Cronaca
Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

SerpenteIntrusoARoma: Immagina una band in piena jam session quando un rettile misterioso irrompe nella stanza, creando un caos inaspettato!
L’intrusione inaspettata
Nel quartiere romano di Tor Cervara, una band locale si è ritrovata faccia a faccia con un ospite decisamente insolito durante le prove musicali. Quello che sembrava un’innocua lucertola si è rivelato essere un serpente, nascosto tra i pannelli fonoassorbenti della sala di registrazione. I musicisti di “La Scelta” hanno vissuto momenti di vera suspense, scoprendo che l’intruso era un biacco, un ofide non velenoso ma pur sempre una sorpresa elettrizzante.
I fatti dell’incidente
Mercoledì 30 aprile, il quintetto romano – attivo dal 2003 – ha dovuto interrompere le sessioni quando il serpente è apparso all’improvviso. L’esperto intervenuto ha descritto la cattura come una vera caccia al tesoro: dopo ricerche estenuanti, ha estratto un giovane biacco di circa un metro da un tubo metallico di un dispositivo elettronico. Il rettile è stato poi rilasciato in sicurezza al Rifugio del Lupo, lasciando i musicisti a chiedersi come fosse entrato.Un precedente simile
Non è la prima volta che Roma si trasforma in un set da film con serpenti protagonisti. Lo scorso 15 aprile, in una villetta sulla Bufalotta, un’altra avvistamento ha scatenato il panico: un serpente, scambiato inizialmente per una vipera, è stato inseguito dal cane dei proprietari. Si trattava in realtà di una innocua Natrice del collare, una biscia d’acqua, ma l’episodio ha dimostrato quanto questi incontri possano essere imprevedibili e affascinanti. Chissà quanti altri segreti striscianti nascondono le strade della Capitale?
Cronaca
A Roma, il sospetto pericolo di una “bomba di cloro” in piscina: cosa è accaduto ai due fratellini?

Hai mai immaginato che un innocuo tuffo in piscina potesse trasformarsi in un incubo da brividi? #PiscinaIncubo #CloroMisterioso
Il Giorno Fatale al Centro Sportivo
Quattro fratellini e una loro amichetta non potevano immaginare che la tanto attesa giornata in piscina si sarebbe trasformata in un vero e proprio dramma. Erano carichi di entusiasmo, pronti a fare il primo bagno della stagione al centro “Imperium Eventi” nella periferia sud-est di Roma, un luogo iconico che un tempo ospitava la storica società calcistica Lodigiani. Mentre sguazzavano nella grande vasca olimpionica, uno di loro ha urlato allarmato: l’acqua stava diventando gialla! In un batter d’occhio, una misteriosa fuoriuscita di cloro ha invaso l’area, causando intossicazioni respiratorie e fastidi come irritazioni agli occhi e mal di stomaco. I bagnanti sono stati evacuati di fretta, e i soccorsi sono intervenuti rapidamente per portare i piccoli in ospedale.
Le Conseguenze Shoccanti
Mentre la mamma è stata osservata per poche ore senza conseguenze gravi, i bambini di cinque, sette, nove e 11 anni, insieme all’amichetta di sette anni, hanno affrontato situazioni ben più critiche. Tre di loro sono finiti in Terapia Intensiva pediatrica, con il fratellino di nove anni ancora ricoverato, intubato e in coma farmacologico. I medici non escludono possibili danni neurologici, anche se la vita non è in pericolo. Un altro bimbo, già malato di tumore, è stato visitato dai suoi specialisti, fortunatamente senza complicazioni peggiori. Gli altri sono stati dimessi, ma l’intera famiglia è sconvolta e preme per chiarire cosa sia successo.
Il Centro e i Rischi Nascosti
Questo centro sportivo, attivo da decenni e diviso in varie società per gestire campi da calcio, padel e la piscina, attrae centinaia di persone ogni estate. Ma l’incidente ha acceso i riflettori sui pericoli chimici nelle piscine italiane. Esperti come la Società Italiana di Medicina Ambientale avvertono che disinfettanti come il cloro possono essere altamente corrosivi se non gestiti correttamente. Non è un caso isolato: l’anno scorso, un bambino ha perso la vita in un altro stabilimento vicino, risucchiato da un motore di aspirazione. Ora, la Procura di Roma indaga su un malfunzionamento dei bocchettoni della piscina, con possibili indagati in vista, mentre tutti si chiedono: quanto sono sicure le nostre acque estive?
Cronaca
Assolti tre ambientalisti per lo sfregio alla Barcaccia: cosa ha motivato i giudici?

Hai mai immaginato che tingere una fontana storica potesse portare a un’assoluzione scioccante? #Barcaccia #UltimaGenerazione #Roma
La Protesta Che Ha Sconvolto la Capitale
Tre audaci ambientalisti hanno osato sfidare uno dei simboli più iconici di Roma, la Barcaccia in piazza di Spagna, tingendola di nero con carbone vegetale diluito in acqua. L’azione, avvenuta in una giornata affollata di turisti, ha lasciato tutti senza parole e ha richiesto al Comune di Roma una spesa di circa quattromila euro per ripulire il monumento, opera dei maestri Bernini. Eppure, nonostante le accuse di danneggiamento e le reazioni furiose della comunità locale, i tre – Stefano Pompili, 55enne romano, Chloè Bertini, 27enne romana, e Bruno Cappelli, 31enne della provincia di Bari – sono stati dichiarati non punibili dal tribunale per la “tenuità del fatto”.
I Dettagli della Dimostrazione Inaspettata
L’episodio risale alla tarda mattinata del 1° aprile 2023, quando i tre attivisti sono entrati nella fontana, un capolavoro del 1629 situato ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti. Mentre i turisti assistevano increduli, uno srotolava uno striscione contro i combustibili fossili e gli altri due versavano il liquido nero. La scena è stata interrotta dai vigili urbani, che hanno allontanato i manifestanti e li hanno consegnati ai carabinieri. In un lampo, tecnici della Sovrintendenza, di Acea e del personale Ama sono intervenuti per fermare l’erogazione dell’acqua, svuotare e pulire la fontana, evitando potenziali danni al materiale poroso come il travertino.
La protesta ha scatenato un’onda di indignazione, richiamando alla mente l’incidente del 2015 con gli ultrà olandesi. Il sindaco Roberto Gualtieri ha condannato l’atto come contraddittorio con la difesa dell’ambiente, mentre l’assessore alla Cultura Miguel Gotor l’ha definito un gesto da “ecoidioti”. Commercianti e residenti del centro storico si sono uniti al coro, accusando i tre di vandalismo e sottolineando l’importanza di proteggere le opere d’arte.
Il Processo Che Ha Sorpreso Tutti
In aula, una delle imputate ha spiegato che l’obiettivo era attirare l’attenzione sulla crisi climatica e sulla siccità imminente, assicurando che il carbone vegetale usato fosse in una concentrazione sicura, persino inferiore a quella degli alimenti. Un consulente della difesa ha confermato che la sostanza non avrebbe causato danni permanenti e sarebbe stata facilmente rimovibile. Ma il pubblico ministero non era d’accordo, evidenziando il costo economico per il Comune e il rischio per il monumento, chiedendo una condanna a quattro mesi.
Alla fine, il giudice ha optato per l’assoluzione, difesi dall’avvocato Arturo Salerni, decretando la “lieve entità” dell’azione. Una decisione che fa riflettere su come l’attivismo ambientale stia sfidando i confini della legge e dell’arte.
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