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Cronaca

Mark Samson mi disse che l’amava. Le scuse non esistono. Sua madre? Non deve esistere

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Mark Samson mi disse che l’amava. Le scuse non esistono. Sua madre? Non deve esistere

Il caso Sula infiamma i social: “Scuse non esistono” dice il padre della vittima, mentre l’assassino scrive dal carcere. La madre di lui? “Non è una madre.” #IlariaSula #Femminicidio #Giustizia

Il Padre di Ilaria Sula Distrugge le Patetiche Scuse dell’Assassino: “Le Scuse Non Esistono”

In un mondo dove le scuse sembrano la soluzione a tutto, dal caffè rovesciato a un omicidio, la storia di Ilaria Sula, la studentessa di 22 anni barbaramente uccisa dal suo ex Mark Samson, sta diventando virale per le ragioni sbagliate. Samson, reo confesso, ha osato inviare una lettera di scuse ai genitori della vittima, come se un pezzo di carta potesse cancellare il sangue versato. Ma il padre, Flamur Sula, non ci sta e lo dice senza peli sulla lingua, in un’intervista che sta incendiando i social. Preparatevi a un articolo che non edulcora la pillola: qui si parla di tradimento, ipocrisia e madri complici, perché a volte la verità fa più male di una coltellata.

# Le Parole Infuocate di Flamur Sula: Un Padre Che Non Perde Tempo

Flamur Sula, il papà straziato di Ilaria, ha risposto alla lettera di Samson con una schiettezza che dovrebbe essere insegnata a scuola. «Le scuse non esistono», ha tuonato, e ha ragione – perché scusarsi per aver tolto la vita a qualcuno è come provare a spegnere un incendio con un fiammifero. Non usa mezzi termini: «La lettera non ce la aspettavamo in questo momento – ha detto il papà di Ilaria -, magari tra 30 o 40 anni ma non adesso». Qui, Flamur sta praticamente dicendo che questo tizio ha il tempismo di un comico da quattro soldi, come se aspettare decenni rendesse le scuse meno ridicole.
E continua: «Dice che sta piangendo – ha affermato riferendosi alla lettera – ma noi sono 20 giorni che stiamo piangendo per nostra figlia. Ilaria non meritava questa fine. Era meravigliosa e non è difficile non scordarla. Non ce la fa la città di Terni e l’Italia». Ah, le lacrime dell’assassino – patetiche, vero? Flamur le smonta alla grande, ricordandoci che il vero dolore è quello di chi resta, non di chi ha premuto il grilletto. E poi: «È stato un tradimento – ha detto ancora Flamur Sula riferendosi a Samson -, se amo una persona non è che l’ammazzo e poi dico che l’amo». Esatto, perché se l’amore finisce in un femminicidio, forse dovremmo ripensare a cosa significhi “amore” – e Flamur lo fa con una chiarezza brutale che fa male, ma che serve.

# I Momenti in Commissariato: L’Ipocrisia di Samson Svelata

Passiamo a un dettaglio che fa venire i brividi: Flamur ha raccontato i suoi scambi con Samson in commissariato, e qui le cose si fanno personali. «Mi ha detto che l’amava «A Mark, a quell’assassino, gliel’ho chiesto, ’ma tu centri niente con questa storia che Ilaria è scomparsa?’ Lui mi ha risposto ’io l’amo Ilaria… Non le farei mai del male’. E invece glielo aveva fatto»». Questa citazione è un pugno nello stomaco – Samson che giura amore eterno mentre nasconde il corpo della vittima è il massimo dell’ipocrisia. Commento: se questo non è il ritratto perfetto di un manipolatore da manuale, non so cosa sia; fa venire voglia di urlare, perché quante donne devono sentire queste bugie prima che finisca?

La mamma di Ilaria, Gezime, non è da meno, e il suo attacco alla madre di Samson è puro veleno (e giustificato). «Quella non è una madre, una madre come lei non deve esistere» ha sottolineato senza alzare gli occhi. «Una madre – ha aggiunto – non può aiutare un figlio a nascondere un cadavere, a nascondere nostra figlia. Non so che cuore ha. Non lo so…». Qui, Gezime sta chiamando fuori le madri del mondo: se proteggi un assassino, non sei più una genitrice, sei complice. E in un’epoca dove tutti difendono i “poveri ragazzi”, questa è una sveglia politicamente scorretta che fa bene.

I genitori hanno anche toccato gli ultimi messaggi della figlia: «Che volevi pensare? Che non era lei, non era Ilaria» hanno detto. «Perché se era lei – ha detto il padre – qualsiasi cosa avesse fatto, nel male e nel bene, ce lo avrebbe detto. Ci avrebbe proprio chiamato non mandato un messaggio o una storia su Instagram. Lui conosceva tutti i codici». Tradotto: Samson ha provato a fingersi Ilaria online, ma era ovvio che fosse una farsa – e Flamur lo sottolinea con un misto di rabbia e dolore, come a dire che certi trucchi non ingannano chi conosce davvero la vittima.

# La Lettera dell’Assassino: Un Tentativo Patetico di Redenzione

Ora, veniamo alla lettera che ha scatenato tutto. Mark Samson, l’assassino reo confesso, l’ha scritta dal carcere e l’ha fatta vedere in esclusiva al Tg1. «Scrivo dalla mia cella, dove resterò per svariati anni – si legge nella lettera – Ogni giorno penso all’atroce delitto che ho commesso e non so che cosa dire, ma soprattutto non so cosa mi sia accaduto. È banale chiedere le scuse per il dolore che ho recato, ma voglio chiedere scusa a Ilaria, non l’ho rispettata quando lei mi ha voluto lasciare. Sono impazzito di dolore ed ho perso il controllo. Sono consapevole del fatto che nulla di quello che oggi posso dire o fare potrà in minima parte lenire il dolore della famiglia. Non sto cercando di diminuire le mie responsabilità o di sfuggire alle conseguenze del mio gesto, sono pronto a pagare le mie colpe senza alcuna scusante». Firmato Mark Samson.
Commento su questa citazione: Oh, poverino, è “impazzito di dolore”? Come se milioni di ex-ragazzi non gestiscano rotture senza

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“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

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“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

MedicoInsultaPaziente In un tranquillo studio medico a Roma, un anziano dottore si è rifiutato di riconoscere l’identità di una donna transgender, scatenando un caso che sta facendo discutere tutti!

L’incontro che ha scioccato

Durante una visita medica in uno studio privato nel quartiere di La Storta, a nord di Roma, una donna di 45 anni si è trovata di fronte a un medico di circa settant’anni che ha assunto un atteggiamento ostile fin dal primo momento. La paziente, accompagnata dal marito per una visita specialistica, ha descritto l’episodio come un vero e proprio attacco verbale, con il dottore che ignorava il nome e il genere indicati nei suoi documenti ufficiali.

Le parole che hanno ferito

Il medico non si è limitato a un rifiuto formale: ha pronunciato commenti apertamente transfobici, affermando frasi come “Tu sei un uomo e ti devi vergognare per come ti presenti” e “Non ho intenzione di farmi prendere in giro da queste finzioni biologiche”. Secondo la ricostruzione, l’uomo ha respinto l’idea di adattare la sua pratica medica a “queste ideologie”, lasciando la donna senza il certificato medico di cui aveva bisogno e in preda a un profondo sconforto.

La battaglia legale in corso

La donna ha deciso di non rimanere in silenzio e, assistita dall’avvocato Fabrizio Consiglio, ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma. Il caso è ora al vaglio dei magistrati, con accuse che includono istigazione all’odio per motivi di identità di genere, violenza privata, diffamazione aggravata e possibili molestie. Le indagini stanno verificando se il comportamento del medico abbia violato i doveri legati alla sua professione convenzionata.

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La fuga scalza di un detenuto dall’ospedale Santo Spirito e il colpo che l’ha tradito

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La fuga scalza di un detenuto dall’ospedale Santo Spirito e il colpo che l’ha tradito

HaiMaiVistoUnaFugaScalzaCosìAudace? Scopri come un detenuto ha ingannato le guardie e ha quasi fatto perdere le sue tracce!

L’Evasione Incredibile

Gianluca Calò, un 46enne di Mesagne in Puglia, recluso a Regina Coeli per rapina, ha colto al volo un attimo di distrazione delle guardie penitenziarie mentre attendeva una visita specialistica all’ospedale Santo Spirito. Proprio venerdì pomeriggio, è scappato scalzo, sparendo nel nulla e lasciando tutti senza parole. Ma la sua avventura non è finita lì, portando a una caccia mozzafiato che ha tenuto tutti con il fiato sospeso.

Le Ricerche e la Cattura Drammatica

Le forze dell’ordine hanno diffuso immagini delle telecamere di sicurezza dell’ospedale, che mostrano Calò correre a piedi nudi inseguito inutilmente dagli agenti. Grazie a quelle prove decisive, la polizia è riuscita a stringere il cerchio intorno a lui. Ieri mattina, al Tuscolano, il fuggitivo ha tentato un altro colpo in un esercizio commerciale, rubando un PC e soldi contanti. Il titolare ha riconosciuto il ladro dalle telecamere e ha lanciato l’allarme, permettendo agli agenti delle Volanti di intercettarlo in pochissimo tempo mentre scappava con la refurtiva. Ora, Calò è tornato dietro le sbarre e dovrà affrontare accuse aggiuntive di furto ed evasione, con gli investigatori che sospettano l’aiuto di un complice esterno durante la sua breve latitanza.

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