nei dettagli che hanno trasformato un concerto in un vero e proprio spettacolo da non perdere.
Il Duetto Che Nessuno Si Aspettava
E poi, il colpo di scena: un fuoriprogramma che ha fatto impazzire i fan! L’artista ha condiviso il palco con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per un duetto su “Se lo senti lo sai”, un momento di pura emozione che ha creato scintille inaspettate. Chissà quali altre sorprese ci riserveranno le date successive? Non vorrai perdertelo!
Cronaca
La vendetta che non posso ignorare

Rivelazioni choc in aula: i messaggi WhatsApp che svelano l’oscura ossessione di un omicidio! #OmicidioPetrangeli #DelittoRivelato
I messaggi
Immaginate di scoprire messaggi che anticipano un tragico destino: Gianluca Molinaro, accusato dell’omicidio di Manuela Petrangeli, inviava audio WhatsApp carichi di rabbia e minacce. Frasi come “Mi sta portando all’estremo” e “maledetta, gliela devo fare pagare” emergono dalle indagini, lasciando tutti a chiedersi cosa si nascondeva dietro quelle parole. Dagli esami del suo telefono, si scopre anche un’accusa di manipolazione verso l’ex compagna, con lei che ribatteva: “Mi stai portando all’esasperazione”. Sarà vero? Questi dettagli stanno accendendo la curiosità sul processo in corso.
L’omicidio
E se un delitto fosse stato pianificato sotto gli occhi di tutti? Molinaro è imputato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, stalking e detenzione abusiva di un fucile a canne mozze. Gli inquirenti hanno rintracciato SMS scambiati con un amico, dove si leggeva “oggi forse prendo due piccioni con una fava” prima del fatto, e dopo l’uccisione della 51enne fisioterapista: “gli ho sparato du botti”. Non potete non domandarmi: cosa ha spinto un uomo a compiere un gesto così estremo, per poi costituirsi in caserma con l’arma in mano?Le testimonianze
Cosa accade quando le testimonianze in aula rivelano dettagli agghiaccianti? I carabinieri hanno descritto la scena del crimine, con il corpo di Manuela vicino alla sua auto, mentre i colleghi tentavano disperatamente di rianimarla. Altri militari hanno raccontato la confessione di Molinaro in caserma, dove, al telefono con la madre, ha ammesso: “sono in caserma, quello che ho detto ho fatto”. Le indagini sui dispositivi sequestrati hanno confermato un pattern di stalking e premeditazione, come sottolineato dai legali della famiglia. Queste storie fanno sorgere una domanda: quanto profondo era il risentimento che ha condotto a questo dramma?
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