Cronaca
Il mistero di Giulio Di Curzio: un pestaggio in discoteca a Roma e l’assoluzione dei tre sospettati

SvoltaShoccanteInDiscoteca: Tre Giovani Prosciolti Dopo l’Aggressione a un 17enne Finito in Coma?
In una vicenda giudiziaria che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, tre giovani sono stati prosciolti in appello da accuse di lesioni aggravate, dopo che un 17enne era stato picchiato e aveva subito una caduta drammatica. Ma cosa ha davvero portato a questa incredibile svolta? Scopri i dettagli di un caso che ha diviso opinioni e fatto discutere.
I FATTI
La notte tra il 6 e il 7 ottobre 2017, in una discoteca all’Eur, tutto è iniziato con un banale malinteso. Giulio Di Curzio, un 17enne, si trovava con i suoi amici quando ha accidentalmente preso una bottiglia dal tavolo di un altro gruppo. Immagina la tensione: da un pugno, la situazione è esplosa in una rissa violenta, con il giovane finito a terra sotto una pioggia di calci e pugni. I buttafuori sono intervenuti, ma l’incubo non era finito. Mentre era ancora nel parcheggio, Giulio è stato colpito di nuovo e, terrorizzato, è fuggito inseguito dai tre. Per sfuggire, ha scavalcato un cancello e poi è precipitato da un muretto alto sette metri, finendo in coma per un mese. I segni sul muretto raccontano di una caduta disperata e accidentale – un dettaglio che ha intrigato tutti.
LE INDAGINI
Le indagini hanno rivelato un mistero: le telecamere non hanno catturato altri coinvolti all’interno della zona della caduta, portando i giudici a dubitare del legame diretto tra l’aggressione e le ferite gravi di Giulio. In primo grado, i tre – Giorgio Atturi, Luca Natalizi e Patrizio Pintore – erano stati condannati per lesioni aggravate, ma l’appello ha cambiato tutto. Le accuse sono state ridimensionate a qualcosa di meno grave, senza prove certe che i traumi derivassero dal pestaggio e non dalla caduta. Le difese esultano, definendo la sentenza una vittoria per la verità: “Restituisce dignità ai ragazzi”, hanno dichiarato gli avvocati. Che ci sia molto di più sotto la superficie? È un caso che continua a far riflettere.
Cronaca
Scontri sulla Metro A: borseggiatori aggrediscono due passeggeri

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La scena del caos inaspettato
Immagina di essere alla stazione Termini di Roma, un luogo affollato e caotico, quando due coraggiosi cittadini peruviani decidono di intervenire per fermare un’azione sospetta dei loro stessi connazionali. Ma cosa è successo esattamente? Fonti vicine all’incidente rivelano che l’intervento ha scatenato un’esplosione di violenza inaspettata, trasformando una giornata qualunque in un thriller da film. I dettagli emergono piano, e ti chiederai: fino a che punto arriva il coraggio, o la follia?
I protagonisti e le motivazioni nascoste
I due peruviani aggrediti non erano semplici passanti, ma persone che si sono trovate al centro di un conflitto etnico e sociale. Hanno tentato di bloccare un’azione che poteva degenerare in qualcosa di peggio, ma i loro aggressori non hanno esitato. Fonti investigative suggeriscono che dietro ci siano motivazioni profonde, forse legate a vecchi rancori o a dinamiche tra comunità straniere a Roma. È davvero affascinante – o inquietante – come un gesto altruistico possa scatenare una tempesta di rabbia. Chi sono questi eroi improvvisati e cosa li ha spinti a rischiare tutto?
Cronaca
Un urologo finge legami familiari con Mattarella per un ruolo da primario: lo scandalo emerge in tribunale

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Lo Scandalo che Ha Fatto Tremare il Quirinale
Immagina di ricevere una telefonata dal Presidente della Repubblica in persona, che raccomanda il suo “nipote” per un prestigioso posto di lavoro. È esattamente ciò che è successo al Policlinico Gemelli di Roma, dove un urologo astuto ha provato a orchestrare un piano da film per diventare direttore. Maurizio Buscarini, 59enne originario di Ancona, è ora nei guai legali per aver fingito di essere legato al Presidente Sergio Mattarella. Ma come è riuscito a rendere tutto così credibile? Scoprilo nei dettagli che stanno facendo il giro del web.
Le Telefonate che Hanno Innescato il Caos
Nel 2022, Buscarini ha iniziato la sua messa in scena contattando i dirigenti del Policlinico Gemelli, spacciandosi prima come un dipendente del Quirinale. Ha preannunciato una chiamata “diretta” dal Presidente, promettendo addirittura un posto in una commissione di esperti come contropartita. Poi, per rendere il tutto irresistibile, ha chiamato di nuovo fingendo di essere Mattarella in persona! Ha caldeggiato l’assunzione del “suo nipote” – ovvero se stesso – che avrebbe voluto tornare in Italia dopo un soggiorno negli USA. Un trucco audace che ha coinvolto sostituzione di persona e tentata truffa, con tanto di lettera falsa completa di sigillo dello Stato contraffatto. I dirigenti hanno ricevuto questi documenti di persona, ma per fortuna, il piano è saltato quando hanno fiutato l’inganno.La Difesa che Lascia Senza Parole
Ma c’è un colpo di scena! La difesa di Buscarini sostiene che tutta questa “pantomima” era solo un modo per dimostrare quanto i concorsi per i posti di vertice siano truccati e basati su favoritismi, ispirato da indagini su concorsi irregolari. Il suo avvocato afferma che non ha cercato di nascondersi, usando persino una SIM a suo nome e creando falsi così evidenti da sembrare ridicoli, come un sigillo stampato alla rovescia. “Un gesto sintomatico di frustrazione per la mancanza di meritocrazia”, dice la difesa. Ora, con il processo in corso, ci chiediamo: era davvero un atto di protesta o un tentativo disperato di scalare la carriera? Le parti civili, tra cui la Presidenza della Repubblica e del Consiglio, sono pronte a dire la loro. 😲
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